Il primo di 3 kolossal epici firmati da David Lean, uno dei più grandi registi di sempre.
Birmania, WW2.
La storia (parzialmente vera) della costruzione di un ponte da parte di alcuni prigionieri britannici, guidati dal maggiore Nicholson, per conto dei giapponesi. Ma c'è anche chi, quel ponte, è intenzionato a farlo saltare...
Da un romanzo di Pierre Boulle.
La regia di Lean è impeccabile, epica, magistrale.
Sir Alec Guinnes e William Holden interpretano alla grande dei personaggi memorabili, con una menzione speciale per James Donald (che ritroveremo qualche anno dopo ne La grande fuga), la famosa Colonel Bogey March fischiettata dai prigionieri all'inizio, in una pellicola senza la minima traccia di quella vomitevole retorica dei film di guerra moderni.
Un capolavoro assoluto e senza tempo. Un film che non invecchia mai.
VOTO: 9
Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.
domenica 24 dicembre 2017
giovedì 21 dicembre 2017
CENTURION -Mini Recensione-
Anno 117 dopo Cristo. Quintus Diaz, un centurione romano di uno sperduto avamposto situato oltre il vallo di Adriano, miracolosamente sopravvissuto ad un massacro ad opera dei Pitti, si unisce alla Nona regione romana, spostatasi a nord proprio per tentare di sconfiggere una volta per tutta la popolazione locale...
Non il miglior lavoro di Neil Marshall, ma vale comunque la pena di vederlo.
Non il miglior lavoro di Neil Marshall, ma vale comunque la pena di vederlo.
Non annoia (ed è un bene), citazionista, con forse troppo splatter gratuito, almeno per i miei gusti.
Buono il cast, con un ottimo Michael Fassbender, anche se i personaggi di contorno appaiono un po' troppo stereotipati e, probabilmente, anacronistici.
Buono il cast, con un ottimo Michael Fassbender, anche se i personaggi di contorno appaiono un po' troppo stereotipati e, probabilmente, anacronistici.
Buona, come sempre, la regia di Marshall.
Rimane comunque un film avventuroso e avvincente, purtroppo sottovalutato.
Rimane comunque un film avventuroso e avvincente, purtroppo sottovalutato.
VOTO: 7
martedì 12 dicembre 2017
COUNTDOWN DIMENSIONE ZERO -Mini Recensione-
Un classico degli anni '70/80 che volevo rivedere da molto, molto tempo.
1980. In navigazione nei pressi delle Hawaii, una portaerei americana si ritrova catapultata indietro nel tempo, ritrovandosi così nella Pearl Harbor del 1941 alla vigilia dell'attacco giapponese...
Questo film non è nemmeno invecchiato più di tanto e la storia, anche se apparentemente ingenua, funziona bene; tralasciando la forzatura del viaggio (e ritorno) nel passato, abbiamo però un bel twist finale che chiude perfettamente il cerchio.
La regia di Don Taylor è da vecchia scuola, ma non è certo un difetto.
Bene gli attori, con Kirk Douglas e Martin Sheen su tutti.
Secondo me, Countdown Dimensione Zero (quasi inspiegabile il titolo italiano), che all'epoca poteva essere considerato un film di serie B, potrebbe tranquillamente eclissare molti blockbusters moderni pieni di grafica digitale.
Da riscoprire.
Da riscoprire.
VOTO: 7,5
sabato 9 dicembre 2017
MISSIONE ARARAT
Nuova recensione letteraria.
Questa volta parlerò di Missione Ararat, un romanzo d'avventura dalle tinte horror dell'americano (e a quanto pare prolifico) Christopher Golden.
L'ho comprato perché qualche tempo fa avevo avuto un'idea molto simile per un mio romanzo d'avventura che poi non ho mai portato a termine.
Tornando a questo Missione Ararat, già dal titolo si può intuire che di mezzo c'è l'Arca di Noè oltre al cadavere mummificato di un'inquietante creatura con le corna che viene ritrovata all'interno della stessa...
Se il plot può apparire un po' trash, il romanzo lo è un po' meno.
Ma non è neanche un capolavoro. Anzi...
Non è scritto bene (di sicuro non è molto scorrevole) e i personaggi principali, potenzialmente interessanti, alla fine sembrano solo abbozzati. Quelli di contorno, poi, sono piatti all'ennesima potenza, messi lì semplicemente per diventare carne da macello.
Ci sono anche molte domande a cui non viene data risposta (l'origine dell'Arca, per esempio) e la parte centrale del romanzo è piuttosto confusa.
Anche se c'è molto horror, l'autore non riesce quasi mai a spaventare, né a "inorridire".
Ho fatto fatica a finirlo, e non è certo un bene.
E la montagna che si vede in copertina non è l'Ararat.
L'ennesima occasione sprecata e il solito mediocre romanzo pubblicato dalla Newton Compton.
VOTO:5
Questa volta parlerò di Missione Ararat, un romanzo d'avventura dalle tinte horror dell'americano (e a quanto pare prolifico) Christopher Golden.
L'ho comprato perché qualche tempo fa avevo avuto un'idea molto simile per un mio romanzo d'avventura che poi non ho mai portato a termine.
Tornando a questo Missione Ararat, già dal titolo si può intuire che di mezzo c'è l'Arca di Noè oltre al cadavere mummificato di un'inquietante creatura con le corna che viene ritrovata all'interno della stessa...
Se il plot può apparire un po' trash, il romanzo lo è un po' meno.
Ma non è neanche un capolavoro. Anzi...
Non è scritto bene (di sicuro non è molto scorrevole) e i personaggi principali, potenzialmente interessanti, alla fine sembrano solo abbozzati. Quelli di contorno, poi, sono piatti all'ennesima potenza, messi lì semplicemente per diventare carne da macello.
Ci sono anche molte domande a cui non viene data risposta (l'origine dell'Arca, per esempio) e la parte centrale del romanzo è piuttosto confusa.
Anche se c'è molto horror, l'autore non riesce quasi mai a spaventare, né a "inorridire".
Ho fatto fatica a finirlo, e non è certo un bene.
E la montagna che si vede in copertina non è l'Ararat.
L'ennesima occasione sprecata e il solito mediocre romanzo pubblicato dalla Newton Compton.
VOTO:5
venerdì 8 dicembre 2017
ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS (2017) -Mini Recensione-
Nuova versione cinematografica di uno dei romanzi più famosi di Agatha Christie.
Poirot, bloccato a causa di una valanga (almeno nel film) assieme ad altri passeggeri sul famoso treno in uno località sperduta della Jugoslavia, dovrà scoprire l'assassino di uno dei compagni di viaggio, ucciso proprio in quel momento...
Questa volta l'ineffabile Poirot è interpretato da un sorprendente Kenneth Branagh, che è anche il regista del film, circondato da un cast composto, almeno in parte, da più o meno grandi star.
Il prologo, credo completamente inventato, introduce alla grande il personaggio di Poirot e subito si vi rimane affascinati. I problemi del film iniziano sul treno, perché penso che il romanzo della Christie sia più adatto ad una trasposizione teatrale, o al limite televisiva, vista anche l'ambientazione statica e limitata.
Branagh però ce la mette tutta per cercare di non annoiare lo spettatore e di "muovere" il più possibile la macchina da presa in uno spazio così ristretto, usando anche inquadrature inusuali; a tratti ci riesce anche, ma quando iniziano gli "spiegoni" del detective belga, allora il ritmo precipita vorticosamente.
Non è un film perfetto, alcuni attori sembrano pure sprecati nei rispettivi ruoli (Willem Defoe e Judy Dench) mentre Johnny Depp risulta davvero sgradevole, ma più che altro per l'attore svogliato (e sfigurato dal botox) che è diventato.
Però la caratterizzazione che Branagh dà al suo Poirot è davvero notevole e, quasi da solo, riesce a salvare l'intero film.
VOTO: 6,5
Poirot, bloccato a causa di una valanga (almeno nel film) assieme ad altri passeggeri sul famoso treno in uno località sperduta della Jugoslavia, dovrà scoprire l'assassino di uno dei compagni di viaggio, ucciso proprio in quel momento...
Questa volta l'ineffabile Poirot è interpretato da un sorprendente Kenneth Branagh, che è anche il regista del film, circondato da un cast composto, almeno in parte, da più o meno grandi star.
Il prologo, credo completamente inventato, introduce alla grande il personaggio di Poirot e subito si vi rimane affascinati. I problemi del film iniziano sul treno, perché penso che il romanzo della Christie sia più adatto ad una trasposizione teatrale, o al limite televisiva, vista anche l'ambientazione statica e limitata.
Branagh però ce la mette tutta per cercare di non annoiare lo spettatore e di "muovere" il più possibile la macchina da presa in uno spazio così ristretto, usando anche inquadrature inusuali; a tratti ci riesce anche, ma quando iniziano gli "spiegoni" del detective belga, allora il ritmo precipita vorticosamente.
Non è un film perfetto, alcuni attori sembrano pure sprecati nei rispettivi ruoli (Willem Defoe e Judy Dench) mentre Johnny Depp risulta davvero sgradevole, ma più che altro per l'attore svogliato (e sfigurato dal botox) che è diventato.
Però la caratterizzazione che Branagh dà al suo Poirot è davvero notevole e, quasi da solo, riesce a salvare l'intero film.
VOTO: 6,5
martedì 5 dicembre 2017
RAGAZZE VINCENTI -Mini Recensione-
Avevo snobbato questa pellicola per anni. Quando ero ragazzino, infatti, mal sopportavo i film con un cast tutto (o quasi) al femminile. Ora però vedo le cose in modo diverso.
Ma veniamo al dunque...
Durante il secondo conflitto mondiale, negli Stati Uniti si organizza un campionato di Baseball al femminile, in mancanza di quello maschile sospeso per motivi bellici...
Il Baseball è uno degli sport più incomprensibili del mondo ed è anche piuttosto noioso (almeno per i non appassionati) ma paradossalmente è stato ampiamente usato nel mondo del cinema.
In questo caso, però, non ci si annoia mai durante le partite e alla fine ci si diverte pure.
Il cast di giovani e promettenti attrici di quel tempo, con Geena Davis su tutte (un po' meno Madonna che comunque non sfigura) va alla grande. C'è anche un Tom Hanks burbero, ubriacone, scontroso e piuttosto volgare, ma è sempre un piacere vederlo sul grande schermo.
In effetti forse ci sono troppi personaggi stereotipati, vedi quello di Hanks -l'allenatore della squadra, un ex giocatore di Baseball professionista che si è buttato sull'alcool- ma non ci fa caso più di tanto.
Ottima la regia di Penny Marshall, che riesce a girare alla grande anche le scene sportive.
Anche l'ambientazione da anni '40 è perfettamente ricostruita.
Un film sorprendente, probabilmente sottovalutato.
VOTO: 7,5
Ma veniamo al dunque...
Durante il secondo conflitto mondiale, negli Stati Uniti si organizza un campionato di Baseball al femminile, in mancanza di quello maschile sospeso per motivi bellici...
Il Baseball è uno degli sport più incomprensibili del mondo ed è anche piuttosto noioso (almeno per i non appassionati) ma paradossalmente è stato ampiamente usato nel mondo del cinema.
In questo caso, però, non ci si annoia mai durante le partite e alla fine ci si diverte pure.
Il cast di giovani e promettenti attrici di quel tempo, con Geena Davis su tutte (un po' meno Madonna che comunque non sfigura) va alla grande. C'è anche un Tom Hanks burbero, ubriacone, scontroso e piuttosto volgare, ma è sempre un piacere vederlo sul grande schermo.
In effetti forse ci sono troppi personaggi stereotipati, vedi quello di Hanks -l'allenatore della squadra, un ex giocatore di Baseball professionista che si è buttato sull'alcool- ma non ci fa caso più di tanto.
Ottima la regia di Penny Marshall, che riesce a girare alla grande anche le scene sportive.
Anche l'ambientazione da anni '40 è perfettamente ricostruita.
Un film sorprendente, probabilmente sottovalutato.
VOTO: 7,5
martedì 28 novembre 2017
UN BIGLIETTO IN DUE -Mini Recensione-
Un film che ho recuperato solo da qualche tempo e che ho rivisto una seconda volta anche in lingua originale...
Che dire: giuro che erano anni che non ridevo così.
John Candy & Steve Martin: coppia comica (ma non solo) strepitosa!
Che dire: giuro che erano anni che non ridevo così.
John Candy & Steve Martin: coppia comica (ma non solo) strepitosa!
Gag incredibili, ritmo vertiginoso, ma ci si commuove pure, perché i due protagonisti, seppur apparentemente strampalati (soprattutto quello di Candy) o cinici (quello di Martin), alla fine riescono a catturare l'empatia dello spettatore.
E il compianto John Hughes dietro la macchina da presa, un regista e sceneggiatore troppo sottovalutato.
VOTO: 8
sabato 25 novembre 2017
VERTICAL LIMIT -Mini Recesione-
Lo ammetto: mi piacciono certi film(acci) senza pretese come questo.
Vertical Limit credo sia talmente implausibile dal punto di vista alpinistico che di certo avrà fatto inorridire gli appassionati di questa disciplina, però è talmente esagerato che alla fine risulta divertente.
La storia del film è quello che è: il fratello di una giovane alpinista, rimasta sepolta in un crepaccio sul K2, organizza un'improvvisata spedizione di recupero per salvarla. Infatti pare la solita spacconata di Hollywood ma l'importante è saperlo prima e godersi lo spettacolo.
Martin Campbell è un regista discontinuo, ma se vuole sa come girare dei buoni film d'azione. E questo è uno di quei casi.
Chris O'Donnel (ancora giovane e magro) e Robin Tunney hanno una buona intesa e sembrano davvero fratello e sorella. Poi c'è il compianto Bill Paxton; non smetterò mai di ripetere quanto io stimi questo attore. Qui interpreta ottimamente un personaggio veramente bastardo (ma credibile). Ci sono anche Izabella Scorupco, in un ruolo che incarna il mio prototipo ideale di eroina (tosta e sexy) e Scott Glenn, altro attore che non delude quasi mai.
Un film che non piacerà alla critica impegnata, ma che personalmente ritengo molto superiore ad altri action moderni.
VOTO: 7.5
giovedì 23 novembre 2017
BORG McENROE -Mini Recensione-
Un bel film sportivo (ma non solo), che narra della rivalità di due campioni del tennis di primi anni '80.
Siamo dalle parti di Rush del regista Ron Howard; non ci sono le sfide a bordo delle veloci auto di F1 guidate da Lauda e Hunt, ma gli scambi sull'erba a colpi di racchette di legno risultano altrettanto avvincenti.
L'attore svedese Sverrir Gudnason è molto somigliante al suo connazionale Borg, mentre Shia LaBeouf punta più sulla performance recitativa, riuscendoci alla grande. Tra i due, è quello che mi ha convinto di più.
L'atmosfera di inizio anni '80 è ricreata bene, parrucche posticce a parte.
La regia del danese Janus Metz non è male, anche se priva di originalità. Tutti gli attori sono ben diretti, comunque. Forse ci sono troppi flash back, anche se alla fine il filo narrativo è gestito bene e non crea poi così tanta confusione. Buone anche le musiche.
Credo che però abbiano usato delle controfigure durante la riproduzione della finale di Wimbledon del 1980, almeno per i campi lunghi con gli scambi più veloci. Penso anche che abbiano utilizzato i filmati originali, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Il match finale tiene proprio sulle spine, anche se chi è appassionato di Tennis (come il sottoscritto) sa benissimo come andrà a finire. Ed è un pregio non da poco.
VOTO: 7+
Siamo dalle parti di Rush del regista Ron Howard; non ci sono le sfide a bordo delle veloci auto di F1 guidate da Lauda e Hunt, ma gli scambi sull'erba a colpi di racchette di legno risultano altrettanto avvincenti.
L'attore svedese Sverrir Gudnason è molto somigliante al suo connazionale Borg, mentre Shia LaBeouf punta più sulla performance recitativa, riuscendoci alla grande. Tra i due, è quello che mi ha convinto di più.
L'atmosfera di inizio anni '80 è ricreata bene, parrucche posticce a parte.
La regia del danese Janus Metz non è male, anche se priva di originalità. Tutti gli attori sono ben diretti, comunque. Forse ci sono troppi flash back, anche se alla fine il filo narrativo è gestito bene e non crea poi così tanta confusione. Buone anche le musiche.
Credo che però abbiano usato delle controfigure durante la riproduzione della finale di Wimbledon del 1980, almeno per i campi lunghi con gli scambi più veloci. Penso anche che abbiano utilizzato i filmati originali, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
Il match finale tiene proprio sulle spine, anche se chi è appassionato di Tennis (come il sottoscritto) sa benissimo come andrà a finire. Ed è un pregio non da poco.
VOTO: 7+
lunedì 13 novembre 2017
BEVERLY HILLS COP -Mini Recensione-
La prima avventura di Axel Foley, lo sbirro più fuori di testa della storia del cinema.
Da questo film probabilmente sono nati i più noti cliché degli action che conosciamo: il poliziotto ribelle, poco incline alla disciplina, che finisce per indagare sul caso per conto suo; il cattivo ti turno apparentemente intoccabile; le sparatorie alla cieca facendo fuoco con la pistola da dietro un muro, senza guardare (e andando miracolosamente a segno), ecc.
E' però una pellicola invecchiata un po' male, anche per via del look da anni '80 e le musiche elettroniche dell'epoca (che a me comunque piacciono).
Ho trovato la regia di Martin Brest a tratti troppo statica, ma tutto sommato Eddie Murphy funziona, sia nelle scene d'azione che, ovviamente, in quelle da commedia.
Un altro di quei film simbolo dei (più o meno) mitici "eighties", che metterei dietro solo a Top Gun e all'inarrivabile Ritorno al Futuro, quest'ultimo vera icona cinematografica di quell'epoca.
VOTO: 6,5
Da questo film probabilmente sono nati i più noti cliché degli action che conosciamo: il poliziotto ribelle, poco incline alla disciplina, che finisce per indagare sul caso per conto suo; il cattivo ti turno apparentemente intoccabile; le sparatorie alla cieca facendo fuoco con la pistola da dietro un muro, senza guardare (e andando miracolosamente a segno), ecc.
E' però una pellicola invecchiata un po' male, anche per via del look da anni '80 e le musiche elettroniche dell'epoca (che a me comunque piacciono).
Ho trovato la regia di Martin Brest a tratti troppo statica, ma tutto sommato Eddie Murphy funziona, sia nelle scene d'azione che, ovviamente, in quelle da commedia.
Un altro di quei film simbolo dei (più o meno) mitici "eighties", che metterei dietro solo a Top Gun e all'inarrivabile Ritorno al Futuro, quest'ultimo vera icona cinematografica di quell'epoca.
VOTO: 6,5
venerdì 10 novembre 2017
BEVERLY HILLS COP 3 -Mini Recensione-
Terzo capitolo della saga con Axel Foley, diretto probabilmente per questioni alimentari da John Landis
Questa volta il nostro piedipiatti di Detroit torna a Los Angeles seguendo le tracce del criminale che ha ammazzato il suo capo, ritrovandosi in un parco dei divertimenti...
L'idea di partenza secondo me non era nemmeno male, ma ambientare praticamente l'intero film in Luna Park alla lunga stanca. Lo sceneggiatore è lo stesso del primo Die Hard ma qui non c'è Bruce Willis nei panni di McClane.
Rivedendolo dopo anni, c'è da dire che effettivamente mi è parso migliore del secondo capitolo; almeno qui ci sono parecchie gag che vanno a segno e anche i comprimari, Judge Reihnold su tutti, funzionano meglio.
La regia di Landis è forse troppo "vecchia scuola" per un action degli anni '90, sopratutto se messa al confronto con gli altri film della serie. L'ho trovata molto statica ed elementare.
Funzionano meglio le scene di humor rispetto a quelle action, ma non è così pessimo come ricordavo o dicono in giro.
VOTO: 6
Questa volta il nostro piedipiatti di Detroit torna a Los Angeles seguendo le tracce del criminale che ha ammazzato il suo capo, ritrovandosi in un parco dei divertimenti...
L'idea di partenza secondo me non era nemmeno male, ma ambientare praticamente l'intero film in Luna Park alla lunga stanca. Lo sceneggiatore è lo stesso del primo Die Hard ma qui non c'è Bruce Willis nei panni di McClane.
Rivedendolo dopo anni, c'è da dire che effettivamente mi è parso migliore del secondo capitolo; almeno qui ci sono parecchie gag che vanno a segno e anche i comprimari, Judge Reihnold su tutti, funzionano meglio.
La regia di Landis è forse troppo "vecchia scuola" per un action degli anni '90, sopratutto se messa al confronto con gli altri film della serie. L'ho trovata molto statica ed elementare.
Funzionano meglio le scene di humor rispetto a quelle action, ma non è così pessimo come ricordavo o dicono in giro.
VOTO: 6
lunedì 6 novembre 2017
BEVERLY HILLS COP 2 -Mini Recensione-
Ricordavo meglio il terzo capitolo e pensavo fosse quello il peggiore della saga.
Mi sbagliavo.
Ho fatto davvero fatica a seguire la trama di questo sequel, tanto che ancora adesso penso di non averci capito molto: i cattivi facevano delle rapine per accumulare soldi e comprare delle armi da rivendere in America centrale? Siamo seri?
Non mi sono nemmeno divertito più di tanto, anche perché le battute di Murphy non vanno sempre a segno, a differenza del primo film (almeno in lingua originale). La regia di Tony Scott è fracassona e confusa, così come il montaggio, che ho trovato piuttosto grezzo e approssimativo nelle scene d'azione.
Anche il trio protagonista, Murphy, Reinhold e Ashton, pare piuttosto fiacco.
E non si nota che Tony Scott ebbe una relazione con la Nielsen, durante le riprese, vero? Per nulla proprio...
Uno dei temi musicali del film, poi, è una specie di copia di un pezzo di John Carpenter e Alan Howard composto per Fuga da New York; ricordate l'arrivo del "duca" a bordo della Limousine con i lampadari? Ecco, qui abbiamo un brano quasi identico, secondo me un vero e proprio plagio.
In conclusione: non un bel film.
VOTO: 5
Mi sbagliavo.
Ho fatto davvero fatica a seguire la trama di questo sequel, tanto che ancora adesso penso di non averci capito molto: i cattivi facevano delle rapine per accumulare soldi e comprare delle armi da rivendere in America centrale? Siamo seri?
Non mi sono nemmeno divertito più di tanto, anche perché le battute di Murphy non vanno sempre a segno, a differenza del primo film (almeno in lingua originale). La regia di Tony Scott è fracassona e confusa, così come il montaggio, che ho trovato piuttosto grezzo e approssimativo nelle scene d'azione.
Anche il trio protagonista, Murphy, Reinhold e Ashton, pare piuttosto fiacco.
E non si nota che Tony Scott ebbe una relazione con la Nielsen, durante le riprese, vero? Per nulla proprio...
Uno dei temi musicali del film, poi, è una specie di copia di un pezzo di John Carpenter e Alan Howard composto per Fuga da New York; ricordate l'arrivo del "duca" a bordo della Limousine con i lampadari? Ecco, qui abbiamo un brano quasi identico, secondo me un vero e proprio plagio.
In conclusione: non un bel film.
VOTO: 5
domenica 5 novembre 2017
INFERNO -Mini Recensione-
Terzo film tratto dai romanzi di Dan Brown con Tom Hanks nei panni di Robert Langdon, questa volta ambientato (in parte) a Firenze.
Credo sia il peggiore della trilogia (spero sia anche l'ultimo), con un Hanks invecchiato e, assieme a quasi tutto il resto del cast, piuttosto annoiato.
Regia del discontinuo Ron Howard non pervenuta; probabilmente anche lui pensava solo a girare in fretta e furia questo pessimo film e incassare i soldoni.
Mi chiedo se gli imbarazzanti passaggi di sceneggiatura siano farina del sacco di Dan Brown o dello sceneggiatore David Koepp; come all'inizio del film, quando Langdon, in preda ad amnesia, non si ricorda la parola caffè ma rimembra esattamente il proprio indirizzo mail (WTF?), o quando riesce ad eludere la propria cattura semplicemente usando un'uscita secondaria del palazzo in cui si trovava. Per non parlare dei passaggi segreti dei luoghi d'arte di Firenze che conosce solo lui, alla faccia di chi lì ci lavora da anni. La trama è totalmente implausibile, quindi.
La colonna sonora è dell'immancabile Hans Zimmer (ormai è ovunque), che per fortuna si è trattenuto: ci mancava solo il suo solito commento musicale pomposo, ripetitivo e ridondante.
In pratica si tratta soltanto di un'operazione commerciale che sfrutta l'ennesimo libro di successo di un pessimo romanziere.
E da un brutto romanzo si può ricavare solo un orribile film.
VOTO: 4
Credo sia il peggiore della trilogia (spero sia anche l'ultimo), con un Hanks invecchiato e, assieme a quasi tutto il resto del cast, piuttosto annoiato.
Regia del discontinuo Ron Howard non pervenuta; probabilmente anche lui pensava solo a girare in fretta e furia questo pessimo film e incassare i soldoni.
Mi chiedo se gli imbarazzanti passaggi di sceneggiatura siano farina del sacco di Dan Brown o dello sceneggiatore David Koepp; come all'inizio del film, quando Langdon, in preda ad amnesia, non si ricorda la parola caffè ma rimembra esattamente il proprio indirizzo mail (WTF?), o quando riesce ad eludere la propria cattura semplicemente usando un'uscita secondaria del palazzo in cui si trovava. Per non parlare dei passaggi segreti dei luoghi d'arte di Firenze che conosce solo lui, alla faccia di chi lì ci lavora da anni. La trama è totalmente implausibile, quindi.
La colonna sonora è dell'immancabile Hans Zimmer (ormai è ovunque), che per fortuna si è trattenuto: ci mancava solo il suo solito commento musicale pomposo, ripetitivo e ridondante.
In pratica si tratta soltanto di un'operazione commerciale che sfrutta l'ennesimo libro di successo di un pessimo romanziere.
E da un brutto romanzo si può ricavare solo un orribile film.
VOTO: 4
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Tom Hanks
sabato 4 novembre 2017
CODICE D'ONORE -Mini Recensione-
Un classico dramma giudiziario in salsa militare.
Nella base militare di Guantànamo due militari vengono accusati dell'omicidio di un loro commilitone. Toccherà ad un giovane avvocato del JAG dimostrare la loro innocenza...
Bel film, diretto con mano sicura e senza fronzoli da Rob Reiner, con un Tom Cruise incredibilmente in parte, una bella e brava Demi Moore ma un Jack Nicholson forse un po' troppo sopra le righe come al solito. Da segnalare anche Kevin Bacon, attore molto versatile.
Tutto perfetto (o quasi), anche se c'è una scena che proprio non ho digerito: verso l'inizio assistiamo ad un colloquio tra il colonnello Jessep (Nicholson), il tenente Kendrick (Kiefer Sutherland) e il tenente colonnello Markinson (T.J. Walsh) nel quale vengono fornite informazioni allo spettatore che i protagonisti del film scopriranno solo a 3/4 della storia.
Nella base militare di Guantànamo due militari vengono accusati dell'omicidio di un loro commilitone. Toccherà ad un giovane avvocato del JAG dimostrare la loro innocenza...
Bel film, diretto con mano sicura e senza fronzoli da Rob Reiner, con un Tom Cruise incredibilmente in parte, una bella e brava Demi Moore ma un Jack Nicholson forse un po' troppo sopra le righe come al solito. Da segnalare anche Kevin Bacon, attore molto versatile.
Tutto perfetto (o quasi), anche se c'è una scena che proprio non ho digerito: verso l'inizio assistiamo ad un colloquio tra il colonnello Jessep (Nicholson), il tenente Kendrick (Kiefer Sutherland) e il tenente colonnello Markinson (T.J. Walsh) nel quale vengono fornite informazioni allo spettatore che i protagonisti del film scopriranno solo a 3/4 della storia.
La scena, tra l'altro, a livello temporale si colloca prima dell'antefatto (la morte del soldato) quindi la trovo decisamente inutile. Anzi peggio: praticamente toglie qualsiasi dubbio su chi ci sia dietro la sua morte.
Posso capire che si debba odiare il personaggio di Nicholson, ma così è quasi come spoilerare il finale.
Ed è per questo motivo che il mio voto finale non è particolarmente alto.
Posso capire che si debba odiare il personaggio di Nicholson, ma così è quasi come spoilerare il finale.
Ed è per questo motivo che il mio voto finale non è particolarmente alto.
VOTO: 7
giovedì 2 novembre 2017
NOME IN CODICE: BROKEN ARROW -Mini Recensione-
Ecco un altro tipico action movie degli anni '90.
In pieno deserto dello Utah, due piloti di caccia Stealth si contengono il recupero delle bombe nucleari che stavano trasportando; il "buono" Slater e il cattivo Travolta...
In pieno deserto dello Utah, due piloti di caccia Stealth si contengono il recupero delle bombe nucleari che stavano trasportando; il "buono" Slater e il cattivo Travolta...
Il plot di Graham Yost (lo stesso sceneggiatore di Speed) è interessante ma ci sono troppe assurdità ed esagerazioni che, alla fine, rovinano la storia, oltre a vari cliché tipici di certe pellicole d'azione.
Non amo troppo John Woo ma qui la sua regia è meno ridondante del solito (per fortuna).
Non amo troppo John Woo ma qui la sua regia è meno ridondante del solito (per fortuna).
John Travolta fa il solito cattivo sopra le righe, a volte davvero insopportabile (per come recita) mentre Christian Slater è perfetto nel ruolo dell'impavido eroe che cerca di risolvere la situazione, aiutato da Samantha Mathis, la bella e tosta ragazza di turno,
C'è anche la colonna sonora di Hans Zimmer, grazie al cielo piuttosto minimal, con sintetizzatori e chitarra elettrica.
Insomma: un action movie non del tutto riuscito (molto meglio il coevo Pioggia infernale, sceneggiato dallo stesso Yost e sempre con Slater) ma che si lascia ancora guardare dopo più di 20 anni.
VOTO: 6.5
mercoledì 1 novembre 2017
COLLATERAL -Mini Recensione-
Ecco un vero gioiellino, un thriller dalle tinte noir firmato da Michael Mann.
Los Angeles. Sul far della sera, un tassista si ritrova suo malgrado a dover "scortare" un killer professionista che deve portare a termine l'assassinio di 5 persone in una notte...
Una pellicola perfetta, con una semplice ma geniale sceneggiatura, un'ottima fotografia notturna (come sempre nei film di Mann) ed è anche uno dei primi film girati in digitale.
La regia è strepitosa; Michael Mann credo sia l'unico regista in grado di usare molta camera a mano senza stancare lo spettatore. I personaggi delle sue opere sono sempre molto ben caratterizzati e "approfonditi", tanto che anche qui, alla fine, si prova quasi pena per il cattivo (il killer Vincent interpretato da Cruise). Per non parlare della stupenda colonna sonora, con l'uso di molta musica non originale che crea la giusta atmosfera.
Ottima prova di tutto il cast, da Jamie Foxx a Mark Ruffalo, con una menzione particolare per Tom Cruise, attore che ho sempre reputato mediocre, qui invece probabilmente nella sua migliore interpretazione di sempre. Sarà stato merito di Michael Mann?
Comunque un film eccelso, da rivedere con piacere di tanto in tanto.
VOTO: 8,5
Los Angeles. Sul far della sera, un tassista si ritrova suo malgrado a dover "scortare" un killer professionista che deve portare a termine l'assassinio di 5 persone in una notte...
Una pellicola perfetta, con una semplice ma geniale sceneggiatura, un'ottima fotografia notturna (come sempre nei film di Mann) ed è anche uno dei primi film girati in digitale.
La regia è strepitosa; Michael Mann credo sia l'unico regista in grado di usare molta camera a mano senza stancare lo spettatore. I personaggi delle sue opere sono sempre molto ben caratterizzati e "approfonditi", tanto che anche qui, alla fine, si prova quasi pena per il cattivo (il killer Vincent interpretato da Cruise). Per non parlare della stupenda colonna sonora, con l'uso di molta musica non originale che crea la giusta atmosfera.
Ottima prova di tutto il cast, da Jamie Foxx a Mark Ruffalo, con una menzione particolare per Tom Cruise, attore che ho sempre reputato mediocre, qui invece probabilmente nella sua migliore interpretazione di sempre. Sarà stato merito di Michael Mann?
Comunque un film eccelso, da rivedere con piacere di tanto in tanto.
VOTO: 8,5
lunedì 23 ottobre 2017
OMBRE ROSSE -Mini Recensione-
Praticamente il prototipo dei film western che arriveranno di lì a poco, dove si possono trovare tutti gli elementi che diventeranno i classici cliché del genere: il dottore ubriacone, la prostituta che vorrebbe rifarsi una vita, il pistolero che alla fine saprà riscattarsi, l'attacco alla diligenza da parte degli indiani...
Il look è ancora quello dei vecchi western dell'epoca del muto, ma secondo me non è affatto una pecca. La regia di Ford è sicura e impeccabile come al solito, con un cast azzeccato e personaggi memorabili.
John Wayne/Ringo Kid che entra in scena dopo molti minuti dall'inizio con una strepitosa carrellata in avanti; un elegante e sornione John Carradine d'annata e molti altri attori che ritroveremo nei film successivi del regista con la benda all'occhio.
Meritato premio Oscar a Thomas Mitchell come attore non protagonista.
Dei western di John Ford, lo ritengo inferiore solo a L'uomo che uccise Liberty Valance, ma di sicuro può essere considerato un capolavoro.
VOTO: 8,5
Il look è ancora quello dei vecchi western dell'epoca del muto, ma secondo me non è affatto una pecca. La regia di Ford è sicura e impeccabile come al solito, con un cast azzeccato e personaggi memorabili.
John Wayne/Ringo Kid che entra in scena dopo molti minuti dall'inizio con una strepitosa carrellata in avanti; un elegante e sornione John Carradine d'annata e molti altri attori che ritroveremo nei film successivi del regista con la benda all'occhio.
Meritato premio Oscar a Thomas Mitchell come attore non protagonista.
Dei western di John Ford, lo ritengo inferiore solo a L'uomo che uccise Liberty Valance, ma di sicuro può essere considerato un capolavoro.
VOTO: 8,5
venerdì 20 ottobre 2017
SOTTO CORTE MARZIALE -Mini Recensione-
Prendiamo alcuni elementi de La grande fuga, qualcos'altro di Stalag 17, aggiungiamoci cliché del genere bellico a go-go, un pizzico di legal thriller e, assieme ai due protagonisti, Bruce Willis & Colin Farrell, ecco che otterremo SOTTO CORTE MARZIALE.
L'ho rivisto recentemente e mi è parso comunque migliore di quello che pensavo.
La regia di Gregory Hoblit non è male (per me un regista sottovalutato) e gli interpreti se la cavano tutti bene, anche Bruce Willis che negli ultimi anni pare sempre più svogliato.
Ripeto, i difetti di questo film rimangono gli innumerevoli stereotipi del caso: dall'ufficiale nazista apparentemente umano e simpatico, al soldato americano trafficone, odioso e bastardo, passando per l'imputato accusato di omicidio palesemente innocente, fino al finale retorico e piuttosto improbabile in stile "ammericano".
Ma ci sono anche un paio di spunti notevoli che riguardano l'ipocrisia, le contraddizioni e il razzismo nei confronti dei soldati (e piloti, in questo caso) di colore americani durante la seconda guerra mondiale.
Insomma, probabilmente un film da rivalutare.
VOTO: 7-
L'ho rivisto recentemente e mi è parso comunque migliore di quello che pensavo.
La regia di Gregory Hoblit non è male (per me un regista sottovalutato) e gli interpreti se la cavano tutti bene, anche Bruce Willis che negli ultimi anni pare sempre più svogliato.
Ripeto, i difetti di questo film rimangono gli innumerevoli stereotipi del caso: dall'ufficiale nazista apparentemente umano e simpatico, al soldato americano trafficone, odioso e bastardo, passando per l'imputato accusato di omicidio palesemente innocente, fino al finale retorico e piuttosto improbabile in stile "ammericano".
Ma ci sono anche un paio di spunti notevoli che riguardano l'ipocrisia, le contraddizioni e il razzismo nei confronti dei soldati (e piloti, in questo caso) di colore americani durante la seconda guerra mondiale.
Insomma, probabilmente un film da rivalutare.
VOTO: 7-
lunedì 16 ottobre 2017
WYATT EARP-La leggenda -Mini Recensione-
Mai fidarsi di un film mai uscito al cinema che trovi quasi per caso su Sky.
Un western davvero pessimo, sotto ogni punto di vista: attori bamboccioni mai visti prima, girato coi piedi, scenografie cittadine da parco dei divertimenti, fotografia e messa in scena da denuncia (perfino il mio cortometraggio western ha un aspetto più professionale) ed effetti sonori delle "pistolettate" che paiono quelle delle armi giocattolo per bambini.
L'unica scena divertente (ma telefonata) è il presunto primo incontro tra Wyatt Earp e Doc Holliday, storicamente mai avvenuta.
Un imbolsito Val Kilmer è l'unico attore che si salva nel cast, ma deve essersi ridotto proprio male per aver accettato di recitare in una zozzeria simile.
Il peggior film western di tutti i tempi.
VOTO: 1
Un western davvero pessimo, sotto ogni punto di vista: attori bamboccioni mai visti prima, girato coi piedi, scenografie cittadine da parco dei divertimenti, fotografia e messa in scena da denuncia (perfino il mio cortometraggio western ha un aspetto più professionale) ed effetti sonori delle "pistolettate" che paiono quelle delle armi giocattolo per bambini.
L'unica scena divertente (ma telefonata) è il presunto primo incontro tra Wyatt Earp e Doc Holliday, storicamente mai avvenuta.
Un imbolsito Val Kilmer è l'unico attore che si salva nel cast, ma deve essersi ridotto proprio male per aver accettato di recitare in una zozzeria simile.
Il peggior film western di tutti i tempi.
VOTO: 1
lunedì 9 ottobre 2017
SCALA AL PARADISO -Mini Recensione-
Ecco un meraviglioso film con l'ineffabile David Niven.
Seconda guerra mondiale. Un pilota inglese, ultimo membro dell'equipaggio ad essere rimasto a bordo di un bombardiere in fiamme sopra il canale della Manica, dopo aver parlato alla radio con un'operatrice americana (la bella Kim Hunter), decide di lanciarsi. Apparentemente salvo, dopo aver conosciuto di persona l'americana ed essersene innamorato, inizia ad avere strane visioni dell'aldilà...
Un film quasi bizzarro, che inizia come un film di guerra per poi sconfinare nel fantastico.
Grande prova d'attore di David Niven, molto valida la regia del duo Power e Pressburger e ottima la fotografia, con l'uso del bianco e nero per rappresentare quello che dovrebbe essere il paradiso.
Una pellicola dalle molteplici chiavi di lettura. Le visioni del protagonista sono solo frutto della sua immaginazione? O sta accadendo veramente?
Un piccolo gioiello che consiglio di riscoprire.
VOTO: 8
venerdì 6 ottobre 2017
DRAG ME TO HELL -Mini Recensione-
Forse dovrei rivedermelo, ma credo di essere uno dei pochi che lo ritiene un film non del tutto riuscito.
Il plot è interessante: una vecchia zingara lancia una maledizione alla giovane impiegata di banca che, per ottenere una promozione, non le aveva concesso una proroga per il pagamento di un prestito precedentemente ottenuto...
Il film secondo me funziona fino alla fine del secondo atto, dove troviamo l'horror e il black/humor tipico del Raimi dei tempi d'oro assieme a molte scene da brivido che non si vedevano dai tempi de La Casa.
E' pure politicamente scorretto quanto basta.
Ma circa a metà pellicola c'è un passaggio nella trama, anche piuttosto ingenuo, che ti fa palesemente capire come andrà a finire la storia. Praticamente Raimi, che è anche lo sceneggiatore, si auto spoilera il finale.
Un dettaglio che mi fece davvero incavolare fin dalla prima visione al cinema, che di fatto rovina l'intero film.
VOTO: 6-
Il plot è interessante: una vecchia zingara lancia una maledizione alla giovane impiegata di banca che, per ottenere una promozione, non le aveva concesso una proroga per il pagamento di un prestito precedentemente ottenuto...
Il film secondo me funziona fino alla fine del secondo atto, dove troviamo l'horror e il black/humor tipico del Raimi dei tempi d'oro assieme a molte scene da brivido che non si vedevano dai tempi de La Casa.
E' pure politicamente scorretto quanto basta.
Ma circa a metà pellicola c'è un passaggio nella trama, anche piuttosto ingenuo, che ti fa palesemente capire come andrà a finire la storia. Praticamente Raimi, che è anche lo sceneggiatore, si auto spoilera il finale.
Un dettaglio che mi fece davvero incavolare fin dalla prima visione al cinema, che di fatto rovina l'intero film.
VOTO: 6-
domenica 1 ottobre 2017
OCTOBER LIST
Ogni tanto torno ad occuparmi anche di romanzi.
Ecco quindi una veloce recensione di OCTOBER LIST, un thriller firmato da Jeffery Deaver.
Trama: una bambina rapita e una madre che per salvarla deve recuperare una misteriosa lista...
Devo dire che mi aspettavo molto da questo romanzo, che ha la particolarità di iniziare con l'ultimo capitolo, per poi proseguire a ritroso, temporalmente parlando, fino all'inizio della storia.
Un esperimento interessante, ma molto pretenzioso.
Un esperimento interessante, ma molto pretenzioso.
Adoro Deaver, ma bisogna anche ammettere quando uno dei proprio idoli sbaglia clamorosamente.
Non è un brutto romanzo, anche perché ci sono i soliti elementi tipici di Deaver, compreso l'immancabile Plot Twist finale ma, una volta arrivato all'ultimo capitolo, mi sono sentito davvero preso in giro.
Non farò spoiler, dico solo che usando una specie di "spiegone" finale (o iniziale, a seconda del punto di vista) son capaci (quasi) tutti,
Da uno come Deaver mi sarei davvero aspettato un romanzo scritto alla rovescia che potesse essere letto indifferentemente sia partendo dalla prima pagina, sia dall'ultima, viste le premesse e il suo talento.
Sei un autore di thriller da milioni di copie vendute, non un dilettante alle prime armi: mettici un po' più di impegno per creare un qualcosa davvero di originale, oppure lascia perdere, se il risultato è questo.
Da uno come Deaver mi sarei davvero aspettato un romanzo scritto alla rovescia che potesse essere letto indifferentemente sia partendo dalla prima pagina, sia dall'ultima, viste le premesse e il suo talento.
Sei un autore di thriller da milioni di copie vendute, non un dilettante alle prime armi: mettici un po' più di impegno per creare un qualcosa davvero di originale, oppure lascia perdere, se il risultato è questo.
Da leggere solo se si è un vero fan di Jeffery Deaver, altrimenti lasciate perdere.
sabato 30 settembre 2017
CATCH .44 -Mini Recensione-
Per la serie: non basta avere Bruce Willis nel cast per girare un film alla Tarantino, e lo scrive uno che non è proprio un grande fan di Quentin.
La storia riprende il solito cliché: banda criminale improvvisata (tre ragazze, in questo caso) e un lavoro (sporco) apparentemente semplice che finisce in disastro...
Non funziona nulla in questa pellicola, partendo dalla trama (tutto già visto, come detto), passando al montaggio NON cronologico delle scene (senza essere Tarantino), fino alla recitazione mediocre e svogliata di Bruce Willis e Forest Whitaker. Abbiamo poi dialoghi pieni di parolacce messe lì a caso, con i protagonisti che raccontano barzellette e storielle sconce che non fanno ridere e l'immancabile "stallo alla messicana", il tutto perché fa molto Pulp Fiction.
Non funziona nulla in questa pellicola, partendo dalla trama (tutto già visto, come detto), passando al montaggio NON cronologico delle scene (senza essere Tarantino), fino alla recitazione mediocre e svogliata di Bruce Willis e Forest Whitaker. Abbiamo poi dialoghi pieni di parolacce messe lì a caso, con i protagonisti che raccontano barzellette e storielle sconce che non fanno ridere e l'immancabile "stallo alla messicana", il tutto perché fa molto Pulp Fiction.
Ma non basta conoscere a memoria i giusti ingredienti per essere in grado di preparare un buon piatto.
Insomma, evitate come la peste questo film, non a caso uscito direttamente per l'Home Video anche negli USA.
VOTO: 4,5
venerdì 29 settembre 2017
I DUE NEMICI -Mini Recensione-
Un classico della commedia italiana ma di co-produzione inglese, come si evince anche dalla regia di Guy Hamilton.
Non a caso la sceneggiatura è di Age & Scarpelli e Suso Cecchi D'amico, cosa che si nota praticamente subito.
La storia è quella di un reparto italiano in Abissinia nel 1941 che, sotto la guida del capitano Blasi (Alberto Sordi), dovrà vedersela con i soldati inglesi del Maggiore Richardson (David Niven), scambiandosi il ruolo di vincitori e vinti più volte nel corso del film...
Ok, siamo alle solite: i soldati italiani sono rappresentati come dei lavativi, pronti a tirarsi indietro alla prima occasione anziché combattere, con tanto di commento musicale apposito per sottolinearlo. Ma pure gli inglesi sembrano piuttosto stereotipati, nonostante alla fine facciano una figura migliore.
E' probabile che gli sceneggiatori volessero sbeffeggiare il colonialismo e l'entrata in guerra del regime fascista, riuscendoci per altro benissimo (basti vedere l'uso che viene fatto della canzone Faccetta nera), però una leggera sensazione di déjà vu l'ho provata.
David Niven e Alberto Sordi sono comunque mostruosi, tanto che è difficile scegliere il migliore, nonostante la recitazione di Sordi un po' troppo sopra le righe per i miei gusti.
N.B.
Mi sono visto la versione non doppiata, dove tutti gli italiani parlano in inglese con un marcato accento maccheronico.
VOTO: 8
Non a caso la sceneggiatura è di Age & Scarpelli e Suso Cecchi D'amico, cosa che si nota praticamente subito.
La storia è quella di un reparto italiano in Abissinia nel 1941 che, sotto la guida del capitano Blasi (Alberto Sordi), dovrà vedersela con i soldati inglesi del Maggiore Richardson (David Niven), scambiandosi il ruolo di vincitori e vinti più volte nel corso del film...
Ok, siamo alle solite: i soldati italiani sono rappresentati come dei lavativi, pronti a tirarsi indietro alla prima occasione anziché combattere, con tanto di commento musicale apposito per sottolinearlo. Ma pure gli inglesi sembrano piuttosto stereotipati, nonostante alla fine facciano una figura migliore.
E' probabile che gli sceneggiatori volessero sbeffeggiare il colonialismo e l'entrata in guerra del regime fascista, riuscendoci per altro benissimo (basti vedere l'uso che viene fatto della canzone Faccetta nera), però una leggera sensazione di déjà vu l'ho provata.
David Niven e Alberto Sordi sono comunque mostruosi, tanto che è difficile scegliere il migliore, nonostante la recitazione di Sordi un po' troppo sopra le righe per i miei gusti.
N.B.
Mi sono visto la versione non doppiata, dove tutti gli italiani parlano in inglese con un marcato accento maccheronico.
VOTO: 8
giovedì 28 settembre 2017
NIDO DI VESPE -Mini Recensione-
Uno dei pochi action francesi che, pur "scimmiottando" quelli americani, alla fine porta a casa la pagnotta.
Gli sbirri incaricati di scortare un boss della mafia albanese sono costretti a rifugiarsi in un magazzino della periferia di Strasburgo, dove una banda di ladri sta tentando di portare a termine un furto...
E' praticamente un remake non ufficiale di DISTRETTO 13 di John Carpenter ma ci sono anche citazioni ad altri film, come ALIENS-Scontro finale e I MAGNIFICI 7, tanto per citarne un paio.
E' praticamente un remake non ufficiale di DISTRETTO 13 di John Carpenter ma ci sono anche citazioni ad altri film, come ALIENS-Scontro finale e I MAGNIFICI 7, tanto per citarne un paio.
Buono il cast internazionale, con un sorprendente Valerio Mastandrea nei panni di un poliziotto dell'Interpol, assieme a Nadia Farès, Benoìt Magimel e Pascal Greggory.
Non male la regia di Florent Emilio Siri.
Peccato per l'abuso di alcuni cliché da film americano che i francesi si ostinano a riciclare (male) in salsa d'oltralpe.
Peccato per l'abuso di alcuni cliché da film americano che i francesi si ostinano a riciclare (male) in salsa d'oltralpe.
VOTO: 7+
mercoledì 27 settembre 2017
I CANNONI DI NAVARONE -Mini Recensione-
Sto decisamente diventando nostalgico.
Ecco un altro (grande) film bellico d'altri tempi con la classica missione quasi impossibile di un eterogeneo commando durante la seconda guerra mondiale.
Certo, a Gregory Peck nei panni del capitano inglese mancano modi e, sopratutto, l'accento british, ma basta la sua presenza scenica per rimediare.; c'è anche Antony Quinn, una garanzia in questo genere di pellicola.
E poi c'è l'incomparabile David Niven, in un ruolo che sembra avere meno spazio rispetto agli altri due, ma che nel terzo atto riesce a venir fuori, oscurandoli entrambi, in almeno un paio di scene.
La regia del discontinuo J. Lee Thompson qui è asciutta e concreta quanto basta e anche gli effetti speciali, seppur datati, non sfigurano più di tanto.
Quasi dimenticavo la colonna sonora firmata dal grande Dimitri Tiomkin.
VOTO: 7,5
Ecco un altro (grande) film bellico d'altri tempi con la classica missione quasi impossibile di un eterogeneo commando durante la seconda guerra mondiale.
Certo, a Gregory Peck nei panni del capitano inglese mancano modi e, sopratutto, l'accento british, ma basta la sua presenza scenica per rimediare.; c'è anche Antony Quinn, una garanzia in questo genere di pellicola.
E poi c'è l'incomparabile David Niven, in un ruolo che sembra avere meno spazio rispetto agli altri due, ma che nel terzo atto riesce a venir fuori, oscurandoli entrambi, in almeno un paio di scene.
La regia del discontinuo J. Lee Thompson qui è asciutta e concreta quanto basta e anche gli effetti speciali, seppur datati, non sfigurano più di tanto.
Quasi dimenticavo la colonna sonora firmata dal grande Dimitri Tiomkin.
VOTO: 7,5
martedì 26 settembre 2017
BLACK HAWK DOWN -Mini Recensione-
Credo sia il miglior film di Ridley Scott e il miglior film bellico d'ambientazione moderna.
Il ritmo è serratissimo, grazie anche ad un enorme lavoro di montaggio di Pietro Scalia (da esaurimento nervoso, viste le infinità di inquadrature mosse girate con la camera a mano) per un Oscar strameritato; un film corale composto da un cast di giovani promesse dell'epoca, molte delle quali si son perse poi per strada.
I difetti però ci sono, tipo la solita ridondante retorica americana, con i somali che sembrano tutti sporchi e cattivi mentre invece tra i militari USA non mancano gli ufficiali impassibili tutti d'un pezzo.
I difetti però ci sono, tipo la solita ridondante retorica americana, con i somali che sembrano tutti sporchi e cattivi mentre invece tra i militari USA non mancano gli ufficiali impassibili tutti d'un pezzo.
Comunque sono 2 ore e passa di grande e "serio" intrattenimento.
VOTO: 7,5
lunedì 25 settembre 2017
I GUERRIERI DELLA NOTTE -Mini Recensione-
Uno di quei film dell'infanzia, che attendevo in TV come un evento e, soprattutto, decisamente migliore di come lo ricordavo.
I Warriors, durante un raduno di bande nel Bronx, vengono accusati ingiustamente di aver ucciso il leader dei Riffs. Soli, in territorio nemico e braccati dalle gang rivali in cerca di vendetta, dovranno far ritorno a Coney Island cercando di portar a casa la pelle...
Il film ha un ritmo vertiginoso, un sacco di scene d'azione e di lotta magistralmente dirette da Walter Hill, una strepitosa colonna sonora da fine anni '70 e l'ottima fotografia notturna di Andrew Laszlo.
I membri del cast, James Remar e David Patrick Kelly a parte (che diventeranno attori feticcio di Hill) non avranno poi una grande carriera, ma sono tutti perfettamente in parte.
Un film probabilmente sottovalutato all'epoca, oggi un vero e proprio cult.
Da segnalare la versione Director's Cut, dove troviamo un prologo a disegni, che fa un parallelismo tra la storia del film e quella di antichi guerrieri greci in terra persiana, e degli inserti in stile fumetto che rovinano un poco il ritmo indiavolato della versione originale.
Meglio recuperare quella uscita al cinema nel 1979.
VOTO: 8,5
domenica 24 settembre 2017
RACE -IL COLORE DELLA VITTORIA -Mini Recensione-
Opera biografica sulle gesta di Jesse Owens alle olimpiadi del 1936 (ma non solo), con l'attore Stephan James nei panni del protagonista.
Un film probabilmente non abbastanza apprezzato da pubblico e critica che mi ha davvero sorpreso, anche perché ha almeno un paio di scene notevoli; e non tanto per come sono state girate, ma per quello che rappresentano e mostrano.
Owens, ad un certo punto, si ritroverà a pensare che nella Germania nazista potrebbe avere quasi più diritti che nei democratici USA dove è nato e cresciuto. E' una contraddizione che funziona alla grande, che fa riflettere, senza nessuna retorica. Sarà proprio un atleta tedesco, che lui batterà in pista, a fargli comprendere a fondo l'orrore del nazismo.
Ma una volta tornato in patria da vincitore, Jesse Owen tornerà ad essere trattato da uomo di colore, com'era prima di diventare un campione olimpico.
Non solo un ottimo film sportivo, quindi.
La regia di Stephen Hopkins è abbastanza pulita, senza fronzoli e piuttosto semplice; il che non è detto che sia un male per un film come questo.
E' ben recitato, con ottime scenografie e storicamente abbastanza fedele, anche se Avery Brundage, interpretato da Jeremy Irons, è rappresentato in maniera un tantino troppo positiva.
VOTO: 7,5
venerdì 22 settembre 2017
IL TRENO -Mini Recensione-
E' sempre un piacere riscoprire vecchi film di cui avevo un vago ricordo perché visti l'ultima volta ai tempi dell'infanzia.
Questo è uno di quelli.
Grande Burt Lancaster, perfetto nella parte del disilluso eroe del film, apparentemente anche codardo, che fino alla fine pare non capire l'importanza di salvare dai nazisti quel treno carico di opere d'arte, anche a costo di sacrificare vite umane; sembra quasi che sia il destino, o la "sfortuna", a costringerlo ad andare avanti. Paradossalmente ne è più ossessionato il suo avversario, il Colonnello Von Waldheim, ottimamente interpretato dall'attore inglese Paul Scofield, che arriva addirittura a disubbidire agli ordini per cercare di portare in Germania il suddetto treno.
Grande la fotografia in bianco e nero che rende più cupa l'atmosfera del film, compreso il finale, che non pare poi tanto a lieto fine...
Asciutta e pulita la regia di John Frankenheimer, subentrato ad Arthur Penn per volontà di Lancaster.
VOTO: 8,5
Questo è uno di quelli.
Grande Burt Lancaster, perfetto nella parte del disilluso eroe del film, apparentemente anche codardo, che fino alla fine pare non capire l'importanza di salvare dai nazisti quel treno carico di opere d'arte, anche a costo di sacrificare vite umane; sembra quasi che sia il destino, o la "sfortuna", a costringerlo ad andare avanti. Paradossalmente ne è più ossessionato il suo avversario, il Colonnello Von Waldheim, ottimamente interpretato dall'attore inglese Paul Scofield, che arriva addirittura a disubbidire agli ordini per cercare di portare in Germania il suddetto treno.
Grande la fotografia in bianco e nero che rende più cupa l'atmosfera del film, compreso il finale, che non pare poi tanto a lieto fine...
Asciutta e pulita la regia di John Frankenheimer, subentrato ad Arthur Penn per volontà di Lancaster.
VOTO: 8,5
giovedì 21 settembre 2017
FORZA 10 DA NAVARONE -Mini Recensione-
Sequel fuori tempo massimo de I CANNONI DI NAVARONE del 1961, dove al posto di Gregory Peck e David Niven troviamo il grande Robert Shaw ed Edward Fox.
In più abbiamo Harrison Ford, un giovane Carl Weathers e Franco Nero.
La regia del "Bondiano" Guy Hamilton non è male, anche se tipica degli anni '70, ma la storia non sempre pare funzionare. Il tono generale del film è piuttosto leggero, i battibecchi tra i due protagonisti sono molto divertenti, ma certe scene li ho trovate un po' troppo sopra le righe; effetti speciali ormai datati.
Robert Shaw non delude mai, mentre Harrison Ford pare a tratti annoiato.
Franco Nero non è assolutamente credibile nel ruolo della spia nazista ma pazienza.
Tirando le somme, il film non annoia ma è alquanto imperfetto.
VOTO: 6
In più abbiamo Harrison Ford, un giovane Carl Weathers e Franco Nero.
La regia del "Bondiano" Guy Hamilton non è male, anche se tipica degli anni '70, ma la storia non sempre pare funzionare. Il tono generale del film è piuttosto leggero, i battibecchi tra i due protagonisti sono molto divertenti, ma certe scene li ho trovate un po' troppo sopra le righe; effetti speciali ormai datati.
Robert Shaw non delude mai, mentre Harrison Ford pare a tratti annoiato.
Franco Nero non è assolutamente credibile nel ruolo della spia nazista ma pazienza.
Tirando le somme, il film non annoia ma è alquanto imperfetto.
VOTO: 6
martedì 19 settembre 2017
BELOW -Mini Recensione-
Seconda guerra mondiale. Un sommergibile (e non sottomarino come leggo ovunque) americano raccoglie i tre unici sopravvissuti all'affondamento di una nave ospedale. Uno di loro è un'infermiera, che subito crea scompiglio in quando donna e, quindi, portatrice di sventura per i superstiziosi marinai. Poco dopo, strani e inquietanti fenomeni iniziano a manifestarsi a bordo...
Un interessante thriller dai toni soprannaturali ambientato durante la WW2, co-sceneggiato da Darren Aronofski; è bello teso, claustrofobico e con buoni colpi di scena.
David Twohy probabilmente è più bravo a sceneggiare che a dirigere, ma qui riesce comunque a fare bene anche il regista. Forse c'è qualche cliché di troppo, assieme a qualche licenza/forzatura storica riguardo i sommergibili del secondo conflitto mondiale, ma il film funziona.
La protagonista femminile Olivia Williams non delude, così come il versatile Bruce Greenwood; da segnalare anche un giovane Zach Galifianakis.
Da recuperare.
VOTO: 7
Un interessante thriller dai toni soprannaturali ambientato durante la WW2, co-sceneggiato da Darren Aronofski; è bello teso, claustrofobico e con buoni colpi di scena.
David Twohy probabilmente è più bravo a sceneggiare che a dirigere, ma qui riesce comunque a fare bene anche il regista. Forse c'è qualche cliché di troppo, assieme a qualche licenza/forzatura storica riguardo i sommergibili del secondo conflitto mondiale, ma il film funziona.
La protagonista femminile Olivia Williams non delude, così come il versatile Bruce Greenwood; da segnalare anche un giovane Zach Galifianakis.
Da recuperare.
VOTO: 7
domenica 17 settembre 2017
007 VENDETTA PRIVATA -Mini Recensione-
Secondo e ultimo film di Bond interpretato da Timothy Dalton.
La pellicola parte bene, con un prologo davvero spettacolare e un notevole stunt.
Anche il Villain di turno, il granitico Robert Davi, funziona; ma la parte centrale del film mi ha proprio annoiato. Anche il regista John Glen pare quasi svogliato, a tratti.
La Bond girl è insulsa e caratterizzata malissimo: ci viene presentata come un'agente della CIA che sa difendersi durante una rissa in un bar ma poi diventa inspiegabilmente timida, impacciata e gelosa di Bond, per poi tornare a sprazzi capace di prendere a calci chiunque.
Buona l'idea di dare spazio a Q facendolo scendere "in campo" ma continuo a ritenere che i gadget di Bond risultino troppo improbabili e naif per un (relativamente) moderno action movie.
La colonna sonora di Michael Kamen, quando non richiama il tema bondiano per eccellenza, risulta troppo simile a quella di Die Hard; era lo stile di Kamen, d'accordo, ma mi aspettavo l'arrivo di McClane da un momento all'altro...
Il ritmo e la storia si riprendono nel finale, riuscendo quindi a strappare almeno la sufficienza.
Peccato non abbiano dato un'altra possibilità a Timothy Dalton perché qui secondo me funziona comunque alla grande.
La pellicola parte bene, con un prologo davvero spettacolare e un notevole stunt.
Anche il Villain di turno, il granitico Robert Davi, funziona; ma la parte centrale del film mi ha proprio annoiato. Anche il regista John Glen pare quasi svogliato, a tratti.
La Bond girl è insulsa e caratterizzata malissimo: ci viene presentata come un'agente della CIA che sa difendersi durante una rissa in un bar ma poi diventa inspiegabilmente timida, impacciata e gelosa di Bond, per poi tornare a sprazzi capace di prendere a calci chiunque.
Buona l'idea di dare spazio a Q facendolo scendere "in campo" ma continuo a ritenere che i gadget di Bond risultino troppo improbabili e naif per un (relativamente) moderno action movie.
La colonna sonora di Michael Kamen, quando non richiama il tema bondiano per eccellenza, risulta troppo simile a quella di Die Hard; era lo stile di Kamen, d'accordo, ma mi aspettavo l'arrivo di McClane da un momento all'altro...
Il ritmo e la storia si riprendono nel finale, riuscendo quindi a strappare almeno la sufficienza.
Peccato non abbiano dato un'altra possibilità a Timothy Dalton perché qui secondo me funziona comunque alla grande.
venerdì 15 settembre 2017
007 ZONA PERICOLO -Mini Recensione-
Personalmente ritengo Timothy Dalton un Bond sottovalutato, così come questo film.
Mi sono ricreduto su Dalton dopo averlo visto in lingua originale, dove ovviamente si può apprezzare maggiormente la performance di un attore.
Il suo Bond non è spaccone come quello di Moore, né rude e un tantino bastardo come quello di Connery e forse è ancor meglio di Brosnam, che l'attore gallese sostituì all'ultimo momento (L'insulso Lazemby non lo considero nemmeno).
Avrebbe meritato di interpretare almeno un terzo film.
Questa pellicola poi, che ho appena rivisto, mi piace un sacco.Certo, la prima parte contiene alcune ingenuità e scene sopra le righe più adatte al Bond di Moore, perché sembrano in contrasto col tono serio e credibile che Dalton cerca di dare a tutta la storia, ma la seconda parte diventa un solido action anni '80 ben girato.
John Glen è probabilmente il miglior regista dei film di 007 e le scene d'azione non deludono.
Grande anche Art Malik, che interpreterà qualche anno dopo il cattivone di True Lies.
Molto anni '80 ma ancora orecchiabile la canzone dei titoli di testa degli a-Ah.
Un film da rivalutare.
martedì 12 settembre 2017
ATOMICA BIONDA -Mini Recensione-
Un action movie con una specie di Jason Bourne al femminile (tratto da un fumetto) ambientato nella Berlino est del 1989...
Il trailer prometteva bene, adoro Charlize Theron, soprattutto in versione Bad Ass e i combattimenti a mani nude che si vedono nel film non deludono: sono ben girati, con lunghi piani sequenza, violenti, crudi e abbastanza realistici. Del resto il regista, tale David Leitch, è un ex stuntman esperto in arti marziali.
Charlize è super sexy e c'è anche un pizzico di sesso lesbo. Pure l'atmosfera da anni '80 è ricreata piuttosto bene.
Ma la trama?
Praticamente abbiamo la nostra protagonista, una spia dell'MI6 inglese, che durante un interrogatorio davanti ai superiori, fumando una sigaretta dopo l'altra, racconta quello che le è capitato con una serie di flash back.
C'è di mezzo anche l'immancabile lista di agenti segreti da recuperare ma i colpi di scena sono telefonati, con un James McAvoy quasi irritante.
Insomma, un'occasione sprecata.
VOTO: 6.5
Il trailer prometteva bene, adoro Charlize Theron, soprattutto in versione Bad Ass e i combattimenti a mani nude che si vedono nel film non deludono: sono ben girati, con lunghi piani sequenza, violenti, crudi e abbastanza realistici. Del resto il regista, tale David Leitch, è un ex stuntman esperto in arti marziali.
Charlize è super sexy e c'è anche un pizzico di sesso lesbo. Pure l'atmosfera da anni '80 è ricreata piuttosto bene.
Ma la trama?
Praticamente abbiamo la nostra protagonista, una spia dell'MI6 inglese, che durante un interrogatorio davanti ai superiori, fumando una sigaretta dopo l'altra, racconta quello che le è capitato con una serie di flash back.
C'è di mezzo anche l'immancabile lista di agenti segreti da recuperare ma i colpi di scena sono telefonati, con un James McAvoy quasi irritante.
Insomma, un'occasione sprecata.
VOTO: 6.5
sabato 9 settembre 2017
IL VOLO DELLA FENICE -Mini Recensione-
Altro classico degli anni '60 (e poi della mia infanzia) che incredibilmente fu un flop al botteghino.
James Stewart è uno dei miei attori preferiti; in originale è molto più burbero e antipatico della versione doppiata dal comunque bravissimo Gualtiero De Angelis (che lo faceva apparire più bonaccione), ma anche qui è immenso.
James Stewart è uno dei miei attori preferiti; in originale è molto più burbero e antipatico della versione doppiata dal comunque bravissimo Gualtiero De Angelis (che lo faceva apparire più bonaccione), ma anche qui è immenso.
E ed era un vero pilota, tra l'altro.
Ma anche il resto del cast non scherza: Peter Finch, Richard Attenborough, Hardy Kruger, Ernest Borgnine, George Kennedy.
Ma anche il resto del cast non scherza: Peter Finch, Richard Attenborough, Hardy Kruger, Ernest Borgnine, George Kennedy.
venerdì 8 settembre 2017
GIORNO MALEDETTO -Mini Recensione-
Un classico che ho recuperato qualche tempo fa.
Una mattina, un misterioso uomo con una menomazione al braccio sinistro scende dal treno a Black Rock, una sperduta cittadina ai limiti del deserto nel sud ovest degli Stati Uniti e subito crea scompiglio mettendosi a fare domande su un nippo-americano che viveva lì e del quale si sono perse le notizie...
Per me un vero e proprio capolavoro dalle atmosfere western, con un incredibile Spencer Tracy e altri comprimari d'eccezione: Robert Ryan, Ernest Bornigne, Lee Marvin e Walter Brennan, quest'ultimo impagabile come al solito.
lunedì 4 settembre 2017
DUNKIRK -Mini Recensione-
Da molti definita come la migliore pellicola di Nolan.
Un film corale, intenso, coinvolgente, non prolisso (come invece risultano essere gli altri lavori del regista inglese) e quindi tutto fila via senza perdersi in inutili lungaggini.
Ottimi gli interpreti, anche perché ci sono buonissimi attori per piccole parti (vedi Cillian Murphy).
E poi c'è Tom Hardy: probabilmente l'unico attore vivente capace di recitare in modo eccelso anche con il volto coperto da maschera e occhiali da aviatore praticamente per tutto il film.
Regia di Nolan magistrale, a tratti epica. Il nemico tedesco non si vede mai in faccia ma è sempre presente, non ti molla mai, non ti lascia tregua.
Lo devo ammettere: è un capolavoro!
VOTO: 8,5
Un film corale, intenso, coinvolgente, non prolisso (come invece risultano essere gli altri lavori del regista inglese) e quindi tutto fila via senza perdersi in inutili lungaggini.
Ottimi gli interpreti, anche perché ci sono buonissimi attori per piccole parti (vedi Cillian Murphy).
E poi c'è Tom Hardy: probabilmente l'unico attore vivente capace di recitare in modo eccelso anche con il volto coperto da maschera e occhiali da aviatore praticamente per tutto il film.
Regia di Nolan magistrale, a tratti epica. Il nemico tedesco non si vede mai in faccia ma è sempre presente, non ti molla mai, non ti lascia tregua.
Lo devo ammettere: è un capolavoro!
VOTO: 8,5
sabato 2 settembre 2017
REC -Mini Recensione-
Ottimo horror spagnolo, quando ancora il genere "stile documentario in diretta" non aveva saturato il mercato e i "cosiddetti".
Lo vidi al cinema assieme ad una banda di ragazzini annoiati che avevano optato per questo film dopo che non avevano trovato posto in un'altra sala.
L'inizio molto lento non prometteva bene, tanto che i ragazzini/e non la smettevano di brontolare e parlare tra di loro, ma quando (nel film) i pompieri e la giornalista scoprono i primi infetti nel palazzo in quarantena, ecco che gli adolescenti annoiati cominciarono ad abbandonare la sala in preda al terrore.
Una cosa mai vista prima!
Davvero, uno dei film più terrificanti degli ultimi anni, girato molto bene dai due registi spagnoli Plaza e Balagueró. Quando lo rividi la seconda volta a casa, in DVD, mi fece lo stesso effetto, anche se conoscevo già la storia.
Peccato per il doppiaggio e l'adattamento italiano da denuncia e gli inutili sequel che rovinano anche il mistero e l'inquietudine del finale di questo REC.
Non male il remake americano anche se decisamente inferiore.
VOTO: 7,5
Lo vidi al cinema assieme ad una banda di ragazzini annoiati che avevano optato per questo film dopo che non avevano trovato posto in un'altra sala.
L'inizio molto lento non prometteva bene, tanto che i ragazzini/e non la smettevano di brontolare e parlare tra di loro, ma quando (nel film) i pompieri e la giornalista scoprono i primi infetti nel palazzo in quarantena, ecco che gli adolescenti annoiati cominciarono ad abbandonare la sala in preda al terrore.
Una cosa mai vista prima!
Davvero, uno dei film più terrificanti degli ultimi anni, girato molto bene dai due registi spagnoli Plaza e Balagueró. Quando lo rividi la seconda volta a casa, in DVD, mi fece lo stesso effetto, anche se conoscevo già la storia.
Peccato per il doppiaggio e l'adattamento italiano da denuncia e gli inutili sequel che rovinano anche il mistero e l'inquietudine del finale di questo REC.
Non male il remake americano anche se decisamente inferiore.
VOTO: 7,5
mercoledì 30 agosto 2017
TOP GUN -Mini Recensione-
Probabilmente il secondo film icona degli anni '80 per eccellenza (dopo Ritorno al futuro) anche se secondo qualcuno è solo un filmaccio di stampo "Reaganiano"che ha ben poco da dire.
In realtà, se lo si prende per quello che è, non è proprio malaccio.
Tom Cruise era in piena rampa di lancio verso una duratura carriera cinematografica, un Val Kilmer che di lì a poco sarebbe esploso (per durare troppo poco), la classica regia con fotografia patinata e montaggio perfetto di Tony Scott (non c'è una sola inquadratura fuori posto) col difetto però di avere una storia che vorrebbe essere seria ma che invece risulta molto superficiale, tanto che i sensi di colpa per la morte dell'amico del protagonista Maverik/Cruise durano un quarto d'ora, più o meno.
Ma ci si diverte, forse con molta nostalgia degli anni '80, quando quelli come me erano quasi adolescenti e vedevano gli USA come la terra promessa.
Chi se ne frega se i russi vengono ritratti come delle semplici comparse quasi fuori campo (non li vediamo nemmeno mai in faccia) da odiare a prescindere perché comunisti cattivi: dopo tutto eravamo all'apice della guerra fredda (il comunismo sovietico si sarebbe sgretolato tre anni dopo).
E poi c'è la presenza di una giovane e ultra sexy Kelly McGillis che da sola vale mezzo film.
In realtà, se lo si prende per quello che è, non è proprio malaccio.
Tom Cruise era in piena rampa di lancio verso una duratura carriera cinematografica, un Val Kilmer che di lì a poco sarebbe esploso (per durare troppo poco), la classica regia con fotografia patinata e montaggio perfetto di Tony Scott (non c'è una sola inquadratura fuori posto) col difetto però di avere una storia che vorrebbe essere seria ma che invece risulta molto superficiale, tanto che i sensi di colpa per la morte dell'amico del protagonista Maverik/Cruise durano un quarto d'ora, più o meno.
Ma ci si diverte, forse con molta nostalgia degli anni '80, quando quelli come me erano quasi adolescenti e vedevano gli USA come la terra promessa.
Chi se ne frega se i russi vengono ritratti come delle semplici comparse quasi fuori campo (non li vediamo nemmeno mai in faccia) da odiare a prescindere perché comunisti cattivi: dopo tutto eravamo all'apice della guerra fredda (il comunismo sovietico si sarebbe sgretolato tre anni dopo).
E poi c'è la presenza di una giovane e ultra sexy Kelly McGillis che da sola vale mezzo film.
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sabato 26 agosto 2017
X-MEN APOCALISSE -Mini Recensione-
Ero restio a guardarmi l'ultimo (per il momento) capitolo sugli X-men per vari motivi: l'ambientazione anni '80 ricreata male, la solita trama da cinefumetto con un nuovo potente cattivone di turno che vuole distruggere il mondo (non ne posso più), il solito Magneto che si redime, poi si incaxxa, poi si redime di nuovo (fino al prossimo capitolo) e la regia del sopravvalutatissimo Bryan Singer (vive ancora di rendita grazie a I soliti sospetti) che si prende troppo sul serio anche in una pellicola con super eroi mutanti (una delle peggiori cose che si possa fare).
Però, dopo un inizio pieno di effettacci digitali stile video game e fotograficamente ben poco realistici, in parte mi sono ricreduto. A tratti mi sono divertito, merito soprattutto di questa versione di Quicksilver, secondo me il personaggio più "cool" di tutti, tanto che alla fine non mi ha lasciato proprio l'amaro in bocca, anzi.
Un altro grosso difetto però è stata la lunghezza eccessiva.
Mi è sembrato estremamente prolisso, ma forse la colpa è della lungaggine di certe scene spettacolari piene di effetti speciali, che dovrebbero intrattenere lo spettatore ma che, se non gestite bene, rischiano di ottenere il risultato opposto, cioè quello di guardare l'orologio sperando che il combattimento tra il cattivo super potente e gli X-Men finisca presto.
Insomma: non malissimo ma nemmeno bene.
VOTO: 5
Però, dopo un inizio pieno di effettacci digitali stile video game e fotograficamente ben poco realistici, in parte mi sono ricreduto. A tratti mi sono divertito, merito soprattutto di questa versione di Quicksilver, secondo me il personaggio più "cool" di tutti, tanto che alla fine non mi ha lasciato proprio l'amaro in bocca, anzi.
Un altro grosso difetto però è stata la lunghezza eccessiva.
Mi è sembrato estremamente prolisso, ma forse la colpa è della lungaggine di certe scene spettacolari piene di effetti speciali, che dovrebbero intrattenere lo spettatore ma che, se non gestite bene, rischiano di ottenere il risultato opposto, cioè quello di guardare l'orologio sperando che il combattimento tra il cattivo super potente e gli X-Men finisca presto.
Insomma: non malissimo ma nemmeno bene.
VOTO: 5
martedì 22 agosto 2017
AIR FORCE ONE -Mini Recensione-
Giusto l'altro giorno discutevo con un amico sul fatto che molti critici infilano la politica in qualsiasi film, anche nel peggior (o miglior) action americano.
Be', questo è uno di quei film in cui il messaggio politico c'è, eccome, purtroppo: "Noi americani siamo i migliori, quindi se ci sentiamo minacciati abbiamo tutto il diritto di attaccarvi preventivamente!"
Spero che il motivo di tutto questo sia stato quello di "ruffianarsi" il più alto numero di spettatori americani.
Tornando "seri" (mica tanto), parliamo degli aspetti tecnici.
Ci sono un sacco di cliché ed ingenuità, partendo dal solito "insider" che aiuta i terroristi ad infiltrarsi (anche se non ci viene spiegato il perché), gli stessi terroristi che mandano un uomo alla volta a cercare colui che li sta intralciando, l'immancabile villain sopra le righe (il comunque bravo Gary Oldman) che si crede nel giusto e il presidente USA che vorrebbe salvare prima gli innocenti, ma contemporaneamente non vuole cedere ai ricatti dei terroristi per principio.
Per non parlare dei membri del suo staff che si immolano al suo posto in un battito di ciglia.
"Signor Presidente, morirò io al suo posto. Non si preoccupi per mia moglie e i miei figli: meglio dei bambini orfani di padre che un Paese orfano del proprio Presidente!"
Ok, questa battuta nel film non esiste, ma il concetto è questo.
E non manca neppure la colonna sonora ridondante di Jerry Goldsmith che con un arrangiamento stile "inno funebre militare" rende il tutto ancora più fragorosamente retorico.
Harrison Ford qui rifà praticamente lo stesso personaggio che abbiamo già visto in Giochi di potere, Il fuggitivo, ecc.
Regia di Petersen non pervenuta ed effetti speciali datati e ridicoli.
Insomma, come NON girare un action movie americano.
Eppure tutto sommato è divertente, se non lo si prende sul serio. Ma non basta a salvarlo.
VOTO: 5
Be', questo è uno di quei film in cui il messaggio politico c'è, eccome, purtroppo: "Noi americani siamo i migliori, quindi se ci sentiamo minacciati abbiamo tutto il diritto di attaccarvi preventivamente!"
Spero che il motivo di tutto questo sia stato quello di "ruffianarsi" il più alto numero di spettatori americani.
Tornando "seri" (mica tanto), parliamo degli aspetti tecnici.
Ci sono un sacco di cliché ed ingenuità, partendo dal solito "insider" che aiuta i terroristi ad infiltrarsi (anche se non ci viene spiegato il perché), gli stessi terroristi che mandano un uomo alla volta a cercare colui che li sta intralciando, l'immancabile villain sopra le righe (il comunque bravo Gary Oldman) che si crede nel giusto e il presidente USA che vorrebbe salvare prima gli innocenti, ma contemporaneamente non vuole cedere ai ricatti dei terroristi per principio.
Per non parlare dei membri del suo staff che si immolano al suo posto in un battito di ciglia.
"Signor Presidente, morirò io al suo posto. Non si preoccupi per mia moglie e i miei figli: meglio dei bambini orfani di padre che un Paese orfano del proprio Presidente!"
Ok, questa battuta nel film non esiste, ma il concetto è questo.
E non manca neppure la colonna sonora ridondante di Jerry Goldsmith che con un arrangiamento stile "inno funebre militare" rende il tutto ancora più fragorosamente retorico.
Harrison Ford qui rifà praticamente lo stesso personaggio che abbiamo già visto in Giochi di potere, Il fuggitivo, ecc.
Regia di Petersen non pervenuta ed effetti speciali datati e ridicoli.
Insomma, come NON girare un action movie americano.
Eppure tutto sommato è divertente, se non lo si prende sul serio. Ma non basta a salvarlo.
VOTO: 5
domenica 20 agosto 2017
QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE -Mini Recensione-
Non sono mai stato un fan di certe sofisticate commedie inglesi ma questa è l'eccezione che conferma la regola, tanto da diventare addirittura uno dei miei film preferiti.
In lingua originale perde però un po' di ritmo nelle battute (in particolar modo nella scena col prete interpretato da Rowan Atkinson), anche perché l'humor inglese non sempre riesce ad andare a segno se non sei British ma il film ne guadagna in qualità (della recitazione), tanto che Hugh Grant sembra ancora più impacciato e tonto ma, soprattutto, più credibile nel ruolo.
Inoltre si percepisce un'atmosfera molto più surreale, che solo gli inglesi sono in grado di creare.
Bella la MacDowell ma le preferisco di gran lunga Kristin Scott Thomas.
Buona e piuttosto originale la sceneggiatura, pulita e senza fronzoli la regia di Mike Newell.
Adoro sempre rivedere la reazione violenta e isterica di Henrietta/facciadaculo (duckface in originale) quando il suo promesso sposo ammette di amare un'altra davanti all'altare.
VOTO: 8
In lingua originale perde però un po' di ritmo nelle battute (in particolar modo nella scena col prete interpretato da Rowan Atkinson), anche perché l'humor inglese non sempre riesce ad andare a segno se non sei British ma il film ne guadagna in qualità (della recitazione), tanto che Hugh Grant sembra ancora più impacciato e tonto ma, soprattutto, più credibile nel ruolo.
Inoltre si percepisce un'atmosfera molto più surreale, che solo gli inglesi sono in grado di creare.
Bella la MacDowell ma le preferisco di gran lunga Kristin Scott Thomas.
Buona e piuttosto originale la sceneggiatura, pulita e senza fronzoli la regia di Mike Newell.
Adoro sempre rivedere la reazione violenta e isterica di Henrietta/facciadaculo (duckface in originale) quando il suo promesso sposo ammette di amare un'altra davanti all'altare.
VOTO: 8
martedì 15 agosto 2017
QUEL MALEDETTO TRENO BLINDATO -Mini Recensione-
Mi scusino i fan del regista di Pulp Fiction, ma questo film di Enzo G. Castellari, diventato un cult anche grazie a Tarantino, non riesce proprio a convincermi.
Se il plot originale pare piuttosto azzeccato, è quasi tutto il resto che non funziona: dialoghi e personaggi al limite del ridicolo o dell'ingenuità, doppiaggio mediocre (o svogliato) e pressapochismo a go-go.
Sto parlando delle divise dei militari, sia dei tedeschi che degli americani, i baffoni e basette da blaxploitation di Fred Williamson (siamo negli anni '70 o nella WW2?), la pronuncia della lingua tedesca in molte occasioni approssimativa, attori sopra le righe nelle scene di combattimento (il pur bravo Williamson su tutti) e anacronismi vari.
Però molte scene d'azione sono girate bene, ci sono anche un sacco di citazioni ad altri film e non è che ci si annoi. Si nota uno certo impegno, soprattutto considerando i pochi soldi a disposizione, ma rimane un prodotto diretto in modo discontinuo; molte cose sembrano girate in fretta, altre sono molto ben riuscite. L'esplosione finale della stazione ferroviaria è palesemente girata con dei modellini ma l'ultima parte, quella dell'assalto al treno, è quella che funziona meglio.
Secondo la mia opinione rimane un film sopravvalutato, ma forse nemmeno pessimo come pensavo.
Se il plot originale pare piuttosto azzeccato, è quasi tutto il resto che non funziona: dialoghi e personaggi al limite del ridicolo o dell'ingenuità, doppiaggio mediocre (o svogliato) e pressapochismo a go-go.
Sto parlando delle divise dei militari, sia dei tedeschi che degli americani, i baffoni e basette da blaxploitation di Fred Williamson (siamo negli anni '70 o nella WW2?), la pronuncia della lingua tedesca in molte occasioni approssimativa, attori sopra le righe nelle scene di combattimento (il pur bravo Williamson su tutti) e anacronismi vari.
Però molte scene d'azione sono girate bene, ci sono anche un sacco di citazioni ad altri film e non è che ci si annoi. Si nota uno certo impegno, soprattutto considerando i pochi soldi a disposizione, ma rimane un prodotto diretto in modo discontinuo; molte cose sembrano girate in fretta, altre sono molto ben riuscite. L'esplosione finale della stazione ferroviaria è palesemente girata con dei modellini ma l'ultima parte, quella dell'assalto al treno, è quella che funziona meglio.
Secondo la mia opinione rimane un film sopravvalutato, ma forse nemmeno pessimo come pensavo.
venerdì 11 agosto 2017
INDEPENDENCE DAY -Mini Recensione-
Era il 1996 (una vita fa) e anche io andai al cinema a vedere questa pellicola che si preannunciava spettacolare.
Mi ricordo che per buona metà guardai il film seduto per terra, tanto era piena l'unica sala del piccolo cinema locale.
Ho sempre avuto un piacevole ricordo di INDEPENDENCE DAY, il primo film che riuscì davvero a stupirmi con gli effetti speciali. Rivedendolo dopo alcuni anni è stato un piacere ritrovare lo spaccone Will Smith, l'impacciato Jeff Goldblum, un Bill Pullman nella parte della sua vita (è perfetto nei panni del classico presidente USA che ha davvero a cuore ogni singolo elettore, quello che tutti gli americani vorrebbero avere) e l'impagabile Randy Quaid nel ruolo del pilota ubriacone un po' pazzoide. I personaggi saranno anche caratterizzati in modo poco originale, però tutti sono perfettamente in parte. La storia è la solita "americanata" e il discorso del Presidente Pullman/Whitmore prima dell'attacco finale è retorica USA al 100%, ma chi se ne frega.
Il film è divertente, non è eccessivamente stupido, funziona molto più dell'inutile recente seguito e, come dico spesso, se paragonato ad altri film fracassoni più recenti, anche dello stesso Roland Emmerich (purtroppo), li supera di gran lunga.
(Michael Bay sucks!)
VOTO: 7
Mi ricordo che per buona metà guardai il film seduto per terra, tanto era piena l'unica sala del piccolo cinema locale.
Ho sempre avuto un piacevole ricordo di INDEPENDENCE DAY, il primo film che riuscì davvero a stupirmi con gli effetti speciali. Rivedendolo dopo alcuni anni è stato un piacere ritrovare lo spaccone Will Smith, l'impacciato Jeff Goldblum, un Bill Pullman nella parte della sua vita (è perfetto nei panni del classico presidente USA che ha davvero a cuore ogni singolo elettore, quello che tutti gli americani vorrebbero avere) e l'impagabile Randy Quaid nel ruolo del pilota ubriacone un po' pazzoide. I personaggi saranno anche caratterizzati in modo poco originale, però tutti sono perfettamente in parte. La storia è la solita "americanata" e il discorso del Presidente Pullman/Whitmore prima dell'attacco finale è retorica USA al 100%, ma chi se ne frega.
Il film è divertente, non è eccessivamente stupido, funziona molto più dell'inutile recente seguito e, come dico spesso, se paragonato ad altri film fracassoni più recenti, anche dello stesso Roland Emmerich (purtroppo), li supera di gran lunga.
(Michael Bay sucks!)
VOTO: 7
martedì 8 agosto 2017
TRAPPOLA IN ALTO MARE -Mini Recensione-
Probabilmente il miglior film interpretato da Steven Seagal ed ennesimo clone di Die Hard.
A parte le parecchie ingenuità di sceneggiatura e i soliti cliché da action movie, risulta pure piuttosto violento nelle scene di corpo a corpo tra il protagonista e i villains di turno, dove Rayback/Seagal ne esce, manco a dirlo, praticamente indenne con un solo graffio in testa.
Il pur bravo Tommy Lee Jones però a volte recita troppo sopra le righe e la cosa personalmente mi ha infastidito.
Le scene d'azione sono ben girate (una delle poche qualità del regista Andrew Davis) e alla fine ci si diverte pure.
Di sicuro è qualitativamente migliore di tanti film action di oggi.
Da rivalutare.
VOTO: 7-
A parte le parecchie ingenuità di sceneggiatura e i soliti cliché da action movie, risulta pure piuttosto violento nelle scene di corpo a corpo tra il protagonista e i villains di turno, dove Rayback/Seagal ne esce, manco a dirlo, praticamente indenne con un solo graffio in testa.
Il pur bravo Tommy Lee Jones però a volte recita troppo sopra le righe e la cosa personalmente mi ha infastidito.
Le scene d'azione sono ben girate (una delle poche qualità del regista Andrew Davis) e alla fine ci si diverte pure.
Di sicuro è qualitativamente migliore di tanti film action di oggi.
Da rivalutare.
VOTO: 7-
sabato 29 luglio 2017
MONUMENTS MEN -Mini Recensione-
Sulla carta c'erano le premesse per un grande film, con un ottimo cast e una storia affascinante, quella di un improbabile gruppo di esperti d'arte "arruolati" quasi a forza con lo scopo di trovare e preservare le opere d'arte trafugate dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale.
Se tutti gli attori recitano davvero alla grande (anche se Bill Murray risulta quasi sprecato), è la regia di Clooney che non mi ha convinto.
Il film manca di ritmo, alcune scene non vanno a segno e il regista pare quasi non sapere che strada intraprendere, se quella drammatica o quella più leggera da commedia.
Secondo me manca anche di un vero e proprio climax e i nazisti si vedono molto poco per essere una pellicola di questo genere. Non incutono nemmeno timore, dopo tutto.
Un'altra occasione sprecata.
Se tutti gli attori recitano davvero alla grande (anche se Bill Murray risulta quasi sprecato), è la regia di Clooney che non mi ha convinto.
Il film manca di ritmo, alcune scene non vanno a segno e il regista pare quasi non sapere che strada intraprendere, se quella drammatica o quella più leggera da commedia.
Secondo me manca anche di un vero e proprio climax e i nazisti si vedono molto poco per essere una pellicola di questo genere. Non incutono nemmeno timore, dopo tutto.
Un'altra occasione sprecata.
sabato 22 luglio 2017
U-429 Senza via di fuga -Mini Recensione-
Seconda guerra mondale, oceano atlantico.
Uno sparuto gruppo di marinai americani, sopravvissuti all'affondamento del proprio sommergibile, viene salvato da un U-Boat nazista. Ma alcuni americani sono malati di meningite e presto anche i tedeschi iniziano a sentirsi male...
Il plot di questo film bellico di serie B non sarebbe neanche male anche perché il cast, con William H. Macy su tutti, porta a casa bene la pagnotta. Curiosità: l'attore tedesco Thomas Krestchmann era anche nel cast di U-571.
Regia piattina e vari cliché di trama e caratterizzazione dei personaggi a parte, i problemi riguardano gli innumerevoli anacronismi e pressapochismi presenti nel film. Prima di tutto quelli che vediamo sullo schermo non sono gli interni di un U-Boat tedesco, ma di un altro tipo di sommergibile goffamente "travestito"; per non parlare del resto, tipo le numerose pistole presenti a bordo (nei veri sommergibili nazisti ce n'era una soltanto, ben custodita dal capitano), strumentazioni sbagliate, gente che parla mentre il sonar nemico sta rimbalzando nello scafo e, come in molti film simili, il capitano che usa il periscopio di navigazione anziché quello d'attacco per dare la caccia ai convogli nemici.
Ripeto: il film non sarebbe proprio da bocciare, ma il pressapochismo di molti dettagli mi ha davvero dato fastidio.
VOTO: 5,5
Uno sparuto gruppo di marinai americani, sopravvissuti all'affondamento del proprio sommergibile, viene salvato da un U-Boat nazista. Ma alcuni americani sono malati di meningite e presto anche i tedeschi iniziano a sentirsi male...
Il plot di questo film bellico di serie B non sarebbe neanche male anche perché il cast, con William H. Macy su tutti, porta a casa bene la pagnotta. Curiosità: l'attore tedesco Thomas Krestchmann era anche nel cast di U-571.
Regia piattina e vari cliché di trama e caratterizzazione dei personaggi a parte, i problemi riguardano gli innumerevoli anacronismi e pressapochismi presenti nel film. Prima di tutto quelli che vediamo sullo schermo non sono gli interni di un U-Boat tedesco, ma di un altro tipo di sommergibile goffamente "travestito"; per non parlare del resto, tipo le numerose pistole presenti a bordo (nei veri sommergibili nazisti ce n'era una soltanto, ben custodita dal capitano), strumentazioni sbagliate, gente che parla mentre il sonar nemico sta rimbalzando nello scafo e, come in molti film simili, il capitano che usa il periscopio di navigazione anziché quello d'attacco per dare la caccia ai convogli nemici.
Ripeto: il film non sarebbe proprio da bocciare, ma il pressapochismo di molti dettagli mi ha davvero dato fastidio.
VOTO: 5,5
martedì 18 luglio 2017
L'INSAZIABILE -Mini Recensione-
Rivisto dopo qualche anno.
Sinceramente pensavo sia "peggio" che "meglio".
Mi spiego: ero sicuro di averne un ricordo migliore di quello che è in realtà, e in parte è stato così. Però alla fine non mi è dispiaciuto rivedere questo horror.
Il soggetto di partenza e l'ambientazione mi sembravano abbastanza originali, almeno negli anni della sua sfortunata uscita cinematografica. Purtroppo lo sviluppo non mantiene del tutto le promesse. Ci sono un paio di passaggi nel montaggio e nella regia della Bird davvero originali, ma anche altre cose piuttosto imbarazzanti al limite del trash.
Robert Carlyle gigioneggia alla grande, il suo personaggio fisicamente pare quasi Vlad Tepes ed è abbastanza inquietante. Guy Pearce fa la solita parte da cane bastonato che ben gli si intona, quindi va bene.
I dialoghi sono a tratti davvero stupidi e il personaggi interpretato da David Arquette è del tutto inutile, pare messo lì solo per avere l'attore nel cast. Mah...
Ah, ottima la colonna sonora minimal realizzata con gli strumenti e nello stile dell'epoca in cui è ambientato il film che ben aiuta ad rimanere nella giusta atmosfera.
Un discreto horror, sicuramente imperfetto, ma comunque da rivalutare.
Sinceramente pensavo sia "peggio" che "meglio".
Mi spiego: ero sicuro di averne un ricordo migliore di quello che è in realtà, e in parte è stato così. Però alla fine non mi è dispiaciuto rivedere questo horror.
Il soggetto di partenza e l'ambientazione mi sembravano abbastanza originali, almeno negli anni della sua sfortunata uscita cinematografica. Purtroppo lo sviluppo non mantiene del tutto le promesse. Ci sono un paio di passaggi nel montaggio e nella regia della Bird davvero originali, ma anche altre cose piuttosto imbarazzanti al limite del trash.
Robert Carlyle gigioneggia alla grande, il suo personaggio fisicamente pare quasi Vlad Tepes ed è abbastanza inquietante. Guy Pearce fa la solita parte da cane bastonato che ben gli si intona, quindi va bene.
I dialoghi sono a tratti davvero stupidi e il personaggi interpretato da David Arquette è del tutto inutile, pare messo lì solo per avere l'attore nel cast. Mah...
Ah, ottima la colonna sonora minimal realizzata con gli strumenti e nello stile dell'epoca in cui è ambientato il film che ben aiuta ad rimanere nella giusta atmosfera.
Un discreto horror, sicuramente imperfetto, ma comunque da rivalutare.
domenica 16 luglio 2017
Porzûs -Mini Recensione-
Facendo delle ricerche per l'idea di un romanzo che vorrei scrivere, ho pensato che fosse l'occasione giusta per dare un'occhiata a questo film di Renzo Martinelli, regista che onestamente mi ha sempre lasciato piuttosto perplesso.
Ora, tralasciando la libera (e dichiarata) interpretazione dello scontro tra partigiani avvenuto a Porzûs in Friuli nel 1945 che avrà comunque indignato molti ex-partigiani e non solo, ci sono molte cose che non vanno in questa pellicola.
A Martinelli piace girare all'americana (o almeno ci prova) ma finisce sempre per realizzare un prodotto che non è né carne, né pesce.
Ritroviamo anche qui le sue inquadrature sbilenche, messe lì non senza un motivo specifico, movimenti di macchina che vorrebbero richiamare, come detto, il cinema d'oltreoceano, e un sacco di primi piani con continui scavalcamenti di campo nelle scene dei dialoghi.
Ci sono pure dei pacchiani effetti di "flashforward" che manco in un corto amatoriale ne ho visti di così brutti.
Gli accenti dei personaggi principali sono tutti sbagliati (essendo friulano di origine li conosco bene) e inspiegabilmente gli attori che interpretano i due protagonisti da giovani parlano con una cadenza palesemente centromeridionale, mentre le loro controparti anziane invece si esprimono con accenti (comunque mal riprodotti) del nord est Italia.
Ma come si fa?
Eppure, tralasciando la realtà storica dei fatti, la sceneggiatura non sarebbe nemmeno malaccio e qualche attore risulta perfettamente in parte, Lino Capolicchio e Gianni Cavina su tutti, assieme a qualche bravo caratterista di contorno; Gastone Moschin, invece, lasciato evidentemente a ruota libera, esagera troppo nella caratterizzazione del suo personaggio finendo per allontanarsi ancor di più dalla sua controparte giovanile.
Insomma, il solito ambizioso film girato in modo grossolano da Martinelli che comunque, nonostante tutti i difetti elencati, non mi ha annoiato.
VOTO: 5,5
Ora, tralasciando la libera (e dichiarata) interpretazione dello scontro tra partigiani avvenuto a Porzûs in Friuli nel 1945 che avrà comunque indignato molti ex-partigiani e non solo, ci sono molte cose che non vanno in questa pellicola.
A Martinelli piace girare all'americana (o almeno ci prova) ma finisce sempre per realizzare un prodotto che non è né carne, né pesce.
Ritroviamo anche qui le sue inquadrature sbilenche, messe lì non senza un motivo specifico, movimenti di macchina che vorrebbero richiamare, come detto, il cinema d'oltreoceano, e un sacco di primi piani con continui scavalcamenti di campo nelle scene dei dialoghi.
Ci sono pure dei pacchiani effetti di "flashforward" che manco in un corto amatoriale ne ho visti di così brutti.
Gli accenti dei personaggi principali sono tutti sbagliati (essendo friulano di origine li conosco bene) e inspiegabilmente gli attori che interpretano i due protagonisti da giovani parlano con una cadenza palesemente centromeridionale, mentre le loro controparti anziane invece si esprimono con accenti (comunque mal riprodotti) del nord est Italia.
Ma come si fa?
Eppure, tralasciando la realtà storica dei fatti, la sceneggiatura non sarebbe nemmeno malaccio e qualche attore risulta perfettamente in parte, Lino Capolicchio e Gianni Cavina su tutti, assieme a qualche bravo caratterista di contorno; Gastone Moschin, invece, lasciato evidentemente a ruota libera, esagera troppo nella caratterizzazione del suo personaggio finendo per allontanarsi ancor di più dalla sua controparte giovanile.
Insomma, il solito ambizioso film girato in modo grossolano da Martinelli che comunque, nonostante tutti i difetti elencati, non mi ha annoiato.
VOTO: 5,5
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