Sono passati un paio di giorni da quando l'ho visto al cinema e devo ammettere che non vedo l'ora di poterlo rivedere in lingua originale sulle piattaforme streaming.
Alcune cose mi sono davvero piaciute in questo nuovo capitolo di Alien, tipo il cast (giustamente) multietnico e, soprattutto, i molti riferimenti ai primi due film della saga e al videogioco Alien: Isolation.
La sceneggiatura è "asciutta" e senza fronzoli (tralasciando qualche buco, soprattutto nella primissima parte) con alcune buone e originali variazioni sul tema,
Se, come ho detto, la multietnicità del cast è un punto forte, non lo è l'età dei protagonisti.
Posso capire che probabilmente si voleva attirare il pubblico più giovane, ma chi ormai ha una certa età come il sottoscritto, inizia a far fatica a immedesimarsi con dei personaggi molto al di sotto dei trent'anni.
Bravi comunque i due attori principali, Cailee Spaeney e David Jonsson, che interpreta l'androide Andy, una spanna sopra gli altri.
La regia di Fede Alvarez non mi ha particolarmente impressionato; intendiamoci, il film è girato bene, ma è difficile trovarci un stile che si differenzia da altri film contemporanei di questo genere. Ridley Scott, James Cameron, David Fincher e anche Jean-Pierre Jeunet sono di un altro livello.
L'atmosfera però è claustrofobica al punto giusto.
Ho molto gradito la scelta di usare una tecnologia retro-futurista molto simile a quella del primo Alien anziché tentare di aggiornarla agli standard attuali (vedasi Prometheus e Covenant), Poca CGI e buonissimi effetti "pratici" della vecchia scuola.
Ottima la colonna sonora, con alcuni rimandi a quella di Jerry Goldsmith del film del 1979.
Gli omaggi al videogioco hanno anche il rovescio della medaglia, perché penalizzano chi non ha mai giocato a Alien: Isolation. Inoltre almeno un paio di scene sembrano dei livelli da videogame che i protagonisti devono superare (al primo tentativo), più che cinema vero e proprio.
Il terzo atto, seppur angosciante, non mi ha convinto (non dico di più per non fare spoiler). così come il doppiaggio italiano.
Il gore non manca (del resto il regista è uno come Alvarez) ma a qualcuno potrebbe dar fastidio eppure, nonostante questo, non c'è una vera e propria morte memorabile da parte dei comprimari.
Concludendo: questo Alien: Romulus, difetti compresi, è un degno (nuovo) capitolo della saga di Alien.