Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

venerdì 26 giugno 2020

L'ULTIMO BOY SCOUT (Missione sopravvivere) -Mini Recensione-

Joseph Hallenbeck, ex guardia del corpo presidenziale caduta in disgrazia e ora investigatore privato, rimane invischiato in un complotto ai danni di un senatore. Con l'aiuto di un ex-giocatore di football americano, cercherà di riscattarsi...
Il plot iniziale non è male, ma la sceneggiatura pare a tratti confusa, con alcuni passaggi a vuoto e incongruenze. Il tono del film, inoltre, non è ben bilanciato perché a tratti sembra un "buddy movie" in piena regola, con momenti divertenti, in altri diventa troppo serioso.
Shane Black, lo sceneggiatore, ha scritto di meglio.
Bruce Willis è in gran forma, ma all'epoca aveva ancora la figura di John McClane ben appiccicata addosso e quindi, se gli dai un'aria molto trasandata e nei momenti topici gli fai pronunciare un sacco di battute comiche, è difficile non pensare all'immagine del poliziotto che lo ha reso famoso. Mettici pure la colonna sonora di Michael Kamen (lo stesso dei primi 3 Die Hard)...
Lui e Damon Wayans, però, funzionano bene assieme.
La regia di Tony Scott è nella media (ha fatto di meglio, ma anche di peggio) e, almeno, il montaggio non è eccessivamente frenetico.
Insomma, il classico film d'azione dei primi anni '90, di quelli che piacevano tanto al produttore Joel Silver e soci.

VOTO: 6,5




lunedì 22 giugno 2020

IL PROMONTORIO DELLA PAURA (1962) -Mini Recensione-

Max Cady è ex detenuto in cerca di vendetta nei confronti dell'avvocato Sam Bowden, che lo ha fatto arrestare 8 anni prima. Cady inizierà a stalkerare lui, sua moglie e, soprattutto, la figlia adolescente...
Grande suspense per un classico thriller degli anni '60 con uno strepitoso e inquietante Robert Mitchum.
Gregory Peck regge però bene il confronto con lo stesso Mitchum, nonostante interpreti il solito personaggio (inizialmente contrario all'uso della violenza) che tanto gli s'addiceva in quegli anni. Ottimo il resto del cast, in particolare la giovanissima Lori Martin.
C'è anche Telly Savalas con i capelli.
La regia di J. Lee Thompson si rifà molto a Hitchcock (per sua stessa ammissione) ottenendo un ottimo risultato. Merito anche della bellissima fotografia in bianco e nero, della presenza di Martin Balsam e delle musiche di Bernard Herrmann, che però ho trovato eccessivamente invadenti in alcune scene.
Thompson è stato anche abile ad aggirare la censura di quegli anni, riuscendo a rendere molte scene  erotiche e perverse pur non mostrando nulla di scabroso.
Grande film.

VOTO: 8






lunedì 8 giugno 2020

MIDWAY (2019) -Mini Recensione-

7 Dicembre 1941: i giapponesi attaccano la base americana di Pearl Harbor.
Gli Stati Uniti entreranno così in guerra, prendendosi la prima rivincita nella battaglia che si svolgerà nell'atollo di Midway...

Sinceramente da Emmerich mi aspettavo peggio.
Il film è però intriso dall'inizio alla fine di impavido patriottismo americano (Emmerich, tedesco di origine, è sempre stato fin troppo ruffiano nei confronti del pubblico statunitense) e i giapponesi sono rappresentati in maniera tutt'altro che lusinghiera (a parte qualche eccezione).
C'è una scena, in particolare, che mi ha fatto saltare dalla poltrona per quanto mi ha infastidito: in pratica c'è un pilota americano che ha appena bombardato Tokyo, uccidendo sicuramente molti innocenti, che rimane schifato quando scopre che i giapponesi bombardano di proposito i civili cinesi... ma lui cosa ha appena fatto? Ecco, queste cose proprio non riesco a mandarle giù.
La sceneggiatura è scontata, tant'è che in un paio di occasioni sono riuscito a anticipare esattamente le battute di alcuni personaggi, e i conflitti interiori dei vari personaggi sono solo abbozzati.
Detto questo, gli attori (quasi tutti giovani e bellocci) se la cavano bene e anche la regia non è troppo ridondante nelle scene d'azione. Mi chiedo però se ultimamente ci sia stata un'involuzione degli effetti speciali, perché tutte le scene di battaglie aeree e navali sembrano uscite da un videogame. Roba da far rimpiangere la grafica digitale di Indipendence Day dello stesso Emmerich di quasi 25 anni fa.
Bene le musiche, che non  risultano eccessivamente invadenti.
Tirando le somme: togliendo la pessima scena che ho accennato qui sopra, il film si lascia vedere dall'inizio alla fine senza annoiare.

VOTO: 6,5



sabato 6 giugno 2020

IL GIORNO PIU' LUNGO -Mini recensione-

Kolossal bellico del 1962, prodotto da Darryl F. Zanuck, con un cast stellare e rigorosamente in bianco e nero, che racconta lo sbarco in Normandia del 6 giugno del '44.
Uno dei miei film di guerra preferiti, fin dai tempi dell'infanzia.
Oggi appare datato (la violenza è molto edulcorata) ma personalmente poco mi importa: adoro lo stile cinematografico di quegli anni.
Un film corale, con John Wayne e Robert Mitchum che spiccano su tutti, Henry Fonda compreso. C'è anche un giovanissimo Paul Anka, che collaborò con il grande Maurice Jarre per l'indimenticabile colonna sonora (una delle mie preferite in assoluto) e un altrettanto giovane Sean Connery in un ruolo insolitamente comico (pochi mesi dopo interpreterà James Bond).
La fotografia in bianco e nero rende lo stile del film quasi documentaristico e la regia, seppur dietro la macchina da presa si siano alternate varie persone (a seconda della location), risulta comunque ben omogenea.
Storicamente un po' licenzioso, soprattutto sull'età di certi attori rispetto alla controparte reale, il film è tratto dall'omonimo libro di Cornelius Ryan, che scrisse anche la sceneggiatura.
Una pietra miliare della storia del cinema bellico (e non solo).

VOTO: 8