Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

martedì 22 ottobre 2019

VIRUS LETALE -Mini Recensione-

Un letale virus proveniente dall'Africa riappare in una piccola cittadina negli USA dopo anni.
Toccherà agli esperti dell'esercito, buoni e cattivi, tentare di fermare la diffusione in qualsiasi modo...

Non ricordo perché avessi snobbato questo film fino a ieri (forse qualche recensione negativa) ma devo dire che mi ha sorpreso.
La trama ricorda parecchio quella della recente mini serie Hot Zone-Area di contagio (infatti già nel 1995 era in pre-produzione un film tratto dallo stesso romanzo di Richard Preston che non andò in porto proprio a causa dell'uscita di Virus Letale), solo che qui c'è molta più azione a discapito della pura tensione psicologica.
Il film però funziona, nonostante la presenza di qualche cliché di troppo, vedi il cattivo di turno, (guarda caso) un generale dell'esercito interpretato da (guarda caso) Donald Sutherland.
Ottimo Dustin Hoffman, ben supportato da un giovane Cuba Gooding Jr. e Rene Russo.
Un po' sprecato invece Morgan Freeman.
C'è pure Kevin Spacey in un ruolo minore, borioso e insopportabilmente sopra le righe come al suo solito.
La regia di Wolfgang Petersen funziona, seppure il film non abbia certo un ritmo vertiginoso.
Buone le musiche James Newton Howard.
Un film che ha retto bene il passare del tempo, secondo me.

VOTO: 7-




giovedì 17 ottobre 2019

LA BRIGATA DEL DIAVOLO -Mini Recensione-

Un gruppo di soldati con gravi problemi di disciplina, presi direttamente dal carcere militare, si unisce a una compagnia di soldati canadesi perfettamente addestrati per formare un'unità speciale da combattimento.
Dopo gli immancabili screzi iniziali, i due gruppi cominceranno ad affiatarsi, ma sarà tempo di entrare in azione...
Diretto da Andrew V. McLaglen, un solido regista della "vecchia scuola", questo è un film bellico del 1968 che si rifà, con molte licenze, a una reale unità combattente della seconda guerra mondiale e a una sua eroica battaglia.
Il nome più noto del cast è William Holden (una garanzia) ma anche tutti gli altri comprimari si fanno valere, Cliff Robertson su tutti.
Memorabile l'entrata in scena della compagnia canadese mentre marcia al ritmo di Scotland the brave suonata con cornamuse e tamburi.
Uno di quei film in cui, da piccolo, facevo in tempo ad affezionarmi a uno o più personaggi (si ride e ci si diverte nella prima parte) sperando che non morissero nell'immancabile grande battaglia finale.
Chi alla fine morirà, comunque, lo farà da eroe.
Bel film, penalizzato dall'immancabile paragone con La sporca dozzina che aveva un plot molto simile e che uscì qualche mese prima

VOTO: 7+



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domenica 13 ottobre 2019

BOHEMIAN RHAPSODY -Recensione-

Finalmente ho visto il film sui Queen, o meglio, su Freddie Mercury, di cui tutti hanno parlato.
Parto subito dicendo che le impressioni che avevo avuto su Rami Malek nei vari trailer sono state confermate: a tratti sembra convincente, a volte invece pare un concorrente di TALE E QUALE SHOW a cui importa solo impressionare il pubblico cercando la somiglianza a tutti i costi, finendo però per esagerare. Non a caso Malek è un attore tendente al cosiddetto "over acting".
Ho trovato molto più convincenti Gwilym Lee nei panni di Brian May e Joseph Mazzello in quelli di John Deacon, nonostante una recitazione più contenuta, mentre è Ben Hardy/Roger Taylor quello che mi è piaciuto di meno.
Durante le performance canore la voce di Malek è stata sostituita dal cantante Marc Martel (vero e proprio clone di Mercury), tranne quando sono stati usati i veri brani dei Queen, ovviamente.
Anche sulla regia ho avuto impressioni contrastanti; del resto si sono alternati due registi, Bryan Singer e Dexter Fletcher, ottenendo così una direzione un tantino disomogenea e in certe parti troppo "scolastica", tipo una certa scena ambientata sotto la pioggia con Freddie lì fermo a bagnarsi mentre un'auto si allontana (e qui mi fermo per non fare spoiler).
Essendo stato un fan dei Queen, le ben note incongruenze storiche presenti nella pellicola mi hanno dato fastidio, lo ammetto, ma capisco che la sceneggiatura di un film deve seguire un preciso schema fino ad arrivare al climax della storia.
Ottimo invece il montaggio del bravo John Ottman.
Gli effetti speciali digitali per ricreare lo stadio di Wembley gremito di pubblico, con relativa fotografia patinata, sono un pugno in un occhio, perché a ogni controcampo dal palco al pubblico la magia di ritrovarsi nel 1985 svaniva di colpo.
Il concerto del Live Aid rimane però la parte migliore; davvero emozionante, nonostante tutto.
Tirando le somme, questo BOHEMIAN RHAPSODY non mi è parso certo il capolavoro che molti descrivevano, però intrattiene bene, riuscendo pure a commuovere nella parte finale.


VOTO: 6,5





sabato 5 ottobre 2019

RITORNO AL FUTURO -Recensione-

Se qualcuno mi chiedesse qual è, secondo me, il film che rappresenta al meglio gli anni '80, citerei senza nemmeno esitare proprio RITORNO AL FUTURO, con la storia di Marty McFly che per errore torna indietro nel tempo con la DeLorean convertita a macchina del tempo del suo amico inventore Doc Brown, rischiando di cancellare la sua stessa esistenza dopo che ha incontrato i suoi giovani genitori...
E dire che la prima volta che lo vidi non mi colpì particolarmente (venne trasmesso, diciamo per "errore", da un piccolissimo canale locale dell'Alto Friuli ancor prima che arrivasse ufficialmente in TV).
Pur comunque amando anche gli altri due sequel della trilogia, il primo capitolo, preso singolarmente, è davvero un gioiellino; il soggetto di partenza è molto originale e la sceneggiatura scritta da Bob Zemeckis e Bob Gale è perfetta (da qualche parte ho letto che dovrebbe essere usata come modello nelle scuole di cinema) e anche gli elementi illogici, tipo la foto con l'immagine di Marty e i suoi fratelli che pian piano svanisce a causa degli eventi del futuro che il protagonista sta cambiando, in realtà aiutano lo spettatore a capire cosa sta accadendo senza bisogno di spiegazioni cervellotiche.
Michael J. Fox, che  fu fin dal principio la prima scelta, una volta aggregato al cast ha decisamente cambiato le sorti del film, affiatandosi in modo incredibile a Christopher Lloyd, il quale a sua volta ha caratterizzato in maniera superba il memorabile personaggio di Doc Brown, lo stralunato scienziato inventore co-protagonista.
Ma anche il resto del cast non è da meno: Thomas F. Wilson, Lea Thompson e Crispin Glover (anche se quest'ultimo risulta forse un tantino sopra le righe).
La regia di Zemeckis non sbaglia un colpo, con i suoi quasi impercettibili piani sequenza, i movimenti di macchina sempre al posto giusto, le citazioni (Harold Lloyd e la sequenza dell'orologio), la memorabile scena nel quale Doc Brown rompe la cosiddetta quarta parete e pare indicare gli spettatori quando pronuncia la famosa frase: "ti rimanderò... indietro nel futuro!".
Poi c'è la colonna sonora di Alan Silvestri, con i suoi tamburi rullanti e i fiati, in stile vagamente "militareggiante", che aiuta a dare ritmo e pathos al climax della storia.
Da menzionare anche l'inconfondibile pezzo di Huey Lewis, The Power of Love, che rappresenta anch'esso al meglio The 80's.
Effetti speciali (pre CGI) ancora perfettamente godibili dopo 34 anni.
L'unica pecca, come ho accennato all'inizio, è che secondo me le sbavature, la confusione e il nonsense di certi passaggi della parte II e III inevitabilmente finiscono per trascinarsi dietro anche questo primo capitolo, che avrei preferito rimanesse un'opera unica (com'era originariamente stato pensato).
Una pellicola che non mi stancherò mai di rivedere.

VOTO: 8,5