Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

domenica 29 aprile 2018

LA FINESTRA SUL CORTILE (Mini Recensione)

Tratto da un racconto di Cornell Woolrich, la storia è quella di Jeff, un fotoreporter immobilizzato su una sedia rotelle a causa di una frattura che, per passare il tempo, inizia a spiare dalla finestra del proprio appartamento la vita dei vicini di casa e dirimpettai. Finché si rende conto della possibilità che uno dei suoi dirimpettai abbia ucciso e fatto a pezzi la propria moglie...
A mio modesto parere questo è il miglior film di Hitchcock, almeno registicamente parlando.
Se in NODO ALLA GOLA i suoi virtuosismi con la macchina da presa e i suoi impeccabili e lunghissimi piani sequenza erano puramente gratuiti e non in funzione della storia, o della suspense, qui lo spettatore ha lo stesso punto di vista del protagonista Jeff per il 99% del tempo (il grande Hitch dà un piccolo vantaggio al pubblico un'unica volta, come per instaurare in noi un eventuale dubbio). In realtà la tecnica usata da Hitchcock è pure molto semplice: c'è un primo piano di Jeff, poi il controcampo nel quale vediamo quello che lui sta guardando, poi di nuovo un primo piano sul suo volto con la conseguente reazione.
E quello che Jeff/Stewart sta provando in scena, lo proviamo anche noi; curiosità, rabbia, paura. Anche noi non usciamo mai dal suo piccolo appartamento e spesso ci verrebbe voglia di allungare il collo per poter sbirciare oltre la finestra nella quale scompaiono i vicini di casa che Jeff sta osservando quasi morbosamente.
Riguardo al cast, James Stewart non delude mai, mentre è difficile non perdere la testa per la bellissima, coraggiosa e determinata Grace Kelly. Brava anche Thelma Ritter alla quale sono affidati i momenti di (macabra) comicità. E poi c'è un irriconoscibile ma minaccioso Raymond Burr.
Un film che ora appare sicuramente datato dal punto di vista del "look", ma ancora validissimo dal punto di vista tecnico/registico, che ogni aspirante regista dovrebbe studiarsi per benino, a mio modo di vedere.
Capolavoro assoluto.


VOTO: 9



venerdì 27 aprile 2018

IL MIRACOLO DI BERNA -Mini Recensione-

Germania, 1954. Matthias, un ragazzino di Essen, è amico di un giocatore di calcio che è tra i convocati della nazionale tedesca in vista dei mondiali che si svolgeranno in Svizzera. Ma proprio mentre la manifestazione sta per iniziare, il padre di Matthias, prigioniero di guerra in Russia, fa il suo improvviso ritorno...
Era da tempo che volevo rivedermi questo film "sportivo" e finalmente mi è capitata l'occasione.
La trama principale non riguarda la squadra tedesca ma i problemi della famiglia di Matthias e col senno di poi -il padre che torna a casa dopo anni di prigionia che non riesce a farsi accettare, i suoi figli che lo ritengono un estraneo, ecc.- non pare un plot poi così tanto originale.
La regia è piuttosto piattina, quasi da fiction italiana, così come le scene delle partite di calcio, in particolare quella della finale, non sembrano del tutto convincenti (anche se ricostruite bene).
Anche perché il paragone con Fuga per la vittoria, il film sul calcio (ma non solo) per eccellenza, è inevitabile.
E questo film tedesco, sul campo, perde nettamente il confronto.
Però intrattiene bene. Seppur l'avessi già visto e, come detto, sia prevedibile in molte scene, non mi ha certo annoiato.

VOTO: 6,5




mercoledì 25 aprile 2018

BOSTON - CACCIA ALL'UOMO -Mini Recensione-

15 aprile 2013: due giovani terroristi di origine cecena fanno esplodere due ordigni artigianali durante lo svolgimento della famosa maratona.
Questo film ne racconta la storia e la conseguente caccia all'uomo...
Devo ammettere che questa pellicola mi ha sorpreso sotto molto aspetti.
E' tutto sommato un film corale, con tanti personaggi che cominciamo a conoscere ancora prima dell'attentato. Ho avuto però conferma (come avevo intuito durante la visione) che il personaggio di Mark Wahlberg è inventato di sana pianta, ma si può anche soprassedere.
Devo dire invece che Wahlberg è sempre perfetto in ruoli da "eroe per caso" come questo, vedi anche quello in Depp Water Horizon dello stesso regista. Ma tutto il resto del cast, compreso Kevin Bacon, porta a casa la pagnotta senza strafare.
La regia di Peter Berg è forse un po' troppo scontata, nel senso che ho trovato prevedibile l'uso della camera a mano in stile documentaristico per rendere il tutto più "veritiero".
Però funziona, ed è un bene.
Il film non annoia, a tratti è bello teso, e se non vi dà fastidio l'eccesso di patriottismo americano che trasborda continuamente dall'inizio alla fine, ve lo consiglio.
Altrimenti forse è meglio che lasciate perdere.


VOTO: 7



sabato 21 aprile 2018

IL COLPO DELLA METROPOLITANA (Un ostaggio al minuto) -Mini Recensione-

Eccomi con la pellicola originale dalla quale è stato tratto Pelham 123-Ostaggi in metropolitana con Denzel Washington e John Travolta (un Remake che ho già recensito qualche tempo fa), anche se in realtà il soggetto originale deriva da un romanzo.
La trama, ovviamente, è la stessa: quattro uomini prendono in ostaggio i passeggeri di un vagone della metropolitana di New York. Pretendono un milione di dollari entro un'ora, pena l'uccisione di un ostaggio per ogni minuto di ritardo della consegna del riscatto...
Un film davvero notevole, che inspiegabilmente non avevo mai visto.
Citato anche da Tarantino nel suo film d'esordio LE IENE (gli pseudonimi  dei rapinatori, ovvero Mr. Green, Mr. Blue, ecc., li ha presi proprio da qui).
Cast comunque eccezionale, compresi tutti gli attori comprimari che ben caratterizzano i molti personaggi secondari (può considerarsi un film corale); su tutti, ovviamente, svettano un perfetto Walter Matthau (la sua recitazione è misurata ma incredibilmente efficace) e un grandissimo Robert Shaw nei panni di un Villain freddo, calcolatore, che non si fa scrupoli a uccidere chiunque per ottenere i soldi, senza però scadere nel puro sadismo o nella recitazione sopra le righe (soprattutto se confrontato con Travolta nel remake).
Bravo anche il sempre affidabile Martin Balsam.
Il ritmo del film è indiavolato (almeno per gli standard dell'epoca), merito anche della perfetta e pulita regia di Joseph Sargent, che riesce anche a inserire perfettamente qualche scena comica qua e là per stemperare la tensione.
Ottime le musiche dai ritmi funky tipiche dei primi anni '70.
Avendolo visto in lingua originale, ho potuto apprezzare pure il tipico accento newyorkese di molti personaggi.
Un filmone!

VOTO: 8



venerdì 20 aprile 2018

SOLO PER I TUOI OCCHI -Mini Recensione-

Quando mi annoio e non riesco a decidermi quale film guardare, ecco che allora opto per uno di quelli a cui sono parecchio affezionato, anche se lo conosco a memoria, quasi inquadratura per inquadratura...
E SOLO PER I TUOI OCCHI è uno di questi, oltre che essere il mio Bond Movie preferito.
Questa volta 007 deve recuperare un dispositivo segreto che ha a che fare con i codici di lancio dei missili Polaris, dispositivo che si trova sul fondo del Mar Ionio, all'interno del relitto di una nave spia inglese affondata accidentalmente...
Adoro Roger Moore nei panni di Bond, come ben sapete.
Qui c'è anche una giovane Carole Bouquet, per la quale da ragazzino avevo una gran cotta, ed è forse per questo motivo che mi piace un sacco questo film.
Inoltre, pur essendo comunque piuttosto esagerato (come tutti i Bond con Roger Moore), risulta però molto "pulito" riguardo la trama; praticamente 007 non fa uso di improbabili gadget, il cattivo di turno non vuole conquistare il mondo ma è un "semplice" contrabbandiere senza scrupoli, e il dispositivo A.T.A.C. da recuperare è poco più di un "McGuffin" alla Hitchcock.
Si punta tutto sull'azione, quindi, senza tralasciare però una notevole caratterizzazione dei personaggi, che alla fine risultano essere pure credibili, almeno rispetto ad altri film della saga di 007.
Moore è ancora relativamente giovane e non sfigura, anche nelle scazzottate; il declino fisico inizierà con il film successivo: Octopussy-Operazione piovra.
Ottima la prova di Topol nei panni del trafficante (buono?) Columbo, così come quella di Julian Glover che interpreta l'ambiguo Kristatos. Da segnalare un giovane e semisconosciuto Charles Dance nei panni di uno degli scagnozzi del cattivo di turno.
Che Carole Bouquet, come attrice, fosse più bella che brava, poco importa; a me basta la sua presenza!
La regia di John Glen qui mi garba parecchio, anche perché ci sono molte scene d'azione ben girate e divertenti, tipo quella dell'inseguimento a bordo della 2CV color limone quasi a inizio film con le impagabili facce da sbruffone di Moore. Nessun altro Bond, infatti, riusciva a risultare così credibile anche nelle scene più trash e surreali come quella sopra citata
E poi ci sono le azzeccate musiche di Bill Conti, che prende il posto di John Barry, ri-arrangiando alcune note composizioni di quest'ultimo e aggiungendo alla grande roba sua.
Lo so, non sarà certo il miglior Bond Movie, ma rimane il mio preferito!

VOTO: 8




martedì 17 aprile 2018

SFIDA NELLA CITTA' MORTA -Mini Recensione-

Jake Wade, un ex fuorilegge, è diventato un rispettabile Marshal cittadino in procinto di sposarsi con la bella fidanzata Peggy.
Ma, dopo aver salvato da un'impiccagione il suo ex partner Clint Hollister per sdebitarsi, questi lo segue fino in città col resto della vecchia banda per avere indietro il bottino dell'ultima rapina, che Wade ha sepolto da qualche parte...
Tratto da un romanzo romanzo di Marvin Albert che ho avuto il piacere di leggere, questo è un (grande) classico western datato 1958 con tutti gli elementi tipici del genere, indiani compresi.
C'è John Sturges alla regia, Robert Taylor nel ruolo di Jake Wade e un grandissimo Richard Widmark nei panni del cattivo Clint Hollister (col suo particolare cappello da Cow Boy che sembra quasi quello di un gangster degli anni '30) e che spesso ruba la scena allo stesso Taylor. Da segnalare la presenza di un giovane Henry Silva e di DeForest Kelley, il mitico Dottor McCoy della serie classica di Star Trek.
Un bellissimo western che all'epoca della sua uscita probabilmente non ebbe il successo che meritava.


VOTO: 7,5





domenica 15 aprile 2018

ASSAULT ON THE PRECINCT 13 (2005) -Mini Recensione-

Detroit. Notte di capodanno.
Il distretto 13 sta per chiudere. Il sergente Roenick, assieme a pochi altri, sta imballando le ultime cose quando, a causa di una tempesta di neve, un bus carico di detenuti in trasferimento è costretto a fare tappa proprio lì. A bordo dello stesso c'è il noto criminale Marion Bishop, il quale sa troppe cose riguardo ad alcuni poliziotti corrotti che, quindi, lo vogliono morto...
Chi l'ha detto che i remake di grandi classici non riescono a competere con gli originali?
Beh, a mio modesto parere, questo è il miglior remake mai girato di un film di John Carpenter.
L'ambientazione a Detroit, durante un'abbondante nevicata, paradossalmente lo fa sembrare ancor più "Carpenteriano" dell'originale.
Ottima la scelta di mescolare un po' le carte in tavola (Bishop qui è il criminale), con i"cattivi" di questa versione che risultano avere un volto e una motivazione un tantino più credibile e plausibile rispetto alla pellicola di Carpenter.
Bravi gli interpreti: un ancor giovane Ethan Hawke (attore che adoro), un sornione (e non ancora imbolsito) Laurence Fishburne, una sensuale e tosta Drea de Matteo, uno schizzato John Leguizamo, un roccioso Brian Dennehy e un non disprezzabile Gabriel Byrne nei parti del cattivo di turno. Brava anche la sottovalutata Maria Bello.
Buona e senza fronzoli  la regia del francese Jean-Francois Richet, così come la fotografia, anche se si nota qualche effetto digitale di troppo in alcune scene.
Un ottimo film d'azione da rivalutare.

VOTO: 7,5






Avevo parlato di questo film anche nel mio canale di youtube, confrontandolo con l'originale di Carpenter:

















martedì 10 aprile 2018

SANCTUM -Mini Recensione-

Uno dei primi film girati con la tecnologia 3D sviluppata da James Cameron, che ne è anche il produttore.
Papua Nuova Guinea. Il giovanissimo Josh si ritrova a far parte della spedizione di speleologi/sommozzatori sotto la guida di suo padre Frank McGuire, con il quale non va molto d'accordo. Ma una tempesta arrivata troppo in anticipo farà precipitare la situazione, bloccando loro e altri sommozzatori nella grotta dove sembra non esserci via d'uscita...
La storia parte abbastanza spedita, presentandoci uno dopo l'altro i personaggi principiali, per poi arrancare un poco a metà della pellicola. Il terzo atto, però, tolti i classici cliché del genere, risulta parecchio teso e claustrofobico.
Il problema principale di questo film, secondo me, riguarda la caratterizzazione dei personaggi; se Ioan Gruffudd pare perfetto nella parte del milionario finanziatore della spedizione piuttosto incosciente, spaccone e spavaldo, si capisce subito quale sarà il suo ruolo nella storia (e anche che fine farà), così come accade praticamente per tutti gli altri membri della sventurata spedizione.
Richard Roxburg, in lingua originale, è un tantino troppo sopra le righe ed esageratamente insopportabile, mentre Rhys Wakefield, che interpreta suo figlio, non riesce a dare nulla di originale al suo personaggio (ma forse non è nemmeno colpa sua).
La regia di tale Alister Grierson è senza infamia e senza lode, anche se dovrei vedere il film in 3D per poter valutare meglio alcune sue scelte "stilistiche".
Un film che avevo già visto qualche anno fa e di cui avevo un ricordo migliore.

VOTO: 6,5



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sabato 7 aprile 2018

THE ROCK -Mini Recensione-

Era il 1996 quando Michael Bay sfornava questo adrenalinico blockbuster di successo prodotto dalla "fracassona"coppia Simpson/Bruckheimer.
Alcuni Marine prendono il controllo dell'ex carcere di Alcatraz, minacciando anche la città di San Francisco con alcuni missili contenenti un pericoloso gas. Toccherà a un giovane chimico dell'FBI, assieme a un anziano detenuto (un ex agente segreto britannico "incastrato" dagli americani) che era già evaso dalla famosa prigione 30 anni prima, guidare un reparto speciale sull'isola nel tentativo di mettere fuori gioco i Marine rinnegati...
Iniziamo con gli elementi positivi: la coppia Sean Connery/Nicolas Cage funziona bene e, stranamente, Cage non appare nemmeno poi così tanto sopra le righe nella recitazione.
Il film, tutto sommato, non annoia.
E ora passiamo ai difetti...
La sceneggiatura, seppur con plot potenzialmente interessante, risulta parecchio ingenua, a tratti imbarazzante e involontariamente comica. Per non parlare delle motivazioni del personaggio del generale Hummel, interpretato dal comunque bravo Ed Harris.
I personaggi sono quasi tutti dei cliché di film d'azione (già 22 anni fa ebbi questa impressione, quando lo vidi su VHS noleggiata): il villain che non è poi così cattivo, c'è il detenuto chiamato in ballo con una falsa promessa di grazia, la giovane recluta (con fidanzata incinta) che non ha mai partecipato a una vera operazione sul campo, l'antipatico direttore dell'FBI che sembra più infimo e senza scrupoli dello stesso capo dei Marine rivoltosi, e via dicendo...
La regia di Bay, almeno tecnicamente parlando, non sarebbe nemmeno male, ma è tutto così volutamente esagerato che quasi sempre si sfiora il ridicolo.
Ah, ci sono anche le ridondanti musiche di un Hans Zimmer vecchia maniera...
Insomma: è un film piuttosto brutto ma che, senza volerlo, riesce a sembrare abbastanza divertente.

VOTO: 6--




giovedì 5 aprile 2018

CONTAGION -Mini Recensione-

Un nuovo e letale virus inizia a mietere vittime tra la popolazione mondiale.
Mentre un blogger complottista inizia a creare scompiglio con le sue dichiarazioni, alcuni medici e scienziati cercando di creare al più presto un vaccino.

Ma le vittime continuano ad aumentare in modo esponenziale e il panico si diffonde ovunque senza controllo...
Ammetto che il modo di fare cinema di Steven Soderbergh non mi è mai piaciuto; i suoi ritmi lenti, lo stile a tratti documentaristico, molto minimalista e "reale"...
Ma qui calza davvero a pennello.
Questo film corale mi ha stupito: bravi tutti gli attori, da Matt Damon a Kate Winslet, da Marion Cottillard a Laurence Fishburne. Il personaggio interpretato da Jude Law, poi, rappresenta alla grande tutti quegli pseudo giornalisti/blogger/complottisti da strapazzo che tanto vanno di moda oggi, purtroppo.
Questa pellicola è molto realistica ma, allo stesso tempo, coinvolgente e anche piuttosto inquietante.
Forse perché ci mostra in modo molto efficace cosa accadrebbe se qualche nuova malattia particolarmente virulenta e letale si manifestasse all'improvviso.


VOTO: 7,5



domenica 1 aprile 2018

PRIMA LINEA -Mini Recensione-

Ogni tanto, anche su Sky, riesci a beccare qualche bel gioiellino da riscoprire. Come è accaduto per PRIMA LINEA di Robert Aldrich.
Ardenne. 1944. Il tenente Joe Costa, uno straordinario Jack Palance, si ritrova a dover eseguire mal volentieri gli ordini del proprio capitano, un vigliacco incapace che vorrebbe essere da tutt'altra parte fuorché in prima linea. La sua codardia è già costata la vita a molti commilitoni di Costa durante un assalto a una postazione nazista e ora, in vista di una nuova pericolosa missione, la situazione pare volgersi al peggio...
Questo è un film bellico del 1956 palesemente antimilitarista, girato in B/N, con pochi soldi e senza l'appoggio dell'esercito americano.
Robert Aldrich dirige con mano sicura uno strepitoso Jack Palance (anche se a tratti un po' troppo sopra le righe per i miei gusti) e un altrettanto efficace Eddie Albert nei panni del codardo capitano Cooney. C'è anche Lee Marvin che interpreta un opportunista tenente colonnello.
Ma il regista lascia ampio spazio anche al resto del cast e, come spesso accade nei film di Aldrich, i comprimari non sono mai delle semplice comparse, o carne da macello, ma dei personaggi ben caratterizzati, anche se rimangono in scena per pochi minuti. E quasi tutti sono degli "anti eroi".
E' una pellicola abbastanza cruda, violenta (per l'epoca) e molto pessimista.
Sembra quasi di assistere alle prove generali di QUELLA SPORCA DOZZINA, film culto che Aldrich girerà qualche anno dopo.
Insomma, questo PRIMA LINEA è un piccolo/grande capolavoro!

VOTO: 8