Dan Evans, allevatore in difficoltà, accetta l'incarico di scortare il pericoloso fuorilegge Ben Wade fino a Contention per fargli prendere il treno che lo porterà alla prigione di Yuma. Ma i compari di Wade si mettono subito sulle loro tracce...
Rifacimento di un western classico del 1957 con Glenn Ford (a sua volta tratto da un racconto di Elmor Leonard) che non sfigura affatto con l'originale. Anzi, lo ritengo addirittura superiore.
Ottimo Russell Crowe, quando ancora azzeccava un'interpretazione degna di questo nome, così come Christian Bale. Inoltre c'è Ben Foster come "villain" d'eccezione.
La sceneggiatura si rifà molto a quella del 1957, molte battute sono le stesse (almeno in lingua originale) ma a un certo punto il film si discosta quasi totalmente dalla pellicola con Glenn Ford e Van Heflin, probabilmente in meglio. Le motivazioni di Evans qui sono più credibili e la caratterizzazione del personaggio è più approfondita.
La regia di James Mangold è impeccabile, senza la minima sbavatura, così come il montaggio.
Colonna sonora memorabile: Marco Beltrami cita a piene mani Morricone senza però sfigurare.
Uno dei migliori western (moderni) degli ultimi anni.
VOTO: 7,5
Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.
domenica 26 luglio 2020
martedì 21 luglio 2020
MIRACLE -Mini Recensione-
1979. Herb Brooks, allenatore universitario di hockey su ghiaccio, viene incaricato di formare la nazionale olimpica di giovani studenti che dovrà tentare di battere, nelle imminenti olimpiadi invernali del 1980, l'invincibile squadra sovietica campione in carica...
L'Hockey su ghiaccio è un sport ostico per noi italiani, ma il film riesce a essere comunque avvincente. Certo, il solito ridondante patriottismo americano è sempre presente, ma la vicenda sportiva riesce per fortuna a metterlo in secondo piano per gran parte del film; infatti il coach Brooks aspira a battere i sovietici perché sono i più forti a livello sportivo, non tanto perché sono comunisti (è questo è un pregio).
Grandissima prova d'attore di Kurt Russell, scandalosamente ignorato dall'Academy Award.
Bravi tutti i giovani attori che compongono il team olimpico mentre il caratterista Noah Emmerich è sempre una garanzia.
Bene anche la regia di Gavin O'Connor, ben supportata dalla musica di Mark Isham (abbastanza epica, ma senza mai strafare).
Consigliato.
VOTO: 7,5
L'Hockey su ghiaccio è un sport ostico per noi italiani, ma il film riesce a essere comunque avvincente. Certo, il solito ridondante patriottismo americano è sempre presente, ma la vicenda sportiva riesce per fortuna a metterlo in secondo piano per gran parte del film; infatti il coach Brooks aspira a battere i sovietici perché sono i più forti a livello sportivo, non tanto perché sono comunisti (è questo è un pregio).
Grandissima prova d'attore di Kurt Russell, scandalosamente ignorato dall'Academy Award.
Bravi tutti i giovani attori che compongono il team olimpico mentre il caratterista Noah Emmerich è sempre una garanzia.
Bene anche la regia di Gavin O'Connor, ben supportata dalla musica di Mark Isham (abbastanza epica, ma senza mai strafare).
Consigliato.
VOTO: 7,5
lunedì 6 luglio 2020
ADDIO MAESTRO!
Ennio Morricone è stato probabilmente il più grande compositore di colonne sonore di sempre.
Negli anni '60 fu capace di creare delle sonorità western che tutti, americani compresi, hanno cercato poi di copiare. Seppur avesse una sonorità ben distinguibile, difficilmente risultava ripetitivo (a differenza di altri suoi colleghi).
Il suo sodalizio con Sergio Leone rimarrà unico e ineguagliabile; immagini e musica che diventano un tutt'uno con una perfezione tale che nessun'altra coppia artistica (regista-compositore) è mai riuscita a replicare. Eppure, le sue composizioni musicale risultavano grandiose ed epiche anche se ascoltate separatamente, magari durante uno dei suoi tanti concerti da lui diretti. Altre volte, invece, bastava uno dei suoi memorabili brani per far sembrare un film migliore di quello che era (vedi Mission, per esempio).
Ora, di quella cara e "vecchia" scuola, rimane solo John Williams.
Addio Maestro, grazie di tutto.
Negli anni '60 fu capace di creare delle sonorità western che tutti, americani compresi, hanno cercato poi di copiare. Seppur avesse una sonorità ben distinguibile, difficilmente risultava ripetitivo (a differenza di altri suoi colleghi).
Il suo sodalizio con Sergio Leone rimarrà unico e ineguagliabile; immagini e musica che diventano un tutt'uno con una perfezione tale che nessun'altra coppia artistica (regista-compositore) è mai riuscita a replicare. Eppure, le sue composizioni musicale risultavano grandiose ed epiche anche se ascoltate separatamente, magari durante uno dei suoi tanti concerti da lui diretti. Altre volte, invece, bastava uno dei suoi memorabili brani per far sembrare un film migliore di quello che era (vedi Mission, per esempio).
Ora, di quella cara e "vecchia" scuola, rimane solo John Williams.
Addio Maestro, grazie di tutto.
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