L'ultima avventura cinematografica di Kirk & Co. al completo (alcuni torneranno nel capitolo successivo), questa volta alle prese con un complotto intergalattico messo in atto per scatenare un conflitto tra Flotta stellare e i Klingon...
Nicholas Meyer torna finalmente in cabina di regia scrivendo anche la sceneggiatura.
Diciamo le cose come stanno: Meyer ha influenzato il mondo di Star Trek probabilmente più dello stesso Gene Roddenberry, tant'è che i due non sono mai andati molto d'accordo, ed è stato un bene che l'abbiano richiamato dopo il mezzo fiasco del capitolo precedente.
La storia è azzeccata, soprattutto per i riferimenti al disgelo tra USA e URSS dopo la caduta del Muro, eventi contemporanei alla realizzazione del film.
Qui funziona tutto (forse solo Bones risulta meno pungente del solito), merito anche del fatto che la sceneggiatura si adatta aggiornandosi all'età avanzata del cast originale.
Meyer, oltre ed essere il miglior regista della saga (non so mai decidermi quale sia il suo film migliore, seppur nel quarto compaia solo come sceneggiatore), probabilmente è stato l'unico in grado di tenere a bada lo smisurato ego di William Shatner e la sua propensione al cosiddetto overacting.
Bene anche le numerose citazioni a grandi classici del passato che il regista/sceneggiatore riesce a inserire qua e là.
La colonna sonora funziona bene, nonostante si discosti un po' dallo stile leggermente "pomposo" della musica dei precedenti capitoli.
Ottimo film.
VOTO: 7,5
Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.
martedì 28 aprile 2020
domenica 26 aprile 2020
HIGHLANDER - L'ULTIMO IMMORTALE -Mini Recensione-
Ecco la storia di Connor MacLeod, un "immortale", nato in Scozia nel 1500 (o giù di lì) e sopravvissuto fino ai giorni nostri (nel caso specifico il 1986) combattendo a colpi di spada con altri "immortali" che possono essere uccisi solo se vengono decapitati...
Ok, il plot di partenza, almeno nel 1986, sembrava geniale, ammettiamolo.
Rivendendo il film (credo) per intero per la prima volta, dopo molto tempo, sono rimasto frastornato.
Christopher Lambert non doppiato è proprio un pessimo attore (uno dei peggiori che abbia mai visto) e in quegli anni riusciva a tenersi a galla solo per l'aspetto fisico e una parvenza di presenza scenica.
Mi chiedo pure se sia stato doppiato nella scene in flashback in cui, in teoria, dovrebbe parlare con un marcato accento scozzese, vista la sua scarsa padronanza dell'inglese.
Sean Connery, attore scozzese per eccellenza, paradossalmente è stato chiamato a interpretare Ramirez, il mentore di MacLeod (che, a dispetto del nome, nel film risulta essere di origini egiziane!).
Il cattivo di turno, Kurgan, è un sadico pazzoide che nell'età contemporanea va in giro vestito come Terminator, mentre i poliziotti sono tutti idioti, insignificanti e violenti.
La pellicola sconfina parecchie volte nel trash e lo stile da "videoclipparo" dell'australiano Russell Mulcahy non aiuta. Il montaggio è secco e veloce, pure troppo, visto che le scene sembrano tagliate con l'accetta. La regia, nel complesso, è grezza e superficiale (anche se nei primi anni '80 molti film erano girati in quel modo).
Nostalgiche le musiche dei Queen, che qui hanno un arrangiamento più elettronico rispetto a quelle pubblicate nell'Album.
Il film è invecchiato davvero male, purtroppo.
VOTO: 5
Ok, il plot di partenza, almeno nel 1986, sembrava geniale, ammettiamolo.
Rivendendo il film (credo) per intero per la prima volta, dopo molto tempo, sono rimasto frastornato.
Christopher Lambert non doppiato è proprio un pessimo attore (uno dei peggiori che abbia mai visto) e in quegli anni riusciva a tenersi a galla solo per l'aspetto fisico e una parvenza di presenza scenica.
Mi chiedo pure se sia stato doppiato nella scene in flashback in cui, in teoria, dovrebbe parlare con un marcato accento scozzese, vista la sua scarsa padronanza dell'inglese.
Sean Connery, attore scozzese per eccellenza, paradossalmente è stato chiamato a interpretare Ramirez, il mentore di MacLeod (che, a dispetto del nome, nel film risulta essere di origini egiziane!).
Il cattivo di turno, Kurgan, è un sadico pazzoide che nell'età contemporanea va in giro vestito come Terminator, mentre i poliziotti sono tutti idioti, insignificanti e violenti.
La pellicola sconfina parecchie volte nel trash e lo stile da "videoclipparo" dell'australiano Russell Mulcahy non aiuta. Il montaggio è secco e veloce, pure troppo, visto che le scene sembrano tagliate con l'accetta. La regia, nel complesso, è grezza e superficiale (anche se nei primi anni '80 molti film erano girati in quel modo).
Nostalgiche le musiche dei Queen, che qui hanno un arrangiamento più elettronico rispetto a quelle pubblicate nell'Album.
Il film è invecchiato davvero male, purtroppo.
VOTO: 5
sabato 25 aprile 2020
IL NEGOZIATORE -Mini Recensione-
Danny Roman, un poliziotto esperto in negoziazioni di ostaggi, si ritrova dall'altra parte della barricata quando viene incastrato da alcuni poliziotti corrotti. Per cercare di dimostrare la sua innocenza, ottiene di poter parlare e con Chris Sabian, un altro negoziatore di Chicago...
Il plot di questo film del 1998 è abbastanza originale e la pellicola parte bene, ma lo "shooter" F. Gary Gray pensa solo all'estetica e alla tecnica fine a se stessa, così la storia sembra girare un po' a vuoto nella parte centrale.
I due protagonisti, Samuel L. Jackson e Kevin Spacey (per una volta non insopportabilmente antipatico) sono perfettamente in parte, ma anche il resto del cast è azzeccato, iniziando dal solido David Morse, passando per il compianto J.T. Walsh e arrivando fino al "gigionesco" Paul Giamatti.
Come già accennato, è la regia che non mi ha convinto. Con qualcuno dotato di maggior iniziativa e talento nella messa in scena, il risultato sarebbe stato superiore.
Bene le musiche di Graeme Revell.
In ogni caso, il film intrattiene bene.
Da rivedere.
VOTO: 7
P.S.
Samuel L. Jackson poteva esimersi dall'insultare qualcuno chiamandolo "motherfuc.er"?
Ovviamente no, anche se lo fa una sola volta.
Il plot di questo film del 1998 è abbastanza originale e la pellicola parte bene, ma lo "shooter" F. Gary Gray pensa solo all'estetica e alla tecnica fine a se stessa, così la storia sembra girare un po' a vuoto nella parte centrale.
I due protagonisti, Samuel L. Jackson e Kevin Spacey (per una volta non insopportabilmente antipatico) sono perfettamente in parte, ma anche il resto del cast è azzeccato, iniziando dal solido David Morse, passando per il compianto J.T. Walsh e arrivando fino al "gigionesco" Paul Giamatti.
Come già accennato, è la regia che non mi ha convinto. Con qualcuno dotato di maggior iniziativa e talento nella messa in scena, il risultato sarebbe stato superiore.
Bene le musiche di Graeme Revell.
In ogni caso, il film intrattiene bene.
Da rivedere.
VOTO: 7
P.S.
Samuel L. Jackson poteva esimersi dall'insultare qualcuno chiamandolo "motherfuc.er"?
Ovviamente no, anche se lo fa una sola volta.
venerdì 24 aprile 2020
STAR TREK: GENERAZIONI -Mini Recensione-
Il cinematografico passaggio di testimone tra i personaggi della serie classica di Star Trek e quelli di The Next Generation, con Picard & co. che dovranno sventare il catastrofico piano di uno scienziato alieno...
L'inizio del film non è male, dove troviamo (i vecchi) Kirk, Scotty e Chekov durante il viaggio di prova dell'USS Enterprise NCC-1701-D, ma poi subentrano Picard e il suo equipaggio, 80 anni dopo gli eventi del prologo, e iniziano le magagne.
Le trame secondarie sono solo abbozzate e appaiono "scollegate" rispetto al plot principale (vedi la storia del chip emozionale di Data). Sembra più un episodio di due ore della serie televisiva girato in formato wide screen, che un'opera cinematografica.
E la piatta regia di David Carson, che proviene appunto dal piccolo schermo, non aiuta.
Il personaggio di Beverly Crusher compare sullo schermo per una manciata di secondi, per non parlare della definitiva uscita di scena di James T. Kirk: siamo lontani anni luce rispetto alla (prima) morte di Spock vista nel secondo capitolo della saga.
A proposito: ma Kirk non diceva sempre che sarebbe morto da solo?
La musica di Dennis McCarthy (proveniente direttamente dalla serie televisiva) non è incisiva e spesso risulta sfiancante quanto è ripetitiva.
Il villain di turno è interpretato da un annoiato Malcom McDowell, che alla fine risulta abbastanza insulso.
Insomma, il film l'ho trovato abbastanza deludente. Forse è per questo che l'avevo gettato nel dimenticatoio per quasi 20 anni.
VOTO: 5
L'inizio del film non è male, dove troviamo (i vecchi) Kirk, Scotty e Chekov durante il viaggio di prova dell'USS Enterprise NCC-1701-D, ma poi subentrano Picard e il suo equipaggio, 80 anni dopo gli eventi del prologo, e iniziano le magagne.
Le trame secondarie sono solo abbozzate e appaiono "scollegate" rispetto al plot principale (vedi la storia del chip emozionale di Data). Sembra più un episodio di due ore della serie televisiva girato in formato wide screen, che un'opera cinematografica.
E la piatta regia di David Carson, che proviene appunto dal piccolo schermo, non aiuta.
Il personaggio di Beverly Crusher compare sullo schermo per una manciata di secondi, per non parlare della definitiva uscita di scena di James T. Kirk: siamo lontani anni luce rispetto alla (prima) morte di Spock vista nel secondo capitolo della saga.
A proposito: ma Kirk non diceva sempre che sarebbe morto da solo?
La musica di Dennis McCarthy (proveniente direttamente dalla serie televisiva) non è incisiva e spesso risulta sfiancante quanto è ripetitiva.
Il villain di turno è interpretato da un annoiato Malcom McDowell, che alla fine risulta abbastanza insulso.
Insomma, il film l'ho trovato abbastanza deludente. Forse è per questo che l'avevo gettato nel dimenticatoio per quasi 20 anni.
VOTO: 5
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lunedì 20 aprile 2020
IL FUGGITIVO -Mini Recensione-
Il dottor Kimble viene ingiustamente accusato dell'assassinio della moglie, ma riesce a evadere e, con gli U.S.Marshal alle calcagna, cerca di dimostrare la propria innocenza...
Basato su una serie tv degli anni '60 (a sua volta ispirata a un fatto realmente accaduto), fu un successo al botteghino nell'ormai lontano 1993.
Rivisto dopo sei anni, mi è sembrato migliore dell'altra volta ed è strano come possano cambiare le impressioni tra una visione e l'altra.
Harrison Ford non è male (sei anni fa mi era sembrato poco credibile, invece), benissimo invece Tommy Lee Jones: come scrissi a suo tempo, forse l'Oscar per questa sua interpretazione fu esagerato (ha fatto di meglio) ma c'è da dire che ruba la scena a Ford per quasi tutto il film.
Devo rivalutare anche la regia di Andrew Davis, almeno se paragonata a quella di molti action movie moderni.
Stranamente un po' pensante, quasi ridondante, la musica di James Netwon Howard (che di solito apprezzo molto).
Invecchiato abbastanza bene.
VOTO: 7
Basato su una serie tv degli anni '60 (a sua volta ispirata a un fatto realmente accaduto), fu un successo al botteghino nell'ormai lontano 1993.
Rivisto dopo sei anni, mi è sembrato migliore dell'altra volta ed è strano come possano cambiare le impressioni tra una visione e l'altra.
Harrison Ford non è male (sei anni fa mi era sembrato poco credibile, invece), benissimo invece Tommy Lee Jones: come scrissi a suo tempo, forse l'Oscar per questa sua interpretazione fu esagerato (ha fatto di meglio) ma c'è da dire che ruba la scena a Ford per quasi tutto il film.
Devo rivalutare anche la regia di Andrew Davis, almeno se paragonata a quella di molti action movie moderni.
Stranamente un po' pensante, quasi ridondante, la musica di James Netwon Howard (che di solito apprezzo molto).
Invecchiato abbastanza bene.
VOTO: 7
venerdì 3 aprile 2020
FIRE SQUAD -Incubo di fuoco -Mini Recensione-
Film basato sulla vera storia di una squadra di pompieri di Prescott che ha affrontato un terribile incendio nei pressi di Yarnell Hill, Arizona, nel 2013.
Scordatevi il solito film hollywoodiano tutta azione, spacconate e improbabili eroismi.
Siamo più dalle parti de L'ultima Tempesta o Deepwater Horizon, invece.
La storia inizia lenta, presentando i personaggi principali uno a uno, dando il tempo allo spettatore di affezionarsi all'intera squadra di pompieri.
Poi arriva il terzo atto, come un treno in piena corsa che finisce per travolgerti...
Ottimo il cast: grande prova di Josh Brolin (figlio d'arte che ormai ha superato abbondantemente la mediocrità del padre), strepitosa quella di Jeff Bridges, bravissima (e ancora splendida) Jennifer Connelly, ma anche Miles Teller, Taylor Kitsch e James Badge Dale.
Buona la regia di Joseph Kosinski, che non si fa prendere la mano cedendo a inutili virtuosismi che avrebbero reso il film sì più spettacolare ma meno intenso dal punto di vista emotivo.
Quello che conta è la storia ma, soprattutto, le emozioni che riescono a farci provare gli attori.
Pellicola scandalosamente snobbata dal pubblico (che probabilmente si aspettava tutt'altra cosa) e anche dall'Academy Awards, a mio modesto parere.
Consigliato, assolutamente!
VOTO: 8
Scordatevi il solito film hollywoodiano tutta azione, spacconate e improbabili eroismi.
Siamo più dalle parti de L'ultima Tempesta o Deepwater Horizon, invece.
La storia inizia lenta, presentando i personaggi principali uno a uno, dando il tempo allo spettatore di affezionarsi all'intera squadra di pompieri.
Poi arriva il terzo atto, come un treno in piena corsa che finisce per travolgerti...
Ottimo il cast: grande prova di Josh Brolin (figlio d'arte che ormai ha superato abbondantemente la mediocrità del padre), strepitosa quella di Jeff Bridges, bravissima (e ancora splendida) Jennifer Connelly, ma anche Miles Teller, Taylor Kitsch e James Badge Dale.
Buona la regia di Joseph Kosinski, che non si fa prendere la mano cedendo a inutili virtuosismi che avrebbero reso il film sì più spettacolare ma meno intenso dal punto di vista emotivo.
Quello che conta è la storia ma, soprattutto, le emozioni che riescono a farci provare gli attori.
Pellicola scandalosamente snobbata dal pubblico (che probabilmente si aspettava tutt'altra cosa) e anche dall'Academy Awards, a mio modesto parere.
Consigliato, assolutamente!
VOTO: 8
giovedì 2 aprile 2020
GODZILLA II - King of the monsters -Mini Recensione-
Ritorna il gigantesco lucertolone, chiamato a combattere nuovi mostri, aiutato dai soliti scienziati e soldati americani...
Brutto film, c'è poco da dire.
L'attore protagonista Kyle Chandler ce la mette tutta per tenere a galla la baracca, ma la storia, piena di cliché (toh, una coppia in crisi dopo la morte del figlio), è sovrastata dagli effetti speciali.
Anche Ken Watanabe sembra lì per dovere di contratto e Charles Dance è sprecato.
Vengono distrutte città e presumibilmente muoiono milioni di persone e nessuno sembra battere ciglio.
Il film dura circa due ore (senza titoli di coda) ma non vedevo l'ora che finisse, come abitualmente mi accade ormai con quasi tutti i blockbuster moderni.
Regia di Michael Dougherty non pervenuta.
L'unica cosa positiva è la colonna sonora, che ho trovato abbastanza originale.
Un film "catastrofico" (in ogni senso) che fa rimpiangere le pellicole di Roland Emmerich, come scrissi per la recensione del primo capitolo.
VOTO: 4,5
Brutto film, c'è poco da dire.
L'attore protagonista Kyle Chandler ce la mette tutta per tenere a galla la baracca, ma la storia, piena di cliché (toh, una coppia in crisi dopo la morte del figlio), è sovrastata dagli effetti speciali.
Anche Ken Watanabe sembra lì per dovere di contratto e Charles Dance è sprecato.
Vengono distrutte città e presumibilmente muoiono milioni di persone e nessuno sembra battere ciglio.
Il film dura circa due ore (senza titoli di coda) ma non vedevo l'ora che finisse, come abitualmente mi accade ormai con quasi tutti i blockbuster moderni.
Regia di Michael Dougherty non pervenuta.
L'unica cosa positiva è la colonna sonora, che ho trovato abbastanza originale.
Un film "catastrofico" (in ogni senso) che fa rimpiangere le pellicole di Roland Emmerich, come scrissi per la recensione del primo capitolo.
VOTO: 4,5
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