Danny Roman, un poliziotto esperto in negoziazioni di ostaggi, si ritrova dall'altra parte della barricata quando viene incastrato da alcuni poliziotti corrotti. Per cercare di dimostrare la sua innocenza, ottiene di poter parlare e con Chris Sabian, un altro negoziatore di Chicago...
Il plot di questo film del 1998 è abbastanza originale e la pellicola parte bene, ma lo "shooter" F. Gary Gray pensa solo all'estetica e alla tecnica fine a se stessa, così la storia sembra girare un po' a vuoto nella parte centrale.
I due protagonisti, Samuel L. Jackson e Kevin Spacey (per una volta non insopportabilmente antipatico) sono perfettamente in parte, ma anche il resto del cast è azzeccato, iniziando dal solido David Morse, passando per il compianto J.T. Walsh e arrivando fino al "gigionesco" Paul Giamatti.
Come già accennato, è la regia che non mi ha convinto. Con qualcuno dotato di maggior iniziativa e talento nella messa in scena, il risultato sarebbe stato superiore.
Bene le musiche di Graeme Revell.
In ogni caso, il film intrattiene bene.
Da rivedere.
VOTO: 7
P.S.
Samuel L. Jackson poteva esimersi dall'insultare qualcuno chiamandolo "motherfuc.er"?
Ovviamente no, anche se lo fa una sola volta.
L'altalenanza registica sarà più evidente successivamente, comunque questo è uno dei suoi migliori ;)
RispondiEliminaTecnicamente ineccepibile, ma non c'è nulla di originale nella regia.
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