Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

giovedì 21 giugno 2018

I CERCATORI DI OSSA - Recensione -

In questa nuova recensione letteraria, torno a occuparmi del compianto Michael Crichton, parlando del suo romanzo postumo I CERCATORI  DI OSSA.
Come per L'ISOLA DEI PIRATI, non so quanto il manoscritto originale (ritrovato dalla moglie tra gli archivi dello scrittore) possa essere stato completato in modo definitivo dallo stesso Crichton, anche perché lo stile mi sembra un tantino troppo asciutto, quasi si trattasse ancora di un testo in fase di miglioramento ma, a differenza del romanzo sui pirati, questo mi è davvero piaciuto.
Qui troviamo un'avvincente storia d'avventura -quella del giovane studente di Yale, William Johnson, che nel 1876 si unisce per scommessa al gruppo del professor Marsh, noto paleontologo e rivale dell'altrettanto famoso professor Cope, per una spedizione nel Colorado- che ben presto si trasforma in un vero e proprio romanzo western, dove il protagonista farà la conoscenza niente meno di Wyatt Earp, ovviamente figura storica realmente esistita così come i paleontologi Marsh e Cope.
E' puro intrattenimento alla Crichton: colpi di scena, grandi personaggi ben caratterizzati e lettura coinvolgente.
Davvero, era da tempo che non divoravo così velocemente un romanzo.
Consigliato a tutti i fan di Crichton, ma non solo.






mercoledì 13 giugno 2018

Shark Night-Il lago del terrore - Mini Recensione

Ancora un film con gli squali?
Be', questo è del 2011 ed è girato in 3D, anche se da noi è uscito direttamente per il mercato home video.
In un lago salato della Louisiana si aggira un grosso squalo che attende di solamente di divorare una nuova preda umana. Ovviamente un gruppo di studenti si recherà proprio in quel luogo per trascorrere il week end...
In realtà la trama non è così semplice come sembra (non posso dire di più per non fare spoiler) e anche se certi elementi sono parecchio trash, la sceneggiatura non l'ho trovata poi così scadente.
I personaggi e molte situazioni sembrano usciti direttamente da uno slasher movie degli anni '80, anche perché dopo pochi minuti capisci esattamente quali saranno i due giovani che alla fine riusciranno a portare a casa la pelle.
Cast anonimo o comunque con attori provenienti quasi esclusivamente dalla televisione.
La regia del compianto David R. Ellis è nella norma, con qualche (ovvia) citazione a Spielberg, molte scene girate in modo da sfruttare il 3D originale (tant'è che inizialmente non sapevo fosse stato girato in tre dimensioni ma mi è venuto il legittimo dubbio durante la visione, azzeccandoci in pieno) e qualche effetto digitale di troppo. Forse ci voleva un po' più di splatter per accontentare i fan del genere.
Apprezzabili, invece, le musiche di Graeme Revell.
Un "filmaccio" non eccessivamente demenziale che si lascia vedere senza annoiare.

VOTO: 6









lunedì 11 giugno 2018

DANKO - Mini Recensione

Ci sono film legati al passato di cui hai un bel ricordo, ma poi li rivedi dopo molti anni e rimani un po' deluso. Ecco, questo è il caso di DANKO, film di Walter Hill con Arnold Schwarzenegger e James Belushi del 1988.
Certo, Schwarzy nei panni dell'inossidabile e imperturbabile capitano della milizia sovietica in trasferta negli USA è perfetto. Per un volta il suo marcato accento straniero lo aiuta, ma a tratti si muove troppo meccanicamente in stile Terminator. James Beluschi è spassoso e la regia di Hill è solida e pulita come sempre. Ci sono pure le musiche di James Horner...
Eppure il film, dopo questa ultima visione, non mi ha convinto.
Il cattivo di turno, quando recita in russo, è eccessivamente pesante; le battute tra i due protagonisti non sempre vanno a segno (va probabilmente meglio nel doppiaggio italiano) e la sceneggiatura si impianta un po' nella parte centrale.
Non il miglior buddy cop in chiave action di Walter Hill.


VOTO: 6,5




lunedì 4 giugno 2018

SPLIT - Mini Recensione

Finalmente mi sono deciso a guardare l'ultima opera cinematografia, in ordine cronologico, di M. Night Shyamalan (forse ho imparato a scrivere il suo nome correttamente).
Lo ammetto, ero prevenuto, anche perché il precedente The Visit mi aveva annoiato e parecchio deluso, mentre questo film mi sembrava, sulla carta, l'ennesima inutile variante dello psicopatico dalle multiple personalità.
Perché il soggetto di questo thriller, fondamentalmente, riguarda proprio quello di uno uomo affetto da disturbi psichici che rapisce 3 adolescenti. 
Per fortuna Shyamalan riesce a confezionare una storia abbastanza originale, anche se l'immancabile Plot Twist  risulta meno efficace del solito (perfino in The Visit mi aveva colpito).
La regia è tipica del suo stile, ritmo lento con parecchie inquadrature fisse, qualche vago riferimento a Hitchcock, ma anche con un paio di evidenti scavalcamenti di campo.
Bravo James McAvoy, anche se un tantino sopra le righe per i miei gusti. Il suo doppiaggio è però roba da rimborso del biglietto e non regge assolutamente il confronto con l'originale (ho ri-ascoltato alcuni passaggi in italiano di proposito). A tal proposito mi chiedo perché non sia stato chiamato il suo abituale doppiatore, ovvero Stefano Crescentini, che secondo me avrebbe eseguito un doppiaggio decisamente migliore (ha una voce anche molto più somigliante a quella di McAvoy).
Comunque, un buon thriller che fa di nuovo alzare le quotazioni, come regista, del sopravvalutato Shyamalan.

VOTO: 7+





sabato 2 giugno 2018

UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA - Mini Recensione

Era il 1993 quando a Cannes fece la sua apparizione questo film di Joel Schumacher, ottenendo anche una nomination.
Durante una torrida mattinata a Los Angeles, bloccato in mezzo al traffico, un tranquillo impiegato statale (almeno in apparenza) abbandona  improvvisamente l'auto e si allontana a piedi.
Nel suo girovagare per la città, con la speranza di riuscire a raggiungere l'abitazione dell'ex moglie in occasione del compleanno della figlia, la sua stabilità mentale inizia sempre più a vacillare. Sarà  l'anziano detective Prendergast, all'ultimo giorno prima della pensione, a mettersi sulle su tracce.
Il regista Schumacher è probabilmente il regista più discontinuo di Hollywood, capace di alternare boiate inguardabili a gioiellini interessanti come questo.
Michael Douglas qui è mostruosamente in parte, così come il sempre affidabile Robert Duvall.
Se lo spettatore riesce a provare compassione per Bill Foster, l'impiegato afflitto da esaurimento nervoso, è anche merito di Douglas. Nella scena in cui se la prende con il fanatico nazista non si può evitare di fare il tifo per lui.
Il personaggio dell'anziano detective  a poche ore della pensione è ovviamente un cliché abusato, ma sia Duvall, che la sua caratterizzazione a livello di sceneggiatura, riescono a renderlo perfettamente credibile.
Un bel thriller, che non rinuncia a lanciare solide critiche alla società americana, da rivedere sempre con piacere.

VOTO: 7,5