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lunedì 4 giugno 2018

SPLIT - Mini Recensione

Finalmente mi sono deciso a guardare l'ultima opera cinematografia, in ordine cronologico, di M. Night Shyamalan (forse ho imparato a scrivere il suo nome correttamente).
Lo ammetto, ero prevenuto, anche perché il precedente The Visit mi aveva annoiato e parecchio deluso, mentre questo film mi sembrava, sulla carta, l'ennesima inutile variante dello psicopatico dalle multiple personalità.
Perché il soggetto di questo thriller, fondamentalmente, riguarda proprio quello di uno uomo affetto da disturbi psichici che rapisce 3 adolescenti. 
Per fortuna Shyamalan riesce a confezionare una storia abbastanza originale, anche se l'immancabile Plot Twist  risulta meno efficace del solito (perfino in The Visit mi aveva colpito).
La regia è tipica del suo stile, ritmo lento con parecchie inquadrature fisse, qualche vago riferimento a Hitchcock, ma anche con un paio di evidenti scavalcamenti di campo.
Bravo James McAvoy, anche se un tantino sopra le righe per i miei gusti. Il suo doppiaggio è però roba da rimborso del biglietto e non regge assolutamente il confronto con l'originale (ho ri-ascoltato alcuni passaggi in italiano di proposito). A tal proposito mi chiedo perché non sia stato chiamato il suo abituale doppiatore, ovvero Stefano Crescentini, che secondo me avrebbe eseguito un doppiaggio decisamente migliore (ha una voce anche molto più somigliante a quella di McAvoy).
Comunque, un buon thriller che fa di nuovo alzare le quotazioni, come regista, del sopravvalutato Shyamalan.

VOTO: 7+





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