Jack Reacher, ex membro della polizia militare e soldato pluridecorato, ora sparito dalla circolazione, si rifà vivo quando un cecchino e reduce della Seconda guerra del Golfo, con cui aveva già avuto a che fare, viene accusato di aver ucciso 5 persone...
Questo primo film basato sul personaggio creato dal romanziere Lee Child non è niente male, a mio modo di vedere.
Tom Cruise, pur essendo totalmente diverso dalla controparte letteraria (nei romanzi Reacher è un gigante di quasi 2 metri), l'ho trovato perfetto in questa pellicola (ed è già la seconda volta in pochi giorni). Del resto, i limiti di Cruise vengono fuori quando si impunta a interpretare ruoli troppo impegnativi per lui, mentre se la cava molto meglio in parti come questa.
Nel cast troviamo anche un sornione Robert Duvall, una bella Rosamund Pike, un passabile Jay Courtney e Werner Herzog nel ruolo dello spietato, glaciale e inquietante Villain di turno: il suo è un personaggio davvero azzeccato.
La regia di Christopher McQuarrie (che è anche lo sceneggiatore) non è eccessivamente fracassona, anche se ogni tanto sbaglia qualche controcampo, quindi fondamentalmente mi è piaciuta.
Jack Reacher, almeno quello della versione cinematografica, è un personaggio troppo "perfettino" ma è anche molto "cool" e divertente, proprio come questo film.
VOTO: 7+
Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.
venerdì 30 marzo 2018
mercoledì 28 marzo 2018
EDGE OF TOMORROW-SENZA DOMANI -Mini Recensione-
Quando RICOMINCIO DA CAPO incontra STARSHIP TROOPERS.
In un futuro prossimo delle forme di vita aliene barcate sulla Terra hanno preso possesso di tutta l'Europa.
Il maggiore dell'esercito americano William Cage, in realtà un vero e proprio codardo, viene degradato e spedito in Normandia a combattere gli alieni. Morirà sul campo, per poi svegliarsi esattamente alla vigilia della stessa battaglia. Morirà ancora, per poi svegliarsi di nuovo...
Davvero niente male questo film di fantascienza del 2014, tratto da un romanzo illustrato giapponese.
Il plot non è poi tanto originale ma è ben rimaneggiato in chiave fantascientifica.
Bravo pure Tom Cruise, per una volta tanto perfettamente in parte; così come Emily Blunt, bella e tosta al punto giusto. C'è anche Bill Paxton, che si può considerare come la ciliegina sulla torta.
La regia di Doug Liman è nella norma, ma ha comunque il merito di non far risultare troppo ripetitive e noiose le scene in cui il protagonista rivive le stesse identiche situazioni viste un attimo prima.
Ho apprezzato anche i richiami allo sbarco alleato in Normandia nella WW2.
Insomma, uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni.
VOTO: 7+
In un futuro prossimo delle forme di vita aliene barcate sulla Terra hanno preso possesso di tutta l'Europa.
Il maggiore dell'esercito americano William Cage, in realtà un vero e proprio codardo, viene degradato e spedito in Normandia a combattere gli alieni. Morirà sul campo, per poi svegliarsi esattamente alla vigilia della stessa battaglia. Morirà ancora, per poi svegliarsi di nuovo...
Davvero niente male questo film di fantascienza del 2014, tratto da un romanzo illustrato giapponese.
Il plot non è poi tanto originale ma è ben rimaneggiato in chiave fantascientifica.
Bravo pure Tom Cruise, per una volta tanto perfettamente in parte; così come Emily Blunt, bella e tosta al punto giusto. C'è anche Bill Paxton, che si può considerare come la ciliegina sulla torta.
La regia di Doug Liman è nella norma, ma ha comunque il merito di non far risultare troppo ripetitive e noiose le scene in cui il protagonista rivive le stesse identiche situazioni viste un attimo prima.
Ho apprezzato anche i richiami allo sbarco alleato in Normandia nella WW2.
Insomma, uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni.
VOTO: 7+
domenica 25 marzo 2018
SPIDER-MAN: HOMECOMING -Mini Recensione-
Ritorna forse il più famoso super eroe Marvel in questo ennesimo reboot, ora aggiornatosi all'universo condiviso con gli Avengers.
Dopo gli eventi visti in Civil War, dove era stato momentaneamente chiamato in causa da Tony Stark, il giovanissimo Peter Parker alias Spider-Man vuole a tutti i costi diventare un super eroe a tutti gli effetti. Ma Tony Stark/Iron Man continua a tenerlo d'occhio, reputandolo ancora troppo inesperto.
I guai non tarderanno ad arrivare...
Questa nuova versione cinematografica de L'uomo Ragno mi ha piacevolmente sorpreso, devo ammetterlo, anche se il paragone con i film di Sam Raimi non regge.
Forse Peter Parker qui è un tantino troppo giovane, soprattutto nell'aspetto di Tom Holland e, a tratti, il film pare una commedia adolescenziale; c'è anche qualche stravolgimento di troppo nei personaggi secondari ma Marisa Tomei nei panni di zia Milf... volevo dire... zia May è piuttosto affascinante, lo ammetto.
Bene anche il villain intepretato da un Michael Keaton forse un tantino sopra le righe.
Tutto sommato è film molto divertente con una regia però troppo fracassona, ben lontana (come idee) a Cop Car, ovvero il precedente lavoro del regista Jon Watts.
Ma si sa: un blockbuster deve risultare spettacolare e avere un ritmo travolgente anche a discapito dell'originalità.
Lo ripeto ancora: è un film che non mi ha certo annoiato, però pare lontanto anni luce dai primi 2 Spider-Man (tralascio volutamente il 3°), dove Raimi aveva azzeccato il perfetto approccio "fumettistico" per un cinecomic, soprattutto senza mai prendersi sul serio.
VOTO: 7-
Dopo gli eventi visti in Civil War, dove era stato momentaneamente chiamato in causa da Tony Stark, il giovanissimo Peter Parker alias Spider-Man vuole a tutti i costi diventare un super eroe a tutti gli effetti. Ma Tony Stark/Iron Man continua a tenerlo d'occhio, reputandolo ancora troppo inesperto.
I guai non tarderanno ad arrivare...
Questa nuova versione cinematografica de L'uomo Ragno mi ha piacevolmente sorpreso, devo ammetterlo, anche se il paragone con i film di Sam Raimi non regge.
Forse Peter Parker qui è un tantino troppo giovane, soprattutto nell'aspetto di Tom Holland e, a tratti, il film pare una commedia adolescenziale; c'è anche qualche stravolgimento di troppo nei personaggi secondari ma Marisa Tomei nei panni di zia Milf... volevo dire... zia May è piuttosto affascinante, lo ammetto.
Bene anche il villain intepretato da un Michael Keaton forse un tantino sopra le righe.
Tutto sommato è film molto divertente con una regia però troppo fracassona, ben lontana (come idee) a Cop Car, ovvero il precedente lavoro del regista Jon Watts.
Ma si sa: un blockbuster deve risultare spettacolare e avere un ritmo travolgente anche a discapito dell'originalità.
Lo ripeto ancora: è un film che non mi ha certo annoiato, però pare lontanto anni luce dai primi 2 Spider-Man (tralascio volutamente il 3°), dove Raimi aveva azzeccato il perfetto approccio "fumettistico" per un cinecomic, soprattutto senza mai prendersi sul serio.
VOTO: 7-
venerdì 23 marzo 2018
BLOW AWAY-FOLLIA ESPLOSIVA -Mini Recensione-
Eccomi ancora con un altro film, rivisto dopo quasi 20 anni, che mi ha sorpreso.
Sto parlando di Blow Away-Follia esplosiva.
Jimmy Dove (Jeff Bridges) è un artificere di Boston che nasconde un segreto riguardo il suo passato e che si ritroverà a dover affrontare una sua vecchia conoscenza, un terrorista e dinamitardo irlandese (Tommy Lee Jones) appena scappato di prigione deciso a vendicarsi...
Questo è un film invecchiato molto bene, a mio avviso, soprattutto se paragonato agli action/thriller moderni. Sicuramente invecchiato meglio del coevo Speed che gli rubò il successo nelle sale cinematografiche.
Qui c'è una solida e interessante storia di background, mentre l'eroe di turno non è certo senza peccato. Il cattivo, a tratti forse eccessivamente sopra le righe, ha comunque carisma e appare quasi simpatico nella sua follia.
Bravissimi sia Jeff Bridges che Tommy Lee Jones, senza tralasciare Forest Whitaker e un monumentale Lloyd Bridges.
E Stephen Hopkins è un regista da rivalutare, assolutamente.
Qui azzecca una scena alla "Hitchcock" niente male (quando la compagna del protagonista e sua figlia rientrano in casa e lo spettatore inizia a sospettare che una bomba si debba innescare da un momento all'altro) e non sbaglia un colpo in tutto il film.
Buone le musiche di Alan Silvestri, accompagnate da altri brani di artisti irlandesi più o meno famosi.
Su tutti troviamo gli U2: ancora mi chiedo come Bono & Co. abbiano accettato il fatto che un paio di loro brani accompagnino Tommy Lee Jones mentre prepara i suoi ordrigni esplosivi...
Comunque, a costo di ripetermi: ennesima pellicola sottovalutata.
VOTO: 7+
Sto parlando di Blow Away-Follia esplosiva.
Jimmy Dove (Jeff Bridges) è un artificere di Boston che nasconde un segreto riguardo il suo passato e che si ritroverà a dover affrontare una sua vecchia conoscenza, un terrorista e dinamitardo irlandese (Tommy Lee Jones) appena scappato di prigione deciso a vendicarsi...
Questo è un film invecchiato molto bene, a mio avviso, soprattutto se paragonato agli action/thriller moderni. Sicuramente invecchiato meglio del coevo Speed che gli rubò il successo nelle sale cinematografiche.
Qui c'è una solida e interessante storia di background, mentre l'eroe di turno non è certo senza peccato. Il cattivo, a tratti forse eccessivamente sopra le righe, ha comunque carisma e appare quasi simpatico nella sua follia.
Bravissimi sia Jeff Bridges che Tommy Lee Jones, senza tralasciare Forest Whitaker e un monumentale Lloyd Bridges.
E Stephen Hopkins è un regista da rivalutare, assolutamente.
Qui azzecca una scena alla "Hitchcock" niente male (quando la compagna del protagonista e sua figlia rientrano in casa e lo spettatore inizia a sospettare che una bomba si debba innescare da un momento all'altro) e non sbaglia un colpo in tutto il film.
Buone le musiche di Alan Silvestri, accompagnate da altri brani di artisti irlandesi più o meno famosi.
Su tutti troviamo gli U2: ancora mi chiedo come Bono & Co. abbiano accettato il fatto che un paio di loro brani accompagnino Tommy Lee Jones mentre prepara i suoi ordrigni esplosivi...
Comunque, a costo di ripetermi: ennesima pellicola sottovalutata.
VOTO: 7+
mercoledì 21 marzo 2018
IO NON CREDO A NESSUNO -Mini Recensione-
Finalmente ho recuperato un altro "tardo" film western che mi mancava.
Sto parlando di IO NON CREDO A NESSUNO con il solito, granitico, impareggiabile Charles Bronson.
Un treno con a bordo un governatore degli Stati Uniti, diretto verso uno sperduto avamposto militare, accoglie a bordo uno sceriffo federale (un U.S.Marshal, in originale) e il suo prigioniero, un misterioso individuo con varie accuse sul groppone.
Ma ben presto, a bordo del treno, qualcuno inizia a uccidere i passeggeri uno ad uno...
Tratto da un romanzo di Alistar Mac Lean (lo stesso di Dove osano le aquile, I cannoni di Navarone, per intenderci), ci troviamo di fronte, almeno all'inizio, a un giallo alla Agatha Christie in salsa western ma che non trascura le scene d'azione.
E la storia funziona, con un Bronson ancora in gran forma e un buon cast di attori caratteristi come comprimari, anche se il mitico Ben Johnson risulta però sprecato, a mio modo di vedere.
La regia di Tom Gries è un poco ruvida, come molti film degli anni '70, ma a tratti spettacolare (vedi la lotta del protagonista, il personaggio di Charles Bronson, con uno dei cattivi di turno sul tetto di uno dei vagoni del treno, girata in gran parte senza controfigure).
Accattivante e azzeccato il tema musicale principale composto da Jerry Goldsmith.
L'ennesimo film da rivalutare.
VOTO: 7+
Sto parlando di IO NON CREDO A NESSUNO con il solito, granitico, impareggiabile Charles Bronson.
Un treno con a bordo un governatore degli Stati Uniti, diretto verso uno sperduto avamposto militare, accoglie a bordo uno sceriffo federale (un U.S.Marshal, in originale) e il suo prigioniero, un misterioso individuo con varie accuse sul groppone.
Ma ben presto, a bordo del treno, qualcuno inizia a uccidere i passeggeri uno ad uno...
Tratto da un romanzo di Alistar Mac Lean (lo stesso di Dove osano le aquile, I cannoni di Navarone, per intenderci), ci troviamo di fronte, almeno all'inizio, a un giallo alla Agatha Christie in salsa western ma che non trascura le scene d'azione.
E la storia funziona, con un Bronson ancora in gran forma e un buon cast di attori caratteristi come comprimari, anche se il mitico Ben Johnson risulta però sprecato, a mio modo di vedere.
La regia di Tom Gries è un poco ruvida, come molti film degli anni '70, ma a tratti spettacolare (vedi la lotta del protagonista, il personaggio di Charles Bronson, con uno dei cattivi di turno sul tetto di uno dei vagoni del treno, girata in gran parte senza controfigure).
Accattivante e azzeccato il tema musicale principale composto da Jerry Goldsmith.
L'ennesimo film da rivalutare.
VOTO: 7+
martedì 20 marzo 2018
WHITEOUT-INCUBO BIANCO -Mini Recensione-
Antartide. Il deputy U.S.Marshal Carrie Stetko, in servizio presso la stazione Amundsen-Scott, dovrà fronteggiare una serie di omicidi mentre la base sta per essere evacuata per l'inverno e, tanto per complicare ancor più le cose, una tempesta di neve sta inesorabilmente arrivando...
Tratto da una graphic novel credo inedita in Italia, questo film non è malaccio per chi ama le ambientazioni gelide, isolate e claustrofobiche come il sottoscritto.
Certo, il plot di partenza non è sfruttato a dovere, inoltre il prologo e un'altra scena paiono riprese pari pari da un episodio della 4° stagione di MacGyver (ambientazione ai poli opposti a parte), ma la bella Kate Beckinsale è sempre un bel vedere e la trovo pure perfetta nella parte della tosta protagonista. Sono i personaggi di contorno che probabilmente risultano un po' fiacchi e anonimi, così come anche Tom Skerritt non è sfruttato a dovere.
Si percepisce abbastanza anche una certa paranoia (i sospetti sull'identità del misterioso killer ricadono, almeno una volta, su ogni co-protagonista) ma si poteva sfruttare di più questo aspetto.
La regia di Dominic Sena non mi è dispiaciuta, almeno dal punto di vista tecnico, pur senza particolari guizzi. Anche i palesi effetti digitali non risultano eccessivamente pesanti.
Insomma, come scrivo spesso, un'occasione sprecata, anche se il film, tutto sommato, si lascia vedere.
VOTO: 6,5
Tratto da una graphic novel credo inedita in Italia, questo film non è malaccio per chi ama le ambientazioni gelide, isolate e claustrofobiche come il sottoscritto.
Certo, il plot di partenza non è sfruttato a dovere, inoltre il prologo e un'altra scena paiono riprese pari pari da un episodio della 4° stagione di MacGyver (ambientazione ai poli opposti a parte), ma la bella Kate Beckinsale è sempre un bel vedere e la trovo pure perfetta nella parte della tosta protagonista. Sono i personaggi di contorno che probabilmente risultano un po' fiacchi e anonimi, così come anche Tom Skerritt non è sfruttato a dovere.
Si percepisce abbastanza anche una certa paranoia (i sospetti sull'identità del misterioso killer ricadono, almeno una volta, su ogni co-protagonista) ma si poteva sfruttare di più questo aspetto.
La regia di Dominic Sena non mi è dispiaciuta, almeno dal punto di vista tecnico, pur senza particolari guizzi. Anche i palesi effetti digitali non risultano eccessivamente pesanti.
Insomma, come scrivo spesso, un'occasione sprecata, anche se il film, tutto sommato, si lascia vedere.
VOTO: 6,5
domenica 18 marzo 2018
FARGO -Mini Recensione-
Non sono mai stato un grande fan dei fratelli Coen, ma ci sono alcuni loro film che decisamente adoro.
Come questo Fargo, che racconta la storia di Jerry Lundegaard, un inetto venditore di auto del Minnesota, e di come il suo goffo piano per rapire la propria moglie e chiedere un riscatto al ricco suocero, affidando il compito a due altrettanti incapaci criminali, finisce per andare decisamente a rotoli...
Ricordo ancora quando lo vidi in TV per la prima volta, un sabato sera (credo) di fine millennio, in seconda serata e dopo un po' iniziai a chiedermi: ma che razza di film stavo guardando?
Mi colpì subito, anche perché si discostava parecchio dallo stile di certi thriller che fino a quel momento ero abituato a vedere.
Ma come mai mi piace cosi tanto?
Forse è per la sua ambientazione "fredda e isolata"; forse perché ha come protagonista una donna poliziotto apparentemente normale (anche se i veri protagonisti sono i due approssimativi sequestratori); forse per il grande cast di attori, partendo dal sottovalutatissimo William H. Macy, passando per la brava Frances McDormand e arrivando fino all'impagabile Steve Buscemi; forse per la regia, con le sue pause, i suoi campi lunghissimi, il suo tono grottesco nei punti giusti...
Non lo so di preciso, ma questo film per me rimane un gioiellino!
VOTO: 8
Come questo Fargo, che racconta la storia di Jerry Lundegaard, un inetto venditore di auto del Minnesota, e di come il suo goffo piano per rapire la propria moglie e chiedere un riscatto al ricco suocero, affidando il compito a due altrettanti incapaci criminali, finisce per andare decisamente a rotoli...
Ricordo ancora quando lo vidi in TV per la prima volta, un sabato sera (credo) di fine millennio, in seconda serata e dopo un po' iniziai a chiedermi: ma che razza di film stavo guardando?
Mi colpì subito, anche perché si discostava parecchio dallo stile di certi thriller che fino a quel momento ero abituato a vedere.
Ma come mai mi piace cosi tanto?
Forse è per la sua ambientazione "fredda e isolata"; forse perché ha come protagonista una donna poliziotto apparentemente normale (anche se i veri protagonisti sono i due approssimativi sequestratori); forse per il grande cast di attori, partendo dal sottovalutatissimo William H. Macy, passando per la brava Frances McDormand e arrivando fino all'impagabile Steve Buscemi; forse per la regia, con le sue pause, i suoi campi lunghissimi, il suo tono grottesco nei punti giusti...
Non lo so di preciso, ma questo film per me rimane un gioiellino!
VOTO: 8
giovedì 15 marzo 2018
JACK RYAN-L'INIZIAZIONE -Mini Recensione-
Torna l'eroe creato da Tom Clancy, nel tentativo di rilanciarne il personaggio, in un nuovo reebot dopo l'ultima apparizione ne Al vertice della tensione.
Jack Ryan, eroico ex-marine, ora analista per la CIA, si trova suo malgrado a dover sventare un attacco terroristico che dovrà svolgersi negli Stati Uniti...
Ok, niente di nuovo sotto al sole.
Abbiamo un giovane, intelligente e infallibile eroe americano -Chris Pine/Jack Ryan- il suo mentore con una solida esperienza alle spalle -Kevin Costner- la bella e ignara fidanzata del protagonista che si ritroverà coinvolta nella missione dell'amato compagno -Keira Knightley- e l'immancabile cattivone tormentato, patriottico e piuttosto sadico -Kenneth Branagh-, quest'ultimo anche regista della pellicola.
La sceneggiatura non è poi così male, anche se sprizza americanismo da tutti i pori, mentre Branagh riesce comunque a dare un tocco di parziale originalità al villain del film, cosa non facile al giorno d'oggi.
Ritengo Branagh un buon regista però poco adatto ai film d'azione, infatti in alcune scene di lotta si capisce ben poco di quello che sta accadendo, ma in generale la sua direzione non mi è dispiaciuta.
Secondo me potrebbero affidargli la regia di un Bond movie, nonostante tutto.
Il film fu però un mezzo flop, tanto che in Italia non è nemmeno uscito a cinema.
VOTO: 6.5
Jack Ryan, eroico ex-marine, ora analista per la CIA, si trova suo malgrado a dover sventare un attacco terroristico che dovrà svolgersi negli Stati Uniti...
Ok, niente di nuovo sotto al sole.
Abbiamo un giovane, intelligente e infallibile eroe americano -Chris Pine/Jack Ryan- il suo mentore con una solida esperienza alle spalle -Kevin Costner- la bella e ignara fidanzata del protagonista che si ritroverà coinvolta nella missione dell'amato compagno -Keira Knightley- e l'immancabile cattivone tormentato, patriottico e piuttosto sadico -Kenneth Branagh-, quest'ultimo anche regista della pellicola.
La sceneggiatura non è poi così male, anche se sprizza americanismo da tutti i pori, mentre Branagh riesce comunque a dare un tocco di parziale originalità al villain del film, cosa non facile al giorno d'oggi.
Ritengo Branagh un buon regista però poco adatto ai film d'azione, infatti in alcune scene di lotta si capisce ben poco di quello che sta accadendo, ma in generale la sua direzione non mi è dispiaciuta.
Secondo me potrebbero affidargli la regia di un Bond movie, nonostante tutto.
Il film fu però un mezzo flop, tanto che in Italia non è nemmeno uscito a cinema.
VOTO: 6.5
martedì 13 marzo 2018
DRIVEN -Mini Recensione-
Rivisto dopo 17 anni, praticamente dal tempo della sua uscita al cinema.
Stallone qui interpreta tale Joe Tanto, un ex pilota automobilistico richiamato in pista dal suo vecchio capo di scuderia per aiutare a vincere il titolo mondiale un altro giovane e promettente pilota...
Stallone è anche sceneggiatore e, col senno di poi, il suo ruolo da mentore mi ricorda parecchio quello dell'ultimo film su Rocky uscito poco tempo fa.
Non è lui il vero protagonista di questa pellicola che, a dire la verità, non è poi così malaccio come ricordavo.
La trama principale è ridotta all'osso, così come lo sono tutte le sotto trame (scontate all'ennesima potenza) che intrecciano tra di loro i personaggi che ruotano attorno alla figura di Tanto/Stallone (i vari conflitti vengono subito risolti in un paio di scene), però il film risulta abbastanza divertente se si accetta il fatto di trovarsi davanti alla solita spacconata hollywoodiana e alla NON regia di Renny Harlin, il quale si limita a girare una serie di accattivanti e patinatissime inquadrature per montarle freneticamente assieme come in un lunghissimo videoclip.
Burt Reynolds insopportabilmente sopra le righe in alcune scene, palesemente annoiato e fuori parte in altre. Alla fine è lui il vero villain del film.
VOTO: 6-
Stallone qui interpreta tale Joe Tanto, un ex pilota automobilistico richiamato in pista dal suo vecchio capo di scuderia per aiutare a vincere il titolo mondiale un altro giovane e promettente pilota...
Stallone è anche sceneggiatore e, col senno di poi, il suo ruolo da mentore mi ricorda parecchio quello dell'ultimo film su Rocky uscito poco tempo fa.
Non è lui il vero protagonista di questa pellicola che, a dire la verità, non è poi così malaccio come ricordavo.
La trama principale è ridotta all'osso, così come lo sono tutte le sotto trame (scontate all'ennesima potenza) che intrecciano tra di loro i personaggi che ruotano attorno alla figura di Tanto/Stallone (i vari conflitti vengono subito risolti in un paio di scene), però il film risulta abbastanza divertente se si accetta il fatto di trovarsi davanti alla solita spacconata hollywoodiana e alla NON regia di Renny Harlin, il quale si limita a girare una serie di accattivanti e patinatissime inquadrature per montarle freneticamente assieme come in un lunghissimo videoclip.
Burt Reynolds insopportabilmente sopra le righe in alcune scene, palesemente annoiato e fuori parte in altre. Alla fine è lui il vero villain del film.
VOTO: 6-
domenica 11 marzo 2018
SHERLOCK HOLMES -Mini Recensione-
Prima di tutto devo premettere che tendenzialmente lo stile registico di Guy Ritchie mi piace poco. Così come trovo che le musiche di Hans Zimmer risultino spesso eccessivamente pompose e invadenti.
Ma questa è la cosiddetta eccezione che conferma la regola.
Adoro la coppia Holmes/Watson interpretata da Robert Downey Jr e Jude Law; i due sembrano davvero divertirsi quando si trovano assieme sul set. Un qualche cosa che va ben oltre la finzione cinematografica
In questa nuova e adrenalinica versione di Sherlock Holmes, il caro dottor Watson non è più il semplice e (a tratti) ingenuo assistente dell'ineffabile e infallibile detective creato da Sir Conan Doyle; qui picchia, pensa e suggerisce valide ipotesi all'amico investigatore. Ha anche il vizio del gioco e, come vedremo nel secondo capitolo, ama anche ubriacarsi.
Per una volta, come accennato prima, anche la regia di Ritchie pare perfetta per mettere a risalto le caratteristiche di questo Holmes quasi moderno, anche quando il regista si mette a giocare con il montaggio, i vari rallenty e le accelerazioni, tutta roba tipica del suo repertorio che, normalmente, riesco a reggere solo per pochi minuti.
Ma qui riesce a non strafare, limitando la sua mania per gli inutili virtuosismi registici all'essenziale.
Poco importa se la storia risulta improbabile, a tratti assurda e incongruente, o il cattivo di turno (Mark Strong) non pare all'altezza dei due protagonisti: quello che conta è vedere Holmes e Watson in azione, accompagnati dall'affascinante e scaltra Irene Adler (la bella Rachel McAdams).
E poi ci sono le musiche di Hans Zimmer, che azzecca alla grande la scelta di usare strumenti d'epoca per creare una musica che mischia ritmi anacronisticamente moderni e incalzanti allo stile irlandese.
Due anni dopo uscirà pure un secondo capitolo, probabilmente anche migliore.
Ma questa è un'altra storia, o un'altra recensione...
VOTO: 7,5
Ma questa è la cosiddetta eccezione che conferma la regola.
Adoro la coppia Holmes/Watson interpretata da Robert Downey Jr e Jude Law; i due sembrano davvero divertirsi quando si trovano assieme sul set. Un qualche cosa che va ben oltre la finzione cinematografica
In questa nuova e adrenalinica versione di Sherlock Holmes, il caro dottor Watson non è più il semplice e (a tratti) ingenuo assistente dell'ineffabile e infallibile detective creato da Sir Conan Doyle; qui picchia, pensa e suggerisce valide ipotesi all'amico investigatore. Ha anche il vizio del gioco e, come vedremo nel secondo capitolo, ama anche ubriacarsi.
Per una volta, come accennato prima, anche la regia di Ritchie pare perfetta per mettere a risalto le caratteristiche di questo Holmes quasi moderno, anche quando il regista si mette a giocare con il montaggio, i vari rallenty e le accelerazioni, tutta roba tipica del suo repertorio che, normalmente, riesco a reggere solo per pochi minuti.
Ma qui riesce a non strafare, limitando la sua mania per gli inutili virtuosismi registici all'essenziale.
Poco importa se la storia risulta improbabile, a tratti assurda e incongruente, o il cattivo di turno (Mark Strong) non pare all'altezza dei due protagonisti: quello che conta è vedere Holmes e Watson in azione, accompagnati dall'affascinante e scaltra Irene Adler (la bella Rachel McAdams).
E poi ci sono le musiche di Hans Zimmer, che azzecca alla grande la scelta di usare strumenti d'epoca per creare una musica che mischia ritmi anacronisticamente moderni e incalzanti allo stile irlandese.
Due anni dopo uscirà pure un secondo capitolo, probabilmente anche migliore.
Ma questa è un'altra storia, o un'altra recensione...
VOTO: 7,5
venerdì 9 marzo 2018
PELHAM 123 -Mini Recensione-
Eccomi di nuovo, questa volta a recensire il penultimo film di Tony Scott, che è anche un remake di una pellicola degli anni 70.
Il cattivo di turno prende in ostaggio i passeggeri di una carrozza della metropolitana di New York. Entro un'ora il sindaco dovrà sborsare 10 milioni di dollari, altrimenti gli ostaggi verranno uccisi uno alla volta, minuto dopo minuto.
Non il miglior film del compianto Tony Scott, ma si lascia guardare volentieri.
Forse la regia è a tratti eccessivamente "videoclippara" ma a livello tecnico è molto valido.
Nel cast abbiamo Denzel Washington, il quale pare non impegnarsi nemmeno più di tanto, a dire la verità (ma quello che fa basta e avanza) e un John Travolta che fortunatamente non carica eccessivamente la recitazione, riuscendo comunque a non rendere del tutto antipatico e odioso il suo cattivissimo personaggio.
Menzione speciale anche per James Gandofini e John Turturro.
La storia però è quello che è, anche perché ormai è difficile tirar fuori qualche cosa di originale da un film in cui ci sono ostaggi, sequestratori e una richiesta di riscatto. Per non parlare del fatto che, come detto, si tratta di un remake.
VOTO: 6,5
Il cattivo di turno prende in ostaggio i passeggeri di una carrozza della metropolitana di New York. Entro un'ora il sindaco dovrà sborsare 10 milioni di dollari, altrimenti gli ostaggi verranno uccisi uno alla volta, minuto dopo minuto.
Non il miglior film del compianto Tony Scott, ma si lascia guardare volentieri.
Forse la regia è a tratti eccessivamente "videoclippara" ma a livello tecnico è molto valido.
Nel cast abbiamo Denzel Washington, il quale pare non impegnarsi nemmeno più di tanto, a dire la verità (ma quello che fa basta e avanza) e un John Travolta che fortunatamente non carica eccessivamente la recitazione, riuscendo comunque a non rendere del tutto antipatico e odioso il suo cattivissimo personaggio.
Menzione speciale anche per James Gandofini e John Turturro.
La storia però è quello che è, anche perché ormai è difficile tirar fuori qualche cosa di originale da un film in cui ci sono ostaggi, sequestratori e una richiesta di riscatto. Per non parlare del fatto che, come detto, si tratta di un remake.
VOTO: 6,5
mercoledì 7 marzo 2018
THE ASTRONAUT'S WIFE-La moglie dell'astronauta -Mini Recensione-
Ricordo ancora una vecchia recensione di questo thriller che lessi in un settimanale di cinema e TV che compravo anni fa (no, non era Tv, Sorrisi e Canzoni). Ecco il perché riguardo a certi film che mi appresto a vedere per la prima volta sono prevenuto: ne avevano parlato male proprio su quella rivista.
E, come spesso accade, avevano ragione.
L'astronauta Spencer Armacost rientra sulla Terra dopo l'ultima missione per conto della Nasa. Qualcosa è accaduta a lui e a un suo collega mentre erano in orbita, e ora entrambi sembrano cambiati.
Jillian, la moglie di Spencer, comincia a insospettirsi...
Il plot su cui si basava la sceneggiatura a mio modo di vedere era molto intrigante ma non viene assolutamente sfruttato a dovere. A conti fatti, abbiamo davanti praticamente un pessimo "omaggio" a Rosemary's Baby in salsa fantascientifica, almeno sulla carta.
Insomma, dopo un inizio che comunque prometteva bene, ci ritroviamo tra le mani un thriller fiacco, prevedibile, con una fotografia da soap opera. Non a caso il regista Rand Ravich è poi finito a dirigere serie TV.
Se Charlize Theron tutto sommato non è affatto male, Johnny Depp pare cosi annoiato da limitarsi a fare le sue solite smorfie da psicopatico usando un accento eccessivamente strascicato (in originale) e nulla più.
Una pellicola trascurabile.
VOTO: 4,5
E, come spesso accade, avevano ragione.
L'astronauta Spencer Armacost rientra sulla Terra dopo l'ultima missione per conto della Nasa. Qualcosa è accaduta a lui e a un suo collega mentre erano in orbita, e ora entrambi sembrano cambiati.
Jillian, la moglie di Spencer, comincia a insospettirsi...
Il plot su cui si basava la sceneggiatura a mio modo di vedere era molto intrigante ma non viene assolutamente sfruttato a dovere. A conti fatti, abbiamo davanti praticamente un pessimo "omaggio" a Rosemary's Baby in salsa fantascientifica, almeno sulla carta.
Insomma, dopo un inizio che comunque prometteva bene, ci ritroviamo tra le mani un thriller fiacco, prevedibile, con una fotografia da soap opera. Non a caso il regista Rand Ravich è poi finito a dirigere serie TV.
Se Charlize Theron tutto sommato non è affatto male, Johnny Depp pare cosi annoiato da limitarsi a fare le sue solite smorfie da psicopatico usando un accento eccessivamente strascicato (in originale) e nulla più.
Una pellicola trascurabile.
VOTO: 4,5
domenica 4 marzo 2018
GODZILLA (2014) -Mini Recensione-
Proprio non ce la faccio. Salvo rare eccezioni, non riesco più a godermi un moderno blockbuster.
Come è accaduto durante la visione di questa nuova versione di Godzilla.
Ritroviamo quindi il gigantesco mostro giapponese, questa a volta alle prese con altre due titaniche creature risvegliatesi da un lunghissimo letargo e che, ovviamente, dopo aver distrutto numerose città tra Giappone e Stati Uniti, devono essere fermate onde evitare una catastrofe globale...
Messa così la storia sembrerebbe pure intrigante, sforzandosi un po' di più del solito con la sospensione di credulità, ma la sceneggiatura l'ho trovata davvero mediocre.
Tolto il giovane protagonista, il tenente Brody (Aaron Tylor-Johnson), i restanti personaggi principali sono completamente inutili. Alcuni muoiono in modo stupido senza aver fatto nulla di concreto (non farò spoiler), altri sembrano messi lì solo per gli "spiegoni", vedi quello del pur bravo Ken Watanabe. Anche l'ammiraglio della marina deciso ad annientare tutti i mostri (un annoiato David Stathairn) in fin dei conti non fa proprio un cavolo. Risulta sprecato pure Bryan Cranston.
I tre enormi mostri, poi, rimangono quasi in secondo piano per gran parte della pellicola.
Ora: è vero che decidere di svelare l'aspetto completo di Godzilla solo a film inoltrato la trovo una scelta azzeccata, ma non puoi continuare a farli muovere e combattere quasi sempre al buio, o con la nebbia, fino alla fine del film.
L'ho visto in HD su un buon televisore ma, nonostante questo, nella lotta finale tra i mostri ci ho capito ben poco; non si vedeva un cavolo!
Per non parlare delle infinite ingenuità di sceneggiatura (uno dei mostri si risveglia proprio quando arrivano sul posto Brody padre e figlio), ingenuità che fanno a botte (come i mostri del film) col il voler prendersi troppo sul serio del regista Gareth Edwards e compagnia bella.
Questo reboot o remake, chiamatelo come volete, è riuscito a farmi rimpiangere la versione naif e fracassona di Roland Emmerich degli anni '90.
Voto: 6--
Come è accaduto durante la visione di questa nuova versione di Godzilla.
Ritroviamo quindi il gigantesco mostro giapponese, questa a volta alle prese con altre due titaniche creature risvegliatesi da un lunghissimo letargo e che, ovviamente, dopo aver distrutto numerose città tra Giappone e Stati Uniti, devono essere fermate onde evitare una catastrofe globale...
Messa così la storia sembrerebbe pure intrigante, sforzandosi un po' di più del solito con la sospensione di credulità, ma la sceneggiatura l'ho trovata davvero mediocre.
Tolto il giovane protagonista, il tenente Brody (Aaron Tylor-Johnson), i restanti personaggi principali sono completamente inutili. Alcuni muoiono in modo stupido senza aver fatto nulla di concreto (non farò spoiler), altri sembrano messi lì solo per gli "spiegoni", vedi quello del pur bravo Ken Watanabe. Anche l'ammiraglio della marina deciso ad annientare tutti i mostri (un annoiato David Stathairn) in fin dei conti non fa proprio un cavolo. Risulta sprecato pure Bryan Cranston.
I tre enormi mostri, poi, rimangono quasi in secondo piano per gran parte della pellicola.
Ora: è vero che decidere di svelare l'aspetto completo di Godzilla solo a film inoltrato la trovo una scelta azzeccata, ma non puoi continuare a farli muovere e combattere quasi sempre al buio, o con la nebbia, fino alla fine del film.
L'ho visto in HD su un buon televisore ma, nonostante questo, nella lotta finale tra i mostri ci ho capito ben poco; non si vedeva un cavolo!
Per non parlare delle infinite ingenuità di sceneggiatura (uno dei mostri si risveglia proprio quando arrivano sul posto Brody padre e figlio), ingenuità che fanno a botte (come i mostri del film) col il voler prendersi troppo sul serio del regista Gareth Edwards e compagnia bella.
Questo reboot o remake, chiamatelo come volete, è riuscito a farmi rimpiangere la versione naif e fracassona di Roland Emmerich degli anni '90.
Voto: 6--
giovedì 1 marzo 2018
GANGSTER SQUAD -Mini Recensione
Mi sono appena rivisto GANGSTER SQUAD, di cui effettivamente ricordavo poco.
Ma cominciamo subito con la recensione.
Ma cominciamo subito con la recensione.
Los Angeles. 1949. Il boss Mickey Cohen spadroneggia brutalmente nella città degli angeli, finché il capo della polizia decide di formare una task force per porre fine ai suoi traffici illeciti...
Il plot, ovviamente, richiama parecchio quello de Gli Intoccabili, quindi il paragone è difficile da evitare. In effetti anche il boss di turno, interpretato in modo eccessivamente sopra le righe da Sean Penn, vorrebbe richiamare l'Al Capone di De Niro, ma il confronto proprio non regge. Penn esagera così tanto nella recitazione che il suo bosso risulta involontariamente comico e grottesco.
Il cast dei "cloni" degli Intoccabili, invece, funziona meglio, anche se Ryan Gosling ha troppo la faccia da ragazzino per sembrare un duro poliziotto incorruttibile. Bene invece Josh Brolin e un sorprendente Robert Patrick. Abbiamo pure Giovanni Ribisi, che di solito interpreta il tipo ritardato dalla parlata strascicata o il genio della situazione. Qui fa il genio (sempre dalla parlata strascicata) ma siccome è molto bravo a farlo, la sua scelta calza a pennello.
Il primo vero problema del film è lo sviluppo della trama e la caratterizzazione dei personaggi: si intuisce fin da subito dove andrà a parare la storia e chi, tra il gruppo di poliziotti, farà una brutta fine.
Il secondo problema è la regia di Ruben Fleicher: tralasciando l'inevitabile paragone con De Palma (secondo me ha tentato pure di citarlo in alcune scene), non mi ha proprio convinto, soprattutto nella direzione degli attori (a tratti troppo sopra le righe) e in alcune scene troppo comiche e "goffe" per una pellicola del genere.
Una mezza occasione sprecata, probabilmente, che però non mi sento di bocciare del tutto.
Il plot, ovviamente, richiama parecchio quello de Gli Intoccabili, quindi il paragone è difficile da evitare. In effetti anche il boss di turno, interpretato in modo eccessivamente sopra le righe da Sean Penn, vorrebbe richiamare l'Al Capone di De Niro, ma il confronto proprio non regge. Penn esagera così tanto nella recitazione che il suo bosso risulta involontariamente comico e grottesco.
Il cast dei "cloni" degli Intoccabili, invece, funziona meglio, anche se Ryan Gosling ha troppo la faccia da ragazzino per sembrare un duro poliziotto incorruttibile. Bene invece Josh Brolin e un sorprendente Robert Patrick. Abbiamo pure Giovanni Ribisi, che di solito interpreta il tipo ritardato dalla parlata strascicata o il genio della situazione. Qui fa il genio (sempre dalla parlata strascicata) ma siccome è molto bravo a farlo, la sua scelta calza a pennello.
Il primo vero problema del film è lo sviluppo della trama e la caratterizzazione dei personaggi: si intuisce fin da subito dove andrà a parare la storia e chi, tra il gruppo di poliziotti, farà una brutta fine.
Il secondo problema è la regia di Ruben Fleicher: tralasciando l'inevitabile paragone con De Palma (secondo me ha tentato pure di citarlo in alcune scene), non mi ha proprio convinto, soprattutto nella direzione degli attori (a tratti troppo sopra le righe) e in alcune scene troppo comiche e "goffe" per una pellicola del genere.
Una mezza occasione sprecata, probabilmente, che però non mi sento di bocciare del tutto.
VOTO: 7-
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