Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

giovedì 4 luglio 2024

Un piedipiatti a Beverly Hills - Axel F -Recensione-

Axel Foley è costretto a tornare a Beverly Hills, questa volta per aiutare e proteggere la figlia che non vede da anni, ritrovando i vecchi amici e, ovviamente, mettendo a soqquadro mezza città...
Dopo 30 anni Eddie Murphy ci riprova, tornando a vestire i panni dello smargiasso sbirro che lo ha reso famoso.
E colpisce nel segno.
Sì perché sorprendentemente il film diverte, nonostante si bari un po' sull'età dei "vecchi" amici, merito di una sceneggiatura ben scritta, dove nulla è lasciato al caso, che funziona sia dal punto di vista della commedia (ogni battuta va a segno) che quello dell'azione (memorabile il prologo). Senza trascurare i buoni sentimenti e la caratterizzazione di vecchi e nuovi personaggi.
Murphy dimostra di essere ancora in forma, sia dal punto di vista fisico che dello humor, tipo quando prende in giro il politicamente scorretto contemporaneo e, di fatto, riesce ad aggirarlo.
Judge Reinhold, John Ashton e Paul Reiser sembrano sempre gli stessi, pur invecchiati (chi meglio, chi peggio) e le new entry, Joseph Gordon-Levitt e Taylour Paige, sono ottime scelte, anche perché si è pensato bene di affiancare una nuova leva a Foley per le scene action (anziché i vecchietti sopracitati).
Poi c'è Kevin Bacon, deliziosamente sopra le righe, proprio come deve essere un villain per questo genere di film.
Buona la musica, con molte parti al sintetizzatore anni '80 e l'immancabile tema di Beverly Hills Cop.
La regia personalmente non mi è dispiaciuta, ma lo stile e il ritmo di certe scene potrebbero annoiare il pubblico moderno, abituato a montaggi frenetici e ridondanti (non il sottoscritto, ovviamente).
Infatti penso che se fosse uscito al cinema non avrebbe fatto molti soldi.
L'unica nota dolente riguarda la versione doppiata in italiano (io ho visto quella in inglese): senza la voce del compianto (e inarrivabile) Tonino Accolla, che di fatto rendeva Murphy ancor più divertente dell'originale, dubito che il pubblico possa apprezzarlo come meriterebbe.
Consigliato, per nostalgici degli anni '80 e non.

VOTO: 7







sabato 11 maggio 2024

UNA PAZZA GIORNATA DI VACANZA -Mini Recensione-

Il liceale Ferris Bueller elabora un ingegnoso piano per poter saltare scuola e andarsene in giro per Chicago, coinvolgendo la sua ragazza e il suo migliore amico. Ma il preside dell'istituto, convinto di essere stato ingannato, si mette sulle sue tracce...
Vi è mai capitato di guardare un film e trovarvi così a proprio agio da desiderare che non finisca mai?
Ecco, mi è appena accaduto con Una Pazza Giornata di Vacanza che, come per altri film scritti e diretti da John Hughes, sfortunatamente avevo snobbato da ragazzino.
Matthew Broderick è un vero proprio mattatore e dà vita a un personaggio irresistibile e memorabile (che spesso guarda in camera parlando direttamente al pubblico), ottimamente supportato da Alan Ruck e dalla bella (e brava) Mia Sara.
Sceneggiatura che non sbaglia un colpo, regia strepitosa, montaggio frenetico e musiche non originali azzeccatissime.
Era da Un Biglietto in Due che non ridevo così.
John Hughes era un genio, c'è poco da aggiungere.

VOTO: 8 


mercoledì 8 maggio 2024

BREAKFAST CLUB -Mini Recensione-

Cinque studenti (un bullo, un secchione, un atleta, una ragazza di buona famiglia e una disadattata) per punizione vengono costretti dal preside a trascorre un intero sabato nella biblioteca dell'istituto, assegnando loro il compito di scrivere un tema su loro stessi...
Da ragazzino ho sempre snobbato film di questo tipo, del quale ho solo un vago ricordo, ma rivedendolo ora, con occhi da adulto, l'ho trovato fantastico, col perfetto mix di commedia e dramma.
I giovani attori (all'epoca), sono tutti perfettamente in parte, alcuni di loro diventarono delle icone degli anni '80 (in retrospettiva penso di aver avuto anche una cotta per la bellissima Molly Ringwald), la sceneggiatura di John Hughes è scritta benissimo, mentre la regia (dello stesso Hughes) è essenziale, a tratti quasi teatrale, perché si concentra esclusivamente sugli attori senza aver bisogno di usare la colonna sonora per enfatizzare le scene drammatiche.
Bravo anche il compianto Paul Gleason nei panni dello scontroso e disilluso preside.
Un film molto nostalgico, che ha retto benissimo il passare del tempo, diventando un "classico".


VOTO: 8







domenica 14 aprile 2024

IL PIANETA DELLE SCIMMIE (1968) - Mini Recensione -

Una navicella spaziale precipita in un pianeta sconosciuto dopo un viaggio di centinaia di anni. 
I tre astronauti sopravvissuti, provenienti dal 20° secolo, si ritrovano in un mondo apparentemente desolato, salvo poi scoprire che in realtà è abitato da delle scimmie umanoidi e senzienti...
Un classico della fantascienza, tratto da un famoso romanzo di Pierre Boulle, magistralmente diretto da Franklin J. Schaffner con uno dei plot twist più famosi della storia del cinema (non a caso uno degli sceneggiatori è Rod Serling).
L'atmosfera di spaesamento, disagio e allo stesso tempo di familiarità all'inizio del film funziona alla grande anche dopo l'ennesima visione. Merito della prodigiosa regia di Schaffner ma anche della colonna sonora in stile "d'avanguardia" di Jerry Goldsmith.
Un perfetto Charlton Heston nel suo ruolo più famoso dopo quelli dei film biblici degli anni '50.
Trucco prostetico che ha fatto scuola e per nulla invecchiato.
Certo, al giorno d'oggi la storia appare a tratti ingenua (il colpo di scena finale oggi non funzionerebbe per tutta una seria di motivi) ma il film rimane un capolavoro.


VOTO: 8 





 

domenica 7 aprile 2024

RAMBO 2: LA VENDETTA - Mini Recensione-

1985. Dopo gli eventi del primo film, Rambo sta scontando la pena ai lavori forzati, finché gli viene proposto di partecipare a una missione speciale in Vietnam alla ricerca di prigionieri di guerra americani. Ovviamente accetterà, ritrovandosi da solo nella giungla contro un'orda di soldati vietcong e sovietici...
Stallone riveste i panni di Rambo, rimaneggiando (malissimo) una sceneggiatura scritta da James Cameron (da un soggetto di Kevin Jarre) e affidando la regia al mediocre George Pan Cosmatos.
Infatti qui il suo Rambo diventa una macchina da guerra inarrestabile, i traumi psicologici del primo film sono completamente assenti e i cattivi di turno, russi e vietnamiti, sono tutti dei sadici torturatori.
La violenza è gratuita e così esagerata da risultare comica e grottesca. Se nel coevo Commando  questo aspetto poteva funzionare per il tono volutamente sopra le righe di quel film, qui proprio non ci siamo.
E la regia di Cosmatos non aiuta. Alcune scene d'azione sono tecnicamente valide, così come la fotografia, ma quando si tratta di far interagire i personaggi, tutto viene fatto in modo sbrigativo e raffazzonato (vedasi la co-protagonista che viene brutalmente uccisa due secondi dopo aver baciato Rambo!). 
Per non parlare di bazooka ed enormi elicotteri militari sovietici che spuntano fuori dal nulla.
Il brevissimo monologo finale di Rambo, sempre rivolgendosi a Trautman, assume un significato completamento opposto a quanto visto nel primo capitolo.
Di buono rimane solo la colonna sonora di Jerry Goldsmith, che almeno ha l'accortezza di non calcare ulteriormente la mano con temi musicale pomposi ed eccessivamente "militareggianti".

VOTO: 4,5












sabato 6 aprile 2024

RAMBO - Mini Recensione

 John Rambo, un reduce del Vietnam, si reca in una cittadina del costa ovest degli USA alla ricerca di un ex commilitone. Lo scontro con il burbero sceriffo locale si trasformerà in una guerra personale contro le autorità...
Tratto da un romanzo, questa pellicola del 1982, pare cucita addosso a un taciturno Stallone, in quello che, in retrospettiva, credo sia il suo ruolo più riuscito. 
Il suo monologo finale è da antologia: duro, spietato, antimilitarista e privo di qualsiasi retorica. Un espediente che Stallone tentò (frettolosamente) di replicare nello sciagurato secondo capitolo, ottenendo un risultato completamente opposto.
Ottimo Brian Dennehy nei panni del testardo sceriffo, un personaggio che non risulta mai completamente "cattivo". Richard Crenna, invece, ruba quasi il film ogni volta che compare sullo schermo. Memorabile la sua famosa battuta: "Io non sono qui per salvare Rambo da voi... io sono  qui per salvare voi da lui!".
Ted Kotcheff gestisce bene il cast e le scene d'azione, con mano sicura e senza mai strafare.
Perfette le musiche di Jerry Goldsmith.

VOTO: 7,5





venerdì 29 marzo 2024

ROAD HOUSE (2024) -Mini Recensione-

Elwood Dalton, un ex lottatore UFC finito in disgrazia, accetta il lavoro di buttafuori in un turbolento locale della Florida. Si troverò invischiato in guai più grossi di lui...
Remake de Il Duro del Road House  del 1989, con Jake Gyllenhall al posto di Patrick Swayze e uscito direttamente su Amazon Prime, ma il risultato non cambia.
Buono nella prima parte, con le scazzottate molto realistiche (i pugni sembrano andare effettivamente a segno, probabilmente grazie a qualche ritocco digitale) ma che sbarella di brutto nel terzo atto (proprio come la versione del 1989) con esagerate scene d'azione su motoscafi che saltano in aria, o direttamente dentro al bar, e i protagonisti ne escono miracolosamente indenni.
Jake Gyllenhall (qui molto pompato) fa il suo sporco lavoro mentre il suo antagonista, interpretato da Conor McGregor (vero lottatore professionista) è troppo sopra le righe per i miei gusti, Il boss di turno, invece, è un figlio di papà viziato e idiota da sembrare quasi insulso (soprattutto se confrontato il villain Ben Gazzara del 1989).
La regia di Doug Liman usa alcune soggettive da videogame "picchiaduro" che proprio non ho gradito.
A conti fatti, non è altro che una versione aggiornata ed edulcorata del film con Swayze.
Si poteva fare meglio.

VOTO: 6