Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

domenica 28 luglio 2024

IL MINISTERO DELLA GUERRA SPORCA -Recensione-

 1941, in pieno conflitto mondiale. Churchill in persona affida a un gruppo di agenti segreti ben addestrati, ma pure molto indisciplinati, una missione (che ufficialmente non esiste) nella Guinea Spagnola per porre fine al dominio degli U-Boat tedeschi nell'Atlantico...
Dal Trailer e dal prologo pensavo di trovarmi davanti una specie di Iglorious Basterds in salsa British, del resto Guy Ritchie sembrerebbe il regista più adatto per "scimmiottare" il film di Tarantino, purtroppo poi le premesse non sono state mantenute, perché inspiegabilmente mancano i folli virtuosismi di regia e montaggio, tipici di Ritchie, che avrebbero reso la pellicola spettacolare e divertente.
Sembra quasi che il regista si sia trattenuto per puntare a omaggiare i classici film bellici degli anni '60 (tipo I Cannoni di Navarone nel prologo). La sceneggiatura è deboluccia; i dialoghi non sono abbastanza pungenti e sopra le righe, i colpi di scena latitano, così come i momenti di vera tensione.
Henry Cavill gigioneggia alla grande, non c'è dubbio, e la splendida Eiza Gonzàles fa la sua bella figura ma, a parte un altro paio di personaggi (interpretati da Alan Ritchson e Henry Golding), il resto del gruppo di eroi non ha abbastanza carisma. 
Il Churchill di Rory Kinnear è poco più di una macchietta (non ha nemmeno il giusto accento in lingua originale). Bene, come al solito, Cary Elwes.
Il cattivo di turno, a dispetto dell'aspetto truce, non fa mai veramente paura.
Il terzo atto è un semplice susseguirsi di nazisti che cadono stecchiti come mosche sotto i colpi di Cavill e company, senza una scena o una morte memorabile. E sono tutti cattivi e/o idioti, in modo da giustificare la carneficina messa in atto dai protagonisti.
Storicamente inaccurato, partendo dalle divise dei nazisti (la Gestapo che indossa le uniformi della Wehrmacht) fino ad arrivare a far credere che gli americani abbiano potuto entrare in guerra solo grazie al compimento della missione.
Sì perché c'è anche da dire che i protagonisti sopra le righe e i toni esagerati della trama stridono parecchio con i fatti e i personaggi reali (anche in modo irrispettoso, direi). Del resto il film si basa su una storia vera.
Sarebbe stato meglio inventarsi di sana pianta dei nuovi personaggi.
Bene invece le musiche, in stile Tarantino/Morricone.
Alla fine ci si diverte (almeno a tratti), ma si rimane con la sensazione che si poteva fare molto di più.


VOTO: 5.5




giovedì 4 luglio 2024

Un piedipiatti a Beverly Hills - Axel F -Recensione-

Axel Foley è costretto a tornare a Beverly Hills, questa volta per aiutare e proteggere la figlia che non vede da anni, ritrovando i vecchi amici e, ovviamente, mettendo a soqquadro mezza città...
Dopo 30 anni Eddie Murphy ci riprova, tornando a vestire i panni dello smargiasso sbirro che lo ha reso famoso.
E colpisce nel segno.
Sì perché sorprendentemente il film diverte, nonostante si bari un po' sull'età dei "vecchi" amici, merito di una sceneggiatura ben scritta, dove nulla è lasciato al caso, che funziona sia dal punto di vista della commedia (ogni battuta va a segno) che quello dell'azione (memorabile il prologo). Senza trascurare i buoni sentimenti e la caratterizzazione di vecchi e nuovi personaggi.
Murphy dimostra di essere ancora in forma, sia dal punto di vista fisico che dello humor, tipo quando prende in giro il politicamente scorretto contemporaneo e, di fatto, riesce ad aggirarlo.
Judge Reinhold, John Ashton e Paul Reiser sembrano sempre gli stessi, pur invecchiati (chi meglio, chi peggio) e le new entry, Joseph Gordon-Levitt e Taylour Paige, sono ottime scelte, anche perché si è pensato bene di affiancare una nuova leva a Foley per le scene action (anziché i vecchietti sopracitati).
Poi c'è Kevin Bacon, deliziosamente sopra le righe, proprio come deve essere un villain per questo genere di film.
Buona la musica, con molte parti al sintetizzatore anni '80 e l'immancabile tema di Beverly Hills Cop.
La regia personalmente non mi è dispiaciuta, ma lo stile e il ritmo di certe scene potrebbero annoiare il pubblico moderno, abituato a montaggi frenetici e ridondanti (non il sottoscritto, ovviamente).
Infatti penso che se fosse uscito al cinema non avrebbe fatto molti soldi.
L'unica nota dolente riguarda la versione doppiata in italiano (io ho visto quella in inglese): senza la voce del compianto (e inarrivabile) Tonino Accolla, che di fatto rendeva Murphy ancor più divertente dell'originale, dubito che il pubblico possa apprezzarlo come meriterebbe.
Consigliato, per nostalgici degli anni '80 e non.

VOTO: 7