Al timone in questo questo secondo capitolo troviamo Irvin Kersnher e, come accadde per L'Impero Colpisce Ancora, il film sembra avere dei toni più cupi del primo. La violenza è sì altrettanto esplicita, ma manca il cinismo e la satira graffiante di Verhoeven. La sceneggiatura è tutt'altro che perfetta (una versione rimaneggiata di una storia di Frank Miller), anche se Peter Weller nei panni di RoboCop è sempre una garanzia e la prima parte della pellicola tutto sommato funziona bene, bambino criminale compreso. Il cattivo interpretato da Tom Noonan però non regge il confronto con Clarence Boddicker del primo RoboCop.
La messa in scena a volte risulta involontariamente naif e non si percepisce la componente futuristica dell'ambientazione: capisco i problemi di budget, ma in retrospettiva pare di guardare un film ambientato semplicemente negli anni '80 anziché un contesto distopico.
Buoni gli effetti speciali "passo-uno" di Phil Tippett, che fanno ancora la loro porca figura dopo più di 30 anni.
La colonna sonora non sarebbe male, ma si sente la mancanza della famosa "marcetta" composta da Basil Poledouris per il primo film.
Insomma, un discreto sequel che non regge il confronto con l'originale.
VOTO: 6+