Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

mercoledì 28 dicembre 2022

ROBOCOP 2 -Mini Recensione-

Nel 1990 ritornò sul grande schermo il celebre poliziotto robot, questa volta alle prese con una banda di criminali dediti allo spaccio di una nuova droga sintetica e un rivale cyborg creato usando il cervello del capo degli spacciatori...
Al timone in questo questo secondo capitolo troviamo Irvin Kersnher e, come accadde per L'Impero Colpisce Ancora, il film sembra avere dei toni più cupi del primo. La violenza è sì altrettanto esplicita, ma manca il cinismo e la satira graffiante di Verhoeven. La sceneggiatura è tutt'altro che perfetta (una versione rimaneggiata di una storia di Frank Miller), anche se Peter Weller  nei panni di RoboCop è sempre una garanzia e la prima parte della pellicola tutto sommato funziona bene, bambino criminale compreso. Il cattivo interpretato da Tom Noonan però non regge il confronto con Clarence Boddicker del primo RoboCop. 
La messa in scena a volte risulta involontariamente naif e non si percepisce la componente futuristica dell'ambientazione: capisco i problemi di budget, ma in retrospettiva pare di guardare un film ambientato semplicemente negli anni '80 anziché un contesto distopico.
Buoni gli effetti speciali "passo-uno" di Phil Tippett, che fanno ancora la loro porca figura dopo più di 30 anni.
La colonna sonora non sarebbe male, ma si sente la mancanza della famosa "marcetta" composta da Basil Poledouris per il primo film.
Insomma, un discreto sequel che non regge il confronto con l'originale.



VOTO: 6+



martedì 22 novembre 2022

INNOCENTI BUGIE -Mini Recensione-

Roy Miller, una specie di ex-agente segreto in fuga, incontra un'affascinante ragazza in aeroporto e la coinvolge in un pericoloso gioco di spie, sparatorie, inseguimenti ed equivoci...
Ennesimo action movie (del 2010) cucito su misura per Tom Cruise che, a parte la forte componente umoristica (tutt'altro che ben riuscita), non mostra niente di nuovo.
La coppia composta da Tom Cruise e Cameron Diaz funziona e il film sembra partire bene, ma ci si stanca subito. La struttura della sceneggiature è ripetitiva e l'egocentrismo di Cruise diventa ben presto insopportabile. Pare la parodia (involontaria) di se stesso in Missione Impossibile. O una versione comica e mal riuscita di Jack Reacher.
C'è pure Peter Sarsgaard, ormai incastrato nell'abituale ruolo di villain infido e doppiogiochista. Anche la regia di Mangold è deludente, con scene d'azione ridondanti che lasciano lo spettatore spiazzato.
Il film si lascia comunque guardare, se non si pretende troppo.


VOTO: 6





mercoledì 16 novembre 2022

MINORITY REPORT -Mini Recensione-

 In un futuro prossimo, grazie alla sezione Precrimine, a Washington D.C. i crimini sono stati azzerati prima che questi vengano perpetrati. Finché il poliziotto a capo della sezione viene lui stesso accusato di un omicidio che ancora non ha commesso...
Spielberg ha ricreato un futuro distopico credibile (non badando a spese) ma, avendo Tom Cruise come protagonista, ha dato molto più spazio alle scene d'azione (non manca nemmeno la tipica scena in cui Cruise corre e salta) e reso tutto molto meno cupo (e in stile noir) rispetto ad altre pellicole ispirate ai racconti di Philip K. Dick.
Bene Max Von Sydow, mentre Colin Farrell risulta sprecato (il suo personaggio è quasi superfluo).
Peccato per qualche scricchiolio di sceneggiatura e certi inserti (poco) comici durante le scene d'azione (c'è addirittura un amplesso interrotto da dei ragni robot) che ho trovato molto fuori luogo.
Musica di John Williams stranamente anonima, mentre la fotografia "sbavata" con molte scene in controluce non mi ha convinto.
Insomma, bene ma non benissimo.

VOTO: 7--







sabato 12 novembre 2022

STARSHIP TROOPERS -Fanteria dello Spazio- Mini Recensione

Nel 1997, il regista Paul Verhoeven, porta sul grande schermo l'adattamento di un romanzo di fantascienza dello scrittore Robert A. Heinlein. 
In un prossimo futuro, la Terra è in guerra con una razza di alieni insettoidi. Giovani soldati appena usciti dall'addestramento vengono mandati al massacro sul lontano pianeta d'origine degli insetti giganti...
Le premesse per un  grande successo c'erano tutte, ma le cose andarono diversamente.
Pubblico e critica americana accusarono il regista di avere simpatie naziste, mentre in realtà Verhoeven aveva fatto l'esatto contrario, mettendo invece in ridicolo tutto quello che l'ideologia fascista e nazista rappresenta. I personaggi, infatti, sono volutamente sopra le righe, tanto da sfiorare il ridicolo, così come la messa in scena e l'immancabile violenza "viscerale" tipica del regista olandese.
Personalmente l'ho rivalutato parecchio dopo l'ultima visione.
Il cast di giovani promesse (poi non mantenute) funziona, soprattutto la tostissima Dina Meyer. Il veterano Michael Ironside è però una spanna sopra tutti.
Gli effetti speciali hanno retto benissimo il passare del tempo e sembrano addirittura migliori di quelli visti in produzioni recenti. Solo la fotografia mi pare troppo patinata. 
Colonna sonora del compianto Basil Poledouris sempre efficace, seppur forse leggermente sottotono.


VOTO: 7,5









domenica 23 ottobre 2022

SABOTATORI -Mini Recensione-

Los Angeles. 1942.
Dopo un sabotaggio nella fabbrica in cui lavora e nel quale ha perso la vita il suo miglior amico, il giovane Barry Kane viene accusato di esserne il responsabile. Fuggito all'arresto, si mette alla ricerca dei veri colpevoli per riuscire così a discolparsi...
Film apparentemente minore di Hitchcock, che risulta invece essere un vero e proprio "gioiellino".
Certo, il protagonista si ritrova a dover affrontare situazioni molto improbabili e l'eccessivo uso di scene girate in studio (con l'uso di fondali palesemente finti) potrebbe far storcere il naso a molti spettatori moderni, ma negli anni'40 era la prassi, soprattutto per un regista come Hitchcock, che voleva avere tutto sotto controllo.
Il cast però funziona, partendo da Robert Cummings e la co-protagonista, Priscilla Lane (i due assieme fanno faville), per arrivare ai due antagonisti, l'apparentemente affabile Otto Kruger e il detestabile Norman Lloyd.
La regia di Hitch è impeccabile e ci sono almeno tre sequenze memorabili: l'incendio alla fabbrica di aerei dove trova la morte l'amico del protagonista (scena secondo me molto cruenta per gli standard dell'epoca), il ballo nel quale la coppia di fuggiaschi cerca disperatamente qualcuno di "onesto" a cui rivelare il complotto di spie filonaziste e, ovviamente, il gran finale con il faccia a faccia tra l'eroe e il villain di turno sulla Statua della Libertà.
Non mancano nemmeno i momenti di humor, che oggi definiremmo come "politicamente scorretto", tipico del regista (basti vedere la scena in cui sono presenti i Freak del circo).
Per chi ama le opere del "Maestro" è un film assolutamente da recuperare.

VOTO: 7+








domenica 18 settembre 2022

SENTIERI SELVAGGI -Mini Recensione-

Ethan Edwards, un reduce confederato della guerra civile americana, ritorna in Texas presso la famiglia del fratello. Poco dopo, una banda di indiani Comanche attacca la fattoria rapendo la nipote più giovane. Inizia così la lunga ricerca della nipote da parte di Ethan, accompagnato da un giovane meticcio indiano che la famiglia del fratello aveva adottato anni prima... 
Da molti considerato il capolavoro di John Ford, nel 1956 non fu accolto proprio bene dalla critica.
Il personaggio interpretato da Ethan Edwards non è certo positivo, ma John Wayne lo interpreta alla grande (soprattutto negli sguardi). A mio modesto parere, la miglior performance attoriale di Wayne dopo quella ne L'uomo che uccide Liberty Valance.
La regia di Ford è superlativa, con un occhio per la composizione dell'inquadratura che non ha rivali.
Non mancano un sacco di memorabili personaggi comprimari, che rendono questo western davvero epico. Perfino la colonna sonora di Max Steiner (stranamente per i mei gusti) non risulta eccessivamente pomposa e sfiancante.
La versione restaurata in HD rende il film ancora più spettacolare.
L'ultima scena (che chiude il cerchio con la prima), nella quale vediamo la figura di Wayne che si tiene un braccio (omaggio nei confronti dell'amico Harry Carey) che si allontana con passo dinoccolato mentre la porta si chiude davanti alla macchina da presa, per me rimane il finale più bello della storia del cinema! 

VOTO: 8,5 







venerdì 9 settembre 2022

THOR: LOVE & THUNDER -Mini Recensione-

 Ritorna il dio del tuono, questa volta alle prese con un alieno in grado di sterminare gli dei e il ritorno di Jane Foster nei panni dei Mighty Thor...
Il precedente Thor: Ragnarok mi era piaciuto, perché era divertente e fracassone al punto giusto. Questo, invece, mi ha letteralmente sbigottito.
Lasciare mano libera a Waititi non è stata una buona idea, a mio avvisto. Il regista e co/sceneggiatore ha davvero esagerato con un umorismo demenziale quasi sempre fuori luogo. Per non parlare del fatto che ha stravolto il personaggio di Thor, il quale non è mai stato una cima nemmeno negli altri film Marvel, ma qui è diventato un completo idiota!
Poi c'è Christian Bale, che da buon attore da "metodo" interpreta il cattivo di turno in modo tormentato ed eccessivamente teatrale. Calca molto la mano e questo suo tono serioso fa a pugni con il resto del film (e del cast). Nemmeno la trama secondaria che coinvolge Jane Foster convince.
L'unica parte "genuinamente" comica è quella in cui compare  Russell Crowe, che in originale parla con un improbabile accento greco (interpreta Zeus).
Come da tradizione Marvel, non mancano nemmeno le incongruenze di sceneggiatura, tipo quando i nostri eroi devono usare un particolare escamotage per spostarsi da una parte all'altra dell'universo ma poi, magicamente, possono farlo a piacimento.
Insomma... togliete il fiasco a Taika Waititi!


VOTO: 4





domenica 4 settembre 2022

IL CAVALIERE DELLA VALLE SOLITARIA -Mini Recensione-

Un cavaliere solitario, dopo aver trovato ospitalità presso una famiglia di agricoltori di una sperduta valle del Wyoming, si ritroverà a dover difendere i contadini della zona dalle minacce dei fratelli Ryker, che vorrebbero impossessarsi definitivamente di tutti i pascoli della vallata...
Una pietra miliare del western americano che finalmente ho potuto apprezzare in versione originale e in alta definizione, con un'incredibile messa in scena per una pellicola che, a detta di molti, ha portato a un'evoluzione del genere. Qui troviamo, infatti, una rappresentazione della violenza più cruda e spettacolare rispetto ai western girati fino ad allora (siamo nel 1953).
Van Heflin sembra nato per interpretare il cocciuto contadino che non vuole mollare la propria terra, mentre il giovanissimo Brandon De Wilde spesso riesce a rubare la scena agli altri attori.
Alan Ladd è sempre stato considerato un attore troppo basso per gli standard di Hollywood di quei tempi, ma qui compensa alla grande la sua mancanza di prestanza fisica con una recitazione asciutta, con movenze lente e ben calcolate. Indimenticabile Jack Palance nei panni del pistolero cattivo, un modello a cui si ispireranno praticamente tutti i film western venuti dopo.
La regia di George Stevens è perfetta, con alcuni notevoli guizzi di montaggio e, come accennato, una certa crudezza durante gli scontri a fuoco. Bravo anche a far percepire l'attrazione fisica tra la bella moglie dell'agricoltore e il pistolero Shane senza mostrare nulla di scabroso.
Non amo particolarmente le vecchie colonne sonore, quasi da "operetta", che andavano per la maggiore in quegli anni, ma devo ammettere che Victor Young è riuscito a comporre un accompagnamento azzeccato, non troppo invadente e a tratti epico.
Grande fotografia, nonostante  il rapporto d'aspetto 1,37:1 della versione originale (praticamente un formato 4/3 televisivo).
Omaggiato da Clint Eastwood con Il Cavaliere Pallido, che di fatto ne è un remake non dichiarato.
Capolavoro.


VOTO 8







domenica 28 agosto 2022

TERRA LONTANA -Mini Recensione-

Fine '800. Durante la corsa all'oro nel Klondike, un risoluto e scontroso cowboy, assieme al suo socio (e vecchio amico), vorrebbe portare la propria mandria di bovini dall'Alaska al Canada. Ma una serie di contrattempi e degli affaristi corrotti lo metteranno in seria difficoltà, fino alla resa dei conti finale...
L'accoppiata James Stewart /Anthony Mann è sempre una garanzia.
Ritengo che Mann sia stato uno dei migliori registi dell'epoca d'oro del genere western, assieme ovviamente a John Ford.
Stewart in lingua orinale risulta più burbero del solito (come ho già scritto altre volte: la storica voce italiana del grandissimo Gualtiero De Angelis lo ha sempre "ammorbidito" parecchio) ma la sua perfomance è impeccabile. Bravo il sempre affidabile Walter Brennan, così pure il resto del cast.
Il film ha una sceneggiatura da manuale, con personaggi ben caratterizzati, dove nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio, viene lasciato al caso. 
Adoro questi vecchi western, che al giorno d'oggi possono sembrare a tratti pure parecchio ingenui, soprattutto nella messa in scena, ma che personalmente non mi stancherò mai di rivedere.
Roba simile non viene più né scritta e né girata, purtroppo.

VOTO: 7








venerdì 5 agosto 2022

PREY -Mini Recensione-

America 1719. Nella vastità delle Grandi Pianure una giovane Comanche tenta in tutti i modi di diventare cacciatrice. Il resto della tribù però continua a non considerarla, finché un misterioso predatore inizia a manifestare la sua presenza nei dintorni del territorio di caccia degli indiani...
Attendevo questo prequel di Predator da molti mesi, uscito da noi direttamente sulla piattaforma Disney+ (inspiegabilmente, col senno di poi).
Il plot si basa sull'idea originale degli sceneggiatori per il primo film, nel quale il protagonista doveva essere un nativo americano che nel terzo atto affrontava l'alieno usando le antiche tecniche indiane di caccia e sopravvivenza. Quando poi venne ingaggiato Schwarzenegger come leader, il nativo americano diventò il personaggio di Billy, ovvero Sonny Landham. In Prey, però, il protagonista è femminile e l'ambientazione storica si ricollega al finale di Predator 2 (la pistola ad avancarica datata 1715). C'è anche una strizzatina d'occhio a Revenant, ma nel complesso tutto funziona.
Il ritmo è indubbiamente un po' lento nella prima parte ma personalmente non mi ha infastidito.
Brava la giovane protagonista, ben diretta da Dan Trachtenberg (già regista di quel gioiellino di 10 Cloverfield Lane).
Unica pecca, a mio modo di vedere, è che si notano i tagli di montaggio nelle scene truculente onde evitare un eventuale divieto per il pubblico più giovane. E di solito sono uno che non ama lo splatter gratuito.
Ottima invece la colonna sonora, con alcuni richiami (incredibilmente azzeccati) alle atmosfere de L'ultimo dei Mohicani.
Disponibile anche una versione con i dialoghi interamente in lingua Comanche.
Probabilmente il miglior film della saga se si esclude il primo capitolo diretto da McTiernan.

VOTO: 7+




mercoledì 3 agosto 2022

PREDATORS -Mini Recensione-

 Un gruppo composto da mercenari e criminali, prelevati da vari posti della Terra, viene paracadutato nel bel mezzo di una sconfinata foresta aliena per diventare carne da macello di un nuovo di un tipo di Predator...
Ok, messo così ammetto che il plot del terzo capitolo della saga dell'alieno cacciatore di uomini sembra strampalato, ma in realtà il film funziona.
Le atmosfere richiamano molto il prototipo, grazie all'ambientazione e alle musiche prese dal film originale e ri-arrangiate, anche se il compositore non è più Alan Silvestri.
Adrien Brody palestrato è convincente, così come la co-protagonista, una tostissima Alice Braga. I comprimari invece sono un po' stereotipati ma gli attori sono tutti perfettamente in parte.
La regia di Nimród Antal non è male ma il ritmo della pellicola latita un po' nella parte centrale e il personaggio di Laurence Fishburne risulta quasi superfluo; bene invece il primo atto, così come la scelta di non mostrare subito gli alieni predatori.
Forse fa storcere il naso il fatto che qui troviamo dei Predator più grossi e cattivi dei precedenti ma, contemporaneamente, risultano un po' troppo facili da uccidere.
Non vale il primo Predator di McTiernan, ma se la gioca bene col secondo capitolo.


VOTO: 7-




venerdì 3 giugno 2022

LA LEGGENDA DI ROBIN HOOD (1938) - Mini Recensione-

Re Riccardo Cuor di Leone viene fatto prigioniero in Austria di ritorno dalle crociate. Toccherà al nobile sassone Robin di Locksley, assieme ai suoi fedeli Merry Men, combattere i soprusi del Principe Giovanni...
Questa versione cinematografica delle gesta del leggendario Robin Hood del 1938, targata Warner Bros., mi ha parecchio deluso.
Tralasciando i ridicoli costumi e la messa in scena naif dell'epoca, ho trovato semplicemente insopportabile l'attore protagonista, un tronfio e strafottente Errol Flynn. Una vera e propria faccia da schiaffi, tanto da farmi parteggiare per il villain di turno, Sir Guy di Gisbourne, interpretato da un imbronciato (e secondo me parecchio annoiato) Basil Rathbone. E' lui, infatti, il vero antagonista di Robin Hood, dato che in questa versione lo sceriffo di Nottingham è un personaggio ridicolo e goffo che rimane in secondo piano. Ottimo Claude Rains come Principe Giovanni. Sprecata invece Olivia de Havilland/Lady Marian.
Le scene d'azione di massa risultano, dopo più di 80 anni, abbastanza goffe (alcune inquadrature sono palesemente velocizzate) e i combattimenti con la spada di Errol Flynn non sono più convincenti come un tempo.
Fastidiosa pure la pomposa colonna sonora con influenze operistiche che andava per la maggiore in quegli anni.
Insomma, non mi è piaciuto.
Meglio la versione Disney dei primi anni '50 (che recensirò a breve).

VOTO: 5-





mercoledì 25 maggio 2022

ROBIN HOOD- L'origine della leggenda -Mini Recensione-

Il giovane Robin di Loxley (un imberbe Taron Egerton) è costretto a partire per le crociate proprio quando doveva sposarsi con l'amata Marion. Al suo ritorno (rimandato a casa per insubordinazione!) si ritroverà (ovviamente)a dover difendere la plebe dalle angherie dello sceriffo di Nottingham, oltre che cercare di riconquistare lady Marion perché, nel frattempo, era stato creduto morto...
Fin dai primi minuti ho iniziato a chiedermi: cosa diavolo sto guardando?
La parte in cui Robin combatte in Terra Santa richiama i combat movie moderni ambientati in Afghanistan, solo che qui ci sono archi e frecce (e anacronistiche balestre a ripetizione) al posto dei fucili.
Jamie Foxx, che interpreta un musulmano "infedele" ma allo stesso tempo anche Little John, nella versione originale parla con l'accento americano del ghetto.
Cast sprecato, con un irritante Ben Mendelsohn nei panni dello sceriffo.
I costumi,  le scenografie ma anche alcuni passaggi della trama creano una versione anacronistica del mondo di Robin Hood che non può funzionare. Tra l'altro, molti di questi aspetti sembrano rubacchiati da una serie tv britannica del 2006 che al confronto sembra un capolavoro.
Anche l'invadente colonna sonora con le contaminazioni elettroniche strizza l'occhio al 21° secolo.
Le scene d''azione sono girate abbastanza bene, ma è l'unica cosa decente di questo film.
Non vedevo l'ora che arrivasse il finale con il prevedibilissimo epilogo che avrebbe dovuto aprire la porta a un eventuale seguito che, grazie a dio, non verrà mai girato.
Ridatemi Kevin Costner con il suo mullet e l'accento americano, per favore!
Due ore del mio pomeriggio buttate.


VOTO: 4








domenica 15 maggio 2022

L'UOMO VENUTO DALL'IMPOSSIBILE -Mini Recensione-

Londra, 1893. Lo scrittore H.G.Wells inventa una macchina del tempo che però finisce nelle mani di Jack Lo Squartatore che, per salvarsi dalla polizia, ne fa uso venendo catapultato nella San Francisco del 1979. Toccherà allo stesso scrittore viaggiare nel futuro per dargli la caccia...
Finalmente sono riuscito a recuperare questo gioiellino di fine anni '70, che a conti fatti non mi ha deluso.
Il plot, apparentemente strampalato, in realtà funziona bene. Gli effetti speciali sono ridotti all'osso, ma è un bene, dato che viene dato più spazio alla storia. La sceneggiatura non è però priva delle ingenuità e dei problemi di logica tipici dei film sui viaggi del tempo.
Ottimo Malcolm McDowell nei panni di uno stralunato H.G.Well che si trova catapultato nel 20° secolo, bene anche David Warner e Mary Steenburgen, la quale, dieci anni dopo, verrà chiamata da Zemeckis per interpretare un ruolo pressoché identico nel terzo capitolo di Ritorno al Futuro.
La regia di Nicholas Meyer (qui all'esordio) è ancora un po' grezza, ma riesce a salvarsi grazie al fatto che è anche autore della sceneggiatura.
Ultima colonna sonora del grande Miklós Rózsa.

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Da recuperare.

VOTO: 7-




domenica 8 maggio 2022

VAN HELSING -Mini Recensione-

Pellicola del 2004, nella quale troviamo una rivisitazione del mito di Dracula secondo Stephen Sommers, dove però il protagonista è un giovane Van Helsing, un cacciatore di mostri al servizio del vaticano...
Ho rivisto questo film dopo più di un decennio con la speranza di poterlo rivalutare, invece l'ho trovato addirittura peggiore di quanto ricordavo. A dire la verità alcune idee di sceneggiatura (almeno sulla carta) non sarebbero male, ma Sommers mette troppa carne al fuoco (si possono trovare quasi tutti i "mostri" della Universal) non riuscendo mai ad amalgamare il tutto.
Se Hugh Jackman comunque funziona, non si può dire lo stesso per Richard Roxburgh nei panni di Dracula: il suo finto accento rumeno (in lingua originale) è fastidiosissimo e la sua recitazione sopra le righe da "tragedia shakesperiana" risulta involontariamente comica. Stesso discorso riguardo l'accento anche per la pur bella Kate Beckinsale, che però a conti fatti delude pure come attrice, purtroppo.
L'invadente uso della CGI (che dopo 18 anni appare ancor più dozzinale) affossa il film anche dal punto di vista della regia.
Forse si salva solo il prologo in bianco e nero nel quale viene portato in vita il mostro di Frankestein, dove Sommers cita il capolavoro originale di James Whale e i suoi seguiti.
Bene invece la colonna sonora di Alan Silvestri, che da sola non può certo salvare la baracca.
Decisamente un brutto e insalvabile film.

VOTO: 4,5






sabato 30 aprile 2022

DIABOLIK -Recensione-

Nuovo adattamento cinematografico del famoso fumetto creato dalle sorelle Giussani, nel quale assistiamo al primo incontro tra il criminale Diabolik e l'affascinante Eva Kant, diretto dai Manetti Bros.
Premetto subito che conosco abbastanza bene il fumetto originale, che però ho sempre trovato eccessivamente naif e poco coinvolgente, con quei fastidiosissimi nomi italiani accostati a cognomi stranieri dei personaggi.
Detto questo, l'idea che mi ero fatto del film guardando trailer e clip varie si è rivelata, purtroppo, azzeccata. Ritmo lentissimo, ingenuità a non finire (come detto, non è che il fumetto fosse tanto meglio, però...), zero scene d'azione e recitazione a tratti semi amatoriale.
E come cacchio è venuto in mente ai registi di scritturare Luca Marinelli per interpretare Diabolik?
Con quel nasone lì, poi... in certe scene, con quei capelli a V tirati indietro sembrava una parodia di Bela Lugosi nei panni di Dracula. Molto meglio Miriam Leone e Valerio Mastandrea (che almeno nell'aspetto e nell'impostazione mi ha ricordato l'ispettore Ginko dei fumetti).
Com'è che quasi tutti gli attori comprimari, anche se compaiono in una scena di pochi secondi, finiscono per recitare meglio dei protagonisti?
Veniamo alla regia.
Dei Manetti Bros, ho apprezzato altri lavori, quelli girati con pochi mezzi, dove davvero veniva fuori una certa inventiva, ma qui sbagliano quasi tutto. Gli inseguimenti d'auto sembrano girati a 10 km orari (avevano forse paura di ammaccare le macchine d'epoca?), una recitazione imbarazzante (come già evidenziato) e quelle inquadrature del pugnale lanciato in aria da Diabolik a richiamare le vignette del fumetto... solo Sam Raimi è in grado di girare certe cose.
Di positivo c'è che l'atmosfera, in generale, richiama quella della controparte cartacea ma, come hanno già detto altri, non è detto che sia una cosa positiva in un film di questo tipo.
Forse funziona un po' meglio l'ultimo atto, nonostante venga mostrato il più macchinoso, improbabile e brutto colpo a un caveau della storia del cinema, con Diabolik che sfila come niente fosse un blocco enorme di cemento armato dal muro dopo che lo ha "sezionato" usando un anacronistico trapano a batteria (visto che siamo verso la fine degli anni '60) e che reggeva con una sola mano, tra l'altro.
Due ore e passa di questa roba qui sono decisamente troppe.


VOTO: 4,5







lunedì 25 aprile 2022

THE SUICIDE SQUAD - Missione Suicida -Mini Recensione-

Harley Queen assieme a un paio di vecchie conoscenze si aggrega a un nuovo strampalato gruppo Supercriminali per partecipare a una nuova missione suicida nell'isola Corto Maltese (ottimo omaggio a Hugo Pratt), nella quale vige una dittatura militare dichiaratamente antiamericana...
Ammetto di essere stato diffidente riguardo a questo sequel di Suicide Squad (che non mi era piaciuto per niente), anche perché non sono un fan di James Gunn (vedi recensione  I Guardiani della Galassia Vol II), ma ho dovuto parzialmente ricredermi.
Prima di tutto abbiamo una fotografia piena di luce e di colori, che si discosta totalmente di toni cupi degli altri film DC. La sceneggiatura è senza dubbio strampalata e tutto è volutamente sopra le righe, ma è proprio questa la parte divertente. Ci sono un paio di scene memorabili, mentre altre funzionano molto meno.
Bene la caratterizzazione dei personaggi (anche quelli che, sulla carta, apparivano "improponibili"), così come la scelta degli attori, tutti perfettamente in parte, tra i quali spiccano nettamente Idris Elba e Margot Robbie.
Pure la regia di Gunn mi ha sorpreso: finalmente ho potuto vedere alcune buone idee che raramente si vedono in un Cine Comic.
Ma il film non è privo di difetti, come l'uso invadente di brani non originali che quasi sempre sfumano in sottofondo "uscendo" dagli altoparlanti di una radio presente nella scena. Va bene farlo una volta, va bene due, dopodiché diventa fastidiosamente ripetitivo. Le digressioni temporali (e cronologicamente mischiate) non sempre sono azzeccate (Gunn non sarà mai Tarantino) e nell'ultimo atto ci sono parecchie lungaggini che si potevano evitare, tanto da farmi guardare l'orologio per contare i minuti che mancavano alla fine.
Non male, però.

VOTO 7--




lunedì 18 aprile 2022

CAPTAIN AMERICA: IL PRIMO VENDICATORE -Mini Recensione-

1942, nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale, il mingherlino Steve Rogers tenta in tutti i modi di arruolarsi, finché non gli viene data la possibilità di prendere parte a un esperimento top-secret che lo farà diventare Capitan America...
Dopo essermi sorbito quasi l'intera cinematografia dedicata all'universo Marvel, ritengo questo primo capitolo con Capitan America il migliore di tutti.
La sceneggiatura non è affatto male e l'ambientazione storica aiuta parecchio (sono un po' fissato con quel periodo).
La regia del sottovalutato Joe Johnston è buona, soprattutto se paragonata a quella degli altri registi Marvel. Non è mai troppo "fracassona" e riesce a gestire bene gli effetti speciali senza lasciarsi sopraffare (del resto Johnston si è fatto le ossa in quel campo).
Veniamo al cast: se comunque ho sempre apprezzato Chris Evans come Captain America, qui c'è una strepitosa Hayley Atwell nei panni della tosta (e sexy) agente Carter (il personaggio femminile della Marvel che preferisco in assoluto) e il sempre valido Hugo Weaving, capace di calarsi nel personaggio del Teschio Rosso senza cadere mai nel ridicolo. Per non parlare di Tommy Lee Jones, Stanley Tucci e Toby Jones... ma poi, esiste un personaggio più cool di Tony Stark? Sì, il (giovane) padre Howard con le fattezze di Dominic Cooper!
Bene le musiche di Alan Silvestri, anche se forse risultano prive di originalità.
Peccato per l'insana idea di far combattere gli americani nel nord est dell'Italia (in Friuli) nel 1943!
Eppure sarebbe bastato poco per renderlo storicamente più attendibile, o quanto meno credibile (si tratta pur sempre di un film di supereroi). 
Comunque niente male.


VOTO: 7+






domenica 17 aprile 2022

TITANIC -Recensione-

Brock Lovett, un cacciatore di tesori che sta esplorando il relitto del Titanic alla ricerca del famoso diamante denominato "Il cuore dell'Oceano", fa la conoscenza di una vecchia signora ultracentenaria che sostiene di essere una passeggera del famoso transatlantico affondato nella notte del 14 aprila 1912.
Invitata a bordo della nave di ricerca, l'anziana Rose inizia a raccontare la sua storia...
Nel 1997 James Cameron stupì il mondo realizzando uno dei più grandi successi cinematografici di sempre. Personalmente lo ritengo l'ultimo vero Kolossal (anche se revisionato secondo i dettami di fine anni '90), praticamente un Disaster Movie, con un pizzico di romanticismo, mai sdolcinato, che non guasta mai. 
Merito anche di una solidissima sceneggiatura (che descrive perfettamente la diseguaglianza tra le varie classi sociali dell'epoca) e una realizzazione magistrale. 
La regia di Cameron non sbaglia un colpo (o quasi), con l'uso del rallenty sempre al momento giusto, le maestose riprese dall'alto con i Dolly, la Steady Cam (per fortuna mai invadente) che porta lo spettatore letteralmente a bordo del Titanic, tra la folla in preda al panico e l'acqua che sale inesorabilmente mentre l'orchestra suona Nearer, My God, To Thee.
Aiutato anche da effetti speciali che fanno ancora la loro porca figura dopo in quarto di secolo e l'epica colonna sonora del compianto James Horner.
Ricordo ancora le critiche che, nel 1997, si facevano beffa delle perfomance di Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, ma il tempo ha dato ragione a Cameron, infatti entrambi hanno in seguito vinto un Oscar e Di Caprio adesso è uno dei migliori attori in circolazione.
E che dire di tutti i comprimari che interpretano i personaggi reali? Bernard Hill nei panni del capitano Smith, Victor Gaber in quelli Thomas Andrews, o Jonathan Hyde come Bruce Ismay (il presidente della White Star Line che "codardamente" si mette in salvo) fino ad arrivare a Kathy Bates.
Certo, la pellicola non è priva di piccole sbavature e qualche lungaggine di troppo; per esempio ho sempre trovato ripetitiva ed eccessiva la fuga di Jack e Rose tra i corridoi allagati del Titanic, i quali si ritrovano per ben due volta a dover cercare una via d'uscita verso i ponti superiori (e meno male che è stata tagliata l'intera scena del tirapiedi di Hockley che li insegue per cercare di recuperare il diamante). Oppure le piccole licenze storiche: il suicidio del primo ufficiale Murdoch, il fatto che ai passeggeri di terza classe viene impedito di salire ai ponti superiori (molti storici ritengono che in realtà non sia mai avvenuta una cosa del genere).
Come già accennato, c'è poi l'epica colonna sonora di Horner (poco importa se si rifà chiaramente a Enya, al limite del plagio in un paio di brani) che si amalgama perfettamente alle immagini.
La canzone di Celine Dion però la trovo davvero invecchiata male, con un arrangiamento così "sdolcinato" che faccio davvero fatica a riascoltarla.
Il montaggio è magistrale, come nelle fluide dissolvenze incrociate tra presente e passato.
La storia del pannello di legno sul quale si salva Rose, che stando alle dimensioni avrebbe potuto mantenere a galla entrambi, è irrilevante, una scusa alla quale si "aggrappano" disperatamente i detrattori della pellicola.
Per me rimane un film importante, che ha cambiato il mio modo di vedere il cinema e mi ha fatto appassionare alla tragedia del transatlantico più famoso della storia.


VOTO: 9







martedì 29 marzo 2022

SPIRITI NELLE TENEBRE -Mini Recensione-

Kenya, 1898. Il colonnello e ingegnere John Henry Patterson, incaricato della costruzione di un ponte ferroviario sul fiume Tsavo, si ritrova a dover affrontare una coppia di leoni famelici che sta facendo strage di uomini...
Tratto da una storia vera (per una volta nemmeno troppo romanzata), ecco un buon film d'avventura dalle tinte horror ingiustamente bistrattato da critica e pubblico all'epoca della sua uscita.
La regia di Stephen Hopkins è asciutta e sicura, mentre l'interpretazione di Michael Douglas (che fu anche produttore) è notevole, tanto da oscurare, a tratti, il co-protagonista Val Kilmer.
Straordinaria colonna sonora dai toni epici del compianto Jerry Goldsmith, che di fatto fa guadagnare al film ancora qualche punto.
Da recuperare.


VOTO: 7+




giovedì 10 marzo 2022

PUNTO DI NON RITORNO -Mini Recensione-

 2047. Nei pressi di Nettuno riappare l'astronave Event Horizon, scomparsa anni prima durante un esperimento top secret. Una nave spaziale di soccorso viene mandata a investigare...
Non avevo un buon ricordo di questo Fanta/Horror diretto dal sopravvalutato Paul W.S. Anderson e questa seconda visione, dopo alcuni anni, non mi ha fatto cambiare opinione.
Tecnicamente la regia non sarebbe male, ma non è nemmeno supportata da una sceneggiatura adeguata e sono presenti anche un paio di clamorose "sviste" (dopo un'esplosione il comandate della nave di soccorso viene scaraventato contro una paratia e poi cade a terra come un sacco di patate... peccato che si trovassero ancora a gravità zero!).
Non mancano gli effettacci truculenti gratuiti, che nel primo montaggio pare fossero ancora più esasperati, assieme a qualche scena trash di troppo.
Se Laurence Fishburne ce la mette tutta per tenere a galla il film, Sam Neill (attore che adoro) qui è insopportabile ed eccessivamente sopra le righe, soprattutto quando si rivela malefico (il pesante trucco non aiuta), inoltre non è nemmeno ben chiaro su come e perché il suo personaggio subisce quella trasformazione nel terzo atto del film.
Tralasciando gli immancabili cliché del caso, anche il cast di supporto si riduce a diventare carne da macello in modo totalmente  prevedibile.
La fotografia è buona, così pure gli effetti speciali, che tutto sommato non risultano troppo invecchiati, Un altro problema è l'anno in cui è ambientata la storia, il 2047, ormai è troppo vicino per far sembrare credibile quello che si vede nel film.
Deludente anche la colonna sonora di Michael Kamen, infarcita di elementi techno tipici degli anni'90.
Insomma, per me rimane semplicemente un brutto film.
VOTO: 5-





martedì 8 marzo 2022

GLI SPIETATI -Mini Recensione-

 Will Munny, un ex fuorilegge dal passato turbolento, accetta mal volentieri di recarsi in una cittadina del Wyoming per vendicare una prostituta sfregiata da un suo cliente e riscuotere la relativa ricompensa che le sue compagne hanno messo assieme tramite una colletta. Finirà per scontrarsi con il violento e prepotente sceriffo locale...
Ultimo western di Eastwood, nel quale troviamo tutto quello che il  vecchio West rappresenta per il regista/attore. La violenza ne fa da padrone e non c'è molta differenza tra gli uomini che indossano una stella di latta e i fuorilegge (distintivo a parte). Inoltre, citando John Ford, la leggenda spesso vince sulla realtà.
Se Eastwood appare taciturno e musone come al solito, troviamo un Gene Hackman in stato di grazia,  assieme a un Morgan Freeman altrettanto bravo. Breve ma efficace partecipazione di Richard Harris.
La regia come al solito è sicura, senza fronzoli e con un ottimo montaggio.
Personalmente continuo a preferirgli IL CAVALIERE PALLIDO, ma GLI SPIETATI rimane indubbiamente un capolavoro.

Voto: 8-




martedì 8 febbraio 2022

BASE ARTICA ZEBRA -Mini Recensione-

Un comandante di un sottomarino nucleare americano riceve l'incarico di raggiungere una base artica americana, in una missione top-secret, navigando sotto il pack...
Pretenziosa trasposizione cinematografica dell'ennesimo romanzo del prolifico scrittore britannico Alistair MacLean, che però non colpisce il segno.
John Sturges ha realizzato grandi western e quel capolavoro de La grande fuga, ma qui sbaglia tutto o quasi. Il ritmo è fiacco, la regia è ultra statica e funziona solo la parte ambientata sul sottomarino.
Rock Hudson ha una buona presenza scenica, ma pare annoiarsi per tutto il film. Molto meglio Patrick MacGoohan, pur non sfruttato a dovere, mentre Ernest Borgnine è sempre una garanzia.
La parte artica è girata in studio usando un fintissimo set di plastica e cartone, tanto che le costruzioni della base appaiono palesemente di ridotte dimensioni rispetto alle scene ambientate al loro interno (usando altri set). 
Si salva parzialmente la fotografia, essendo girato in (finto) cinerama.
Un passo falso di Sturges che fu giustamente snobbato da pubblico e critica.

VOTO: 5



martedì 25 gennaio 2022

THE DAY AFTER TOMORROW - L'alba del giorno dopo -Mini Recensione-

 L'effetto serra provoca una serie di improvvisi e rapidissimi cambiamenti climatici che scateneranno un'altrettanto rapida glaciazione in tutto l'emisfero settentrionale. In tutto questo, uno scienziato che aveva tentato di avvertire i governi mondiali, si recherà a New York alla ricerca del figlio rimasto intrappolato nella città della Grande Mela...
Credo di averlo rivisto dopo circa una quindicina d'anni e devo ammettere che ho trovato questo ennesimo film catastrofico di Roland Emmerich molto meglio di quanto ricordavo. Certo, è volutamente esagerato, sotto tutti i punti di vista, ma funziona alla grande.
Emmerich non poteva scegliere attore migliore di Dennis Quaid come protagonista mentre un giovanissimo Jake Gyllenhaal già bucava lo schermo. Devo dire che "stranamente" i personaggi di contorno sono tutti ben caratterizzati, senza nemmeno troppi cliché.
La regia di Emmerich l'ho trovata semplicemente perfetta, almeno nel contesto di un blockbuster di questo tipo. Non manca il messaggio ecologista e la critica a una certa amministrazione governativa americana: la scena in cui i cittadini U.S.A. scavalcano il confine con il Messico è geniale.
Peccato per gli effetti speciali in CGI che appaiono un po' invecchiati, anche se ci sono pellicole molto più recenti nelle quali si è visto di peggio.
Mi azzardo a dire che questo è probabilmente il miglior film di Emmerich, sicuramente uno dei suoi lavori più sottovalutati.

VOTO: 7+





domenica 23 gennaio 2022

PEARL HARBOR -Mini Recensione-

Due giovani piloti americani si innamorano della stessa donna, dopo che uno dei due è stato dato per morto dopo essere abbattuto sul canale della Manica mentre combatteva con i britannici.
Il suo ritorno creerà scompiglio proprio la vigilia dell'attacco dei giapponesi a Pearl Harbor...
Nel 2001 Michael Bay diresse questo pretenzioso Kolossal bellico che, a dette di molti, avrebbe dovuto "affondare" il Titanic di James Cameron riguardo a incassi e spettacolarità.
In realtà non vi si avvicina nemmeno lontanamente, nonostante la fotografia ultra patinata, le inquadrature ricercate, l'abuso di rallenty e un sacco di esplosioni in perfetto stile Bay.
Il triangolo amoroso, poi, è scontato e per nulla originale.
Se Ben Affleck, in qualche modo, riesce a salvarsi, Josh Harnett è totalmente fuori parte. Molto meglio Kate Beckinsale, mentre Alec Baldwin porta semplicemente a casa la pagnotta senza strafare. Menzione per John Voight nei panni del presidente Roosevelt.
La sceneggiatura di Randall Wallace è mediocre, piena di cliché, con dialoghi "amorosi" involontariamente stupidi e ridicoli, che non aiutano certo il trio di attori protagonisti.
Quando c'è di mezzo Wallace (lo stesso sceneggiatore di Braveheart) non mancano gli anacronismi e le inesattezze storiche, tanto da far risultare il film offensivo nei confronti dei veri militare e piloti presenti quel giorno a Pearl Harbor. Sembra quasi che i due protagonisti del film abbiano combattuto (e poi vendicato) l'attacco giapponese da soli.
Per non parlare del ridondante patriottismo americano che pervade la pellicola dall'inizio alla fine. Sorprendentemente, però, i giapponesi non sono rappresentati in modo troppo negativo.
Bene gli effetti speciali, anche dopo più di vent'anni dall'uscita del film.
Poi c'è la colonna sonora di Hans Zimmer, che qui comincia a far trasparire lo stile invadente e frastornante che diventerà di lì a poco il suo "marchio di fabbrica".
Insomma, il classico film di Michael Bay, tutto fumo (ed esplosioni) e niente arrosto.

VOTO: 5








giovedì 6 gennaio 2022

GODZILLA vs. KONG -Mini Recensione-

Qualche anno dopo gli eventi di Godzilla II, il lucertolone gigante torna ad attaccare una città americana, mentre a Skull Island alcuni scienziati (e la solita multinazionale priva di scrupoli) vogliono prelevare Kong per condurlo in Antartide e trovare l'accesso alla terra cava...
A rileggere il plot di questo ennesimo sequel della saga con i mostri della Warner mi rendo conto ancora di più di quanto è assurda l'intera storia. Anche partendo dal presupposto che gli spettatori sono pronti ad accettare l'esistenza di vari mostri giganteschi, non puoi inserire nella sceneggiatura un sacco di cavolate prese a caso, tipo l'esistenza della Terra cava, l'antigravità o i tunnel sotterranei che collegano vari punti del pianeta, perché la sospensione dell'incredulità va definitivamente a farsi benedire. 
Un'altra cosa: ma la CGI negli ultimi anni è improvvisamente peggiorata? Siamo lontani anni luce dagli effetti speciali di Kong: Skull Island, tanto per fare un paragone recente.
La sceneggiatura è imbarazzante anche per altri motivi, tipo la bambina di 6/7 anni che partecipa a una pericolosa e potenzialmente mortale missione (nella quale perdono la vita in modo violento e truculento un sacco di persone adulte) e altri due adolescenti che finiscono tranquillamente per intrufolarsi in un laboratorio "ultrasegreto" della multinazionale del film (alla faccia del sistema interno di sicurezza) con l'aiuto di un adulto complottista che li porta con sé senza battere ciglio.
L'unico elemento positivo è il rapporto che si instaura tra il gorillone e la bambina sordomuta. La piccola attrice è davvero brava, tanto da oscurare il resto del cast (di adulti).
Il personaggio interpretato Kyle Chandler, poi, è totalmente inutile e non fa assolutamente nulla di rilevante, se non fungere da collegamento al precedente film con Godzilla (un altro genitore sciagurato a cui andrebbe tolto immediatamente l'affidamento della figlia, tra l'altro).
E che dire del regista che sembra prendersi troppo sul serio anche durante le situazioni più assurde?
Chi ha insegnato a Kong a tirare pugni come un pugile professionista? E Godzilla che risponde con quelle sue braccine corte?
Le scene in cui i due mostri si azzuffano, distruggendo mezza Hong Kong, risultano involontariamente ridicole.
Brutto, brutto, brutto film,

VOTO: 4