Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

martedì 27 febbraio 2018

SUPER 8 -Mini Recensione-

Super 8, ovvero l'omaggio al cinema di Spielberg da parte di J.J.Abrams.
1979. Mentre sei ragazzini stanno tentando di portare a termine un loro film amatoriale, nella cittadina di Lilian cominciano ad accadere strani fenomeni, mentre anche i militari fanno la loro comparsa...
Nonostante una terza visione, questo film di Abrams continua a non convincermi.
I ragazzini sono tutti bravi, Elle Fanning su tutti, così pure gli attori adulti co-protagonisti.
C'è pure la musica di Michael Giacchino che si rifà un po' a quella di John Williams dei primi film di Spielberg. Il film funziona bene nella prima parte, dove i ragazzini, i loro problemi e il loro filmino da portare a termine ne fanno da padrone; i problemi iniziano quando compare il mostro alieno, arrivando fino allo sfiancante e prolisso finale.
Abrams non sarà mai Spielberg; gli manca infatti il suo tocco, la sua genialità e la sua sensibilità nel girare piccole grandi storie fantastiche con dei ragazzini come protagonisti.
Inoltre non riesco nemmeno a percepire l'atmosfera degli anni '70 in cui il film è ambientato, forse anche perché è girato come un film moderno, fotografia compresa, anziché provare con uno stile leggermente più retrò.
Quindi, non riesco proprio a farmelo piacere del tutto.


VOTO: 6,5 (per il tentativo)



lunedì 26 febbraio 2018

SILVERADO -Mini Recensione-

Nel 1985, quando il solo Clint Eastwood riusciva a tenere a galla un genere ormai morto, ecco che il regista e sceneggiatore Lawrence Kasdan se ne usciva con questo divertente western nostalgico.
Quattro uomini a cavallo che hanno stretto amicizia in circostanze particolari, due fratelli, un ex fuorilegge e un uomo di colore, giunti nella cittadina di Silverado dovranno ovviamente scontrarsi con la legge corrotta del posto...
Kasdan sforna una sceneggiatura perfetta, dove cita praticamente tutti gli elementi classici del cinema western degli anni d'oro, mettendo assieme un cast di buoni attori e riuscendo a caratterizzare molto bene i rispettivi personaggi.
Bravo anche a dirigere con mano sicura il taciturno Scott Glenn, un sornione Kevin Kline, un massiccio Danny Glover e un giovanissimo e spaccone (pure un tantino sopra le righe) Kevin Costner.
Con i "cattivi" Brian Dennehy e Jeff Goldblum che fanno bene il loro (sporco) dovere.
Brava anche la piccola/grande Linda Hunt, mentre pare un po' sprecata la presenza di Rosanna Arquette.
Menzione d'obbligo per la quasi epica colonna sonora di Bruce Broughton, che fu pure candidata all'Oscar.

VOTO: 7+






domenica 25 febbraio 2018

CACCIA A OTTOBRE ROSSO -Mini Recensione-

Ancora non avevo recensito questo bel film di John McTiernan, ma rimedio subito.
1984. In piena guerra fredda.
Marko Ramius, comandante dell'avanzato sottomarino sovietico Ottobre Rosso, decide di disertare e consegnarsi agli americani, portandosi però dietro l'intera flotta navale sovietica che vorrebbe fermarlo, a tutti i costi, prima della sua defezione. Toccherà  a Jack Ryan, un analista della CIA, cercare di mettersi in contatto con Ramius  per capirne le reali intenzioni...
Non era facile trarre una buona e avvincente trasposizione cinematografica da quel mattone che è il romanzo omonimo di Tom Clancy, dove ci sono pure un'infinità di personaggi secondari e sotto trame che non portano da nessuna parte, ma McTiernan & co. ci riescono alla grande, sfornando una pellicola in grado di coinvolgere lo spettatore dall'inizio alla fine nonostante non ci siano poi così tante scene d'azione.
Il regista, quando ancora azzeccava buoni film, dirige con mano sicura un grande cast, dove anche Alec Baldwin non sfigura affatto nel confronto con Sean Connery. Credo sia addirittura la miglior interpretazione del maggiore dei fratelli Baldwin (strepitoso quando, in originale, si mette a imitare l'accento strascicato di Connery/Ramius) e il suo Jack Ryan è di gran lunga più convincente di quello musone e perennemente imbronciato di Harrison Ford dei film successivi (Ben Affleck non lo considero nemmeno).
Bravi anche i sempre affidabili Sam Neill e Scott Glenn, così come il giggioneggiante James Earl Jones.
Eccezionale la colonna sonora firmata dal compianto Basil Poledouris.


VOTO: 7,5




sabato 17 febbraio 2018

PIOGGIA INFERNALE -Mini Recensione-

Avevo già parlato di questo film sul mio canale youtube ma ieri, visto che non riuscivo a decidermi quale film guardarmi nel pomeriggio, ho optato per un'altra visione di questo sottovalutato action movie del 1998.
Una mini recensione, quindi, era comunque d'obbligo.
Tom è una giovane guardia giurata che si ritrova, assieme al collega anziano (e zio) bloccato in una cittadina americana in fase di evacuazione durante un'alluvione. Ovviamente una banda di rapinatori non tarderà ad arrivare, il tutto sotto una pioggia incessante e l'acqua che continua a salire...
Sceneggiato da Graham Yost, lo stesso di SPEED,  questo PIOGGIA INFERNALE è un film d'azione notevole, che però si rivelò un flop clamoroso quando uscì nel 1998.
Buona la regia di Mikael Salomon; c'è molta azione, un ritmo indiavolato, dei personaggi ben caratterizzati ed interpretati, con una menzione speciale per Morgan Freeman (una garanzia) e l'istrionico Randy Quaid (che adoro). Se la cavano bene però anche Christian Slater e Minnie Driver.
Grandissima fotografia, dato che il film è interamente girato al buio e sotto una pioggia incessante.
Perfetta anche la colonna sonora.
Più lo guardo e più questo film mi piace.
Da rivalutare.

VOTO: 7+





Qui la video recensione:




venerdì 16 febbraio 2018

THE KARATE KID -PER VINCERE DOMANI -Mini Recensione-

Quelli della mia generazione conosceranno bene la trama di un altro film icona degli anni '80, ovvero la storia di Daniel, un ragazzo appena giunto in California dal New Jersey assieme alla madre, che per difendersi da una banda di bulli che lo perseguitano, prenderà lezioni di Karate dall'anziano e pittoresco giapponese che lavora come tutto fare nel condominio in cui vive, arrivando poi a partecipare anche al locale torneo di arti marziali...
Rivisto dopo moltissimi anni, l'ho trovato parecchio invecchiato rispetto ad altri film ambientati negli stessi anni.
A tratti mi è parso davvero approssimativo, sia nella trama che nella regia di John G. Avildsen.
Ralph Macchio, in lingua originale, sembra molto più adolescente rispetto alla versione doppiata in italiano, mentre il compianto "Pat" Morita aveva davvero dato vita ad un personaggio memorabile.
Sempre sul pezzo la colonna sonora di Bill Conti, uno degli elementi meno invecchiati del film.
Insomma, uno di quei film nostalgici di cui avevi un ricordo decisamente migliore.

VOTO: 6+





mercoledì 14 febbraio 2018

ALLARME ROSSO -Mini Recensione-

Classico film sui sottomarini, diretto da Tony Scott.
1995. Durante una crisi con la Cecenia che minaccia gli USA e la stessa Russia, il comandante del sottomarino nucleare Alabama e il suo primo ufficiale entrano in conflitto dopo che aver ricevuto l'ordine di lanciare alcuni missili nucleari come attacco preventivo...
Le premesse per un bel thriller claustrofobico e teso c'erano tutte, ma anche dopo questa seconda (o terza visione), questo film continua a non convincermi.
Gene Hackman e Denzel Washington si tengono bene testa a vicenda, ci sono un sacco di attori che di lì a poco sfonderanno (Viggo Mortensen, James Gandolfini, Steve Zahn) e non è affatto recitato male.
Non funziona invece la regia di Tony Scott che, imbrigliato negli angusti ambienti del sottomarino, questa volta non riesce a sfornare uno dei suoi tipici prodotti tecnicamente impeccabili, pieni di ritmo e tensione.
Ci sono anche troppi cliché del genere, tipo il duello (improbabile) tra sottomarini, la discesa in avaria al limite della capacità del battello e, ovviamente, il conflitto tra ufficiali e il conseguente tentativo di ammutinamento da parte di una delle fazioni.
Se poi si fa il confronto con il miglior film sui sommergibili/sottomarini di sempre, ovvero U-Boot 96, questo Allarme Rosso non pare quasi degno di nota.
Ah, quasi dimenticavo: c'è anche la ridondante, martellante, inutilmente epica e insopportabile colonna sonora di Hans Zimmer, uno dei compositori più sopravvalutati della storia (secondo il mio modesto parere). L'unico pregio del commento musicale è quando Zimmer decide di usare l'inno marinaresco Eternal Father, Strong to save.
Non il miglior film di Tony Scott.


VOTO: 6





lunedì 12 febbraio 2018

COP LAND -Mini Recensione-

Ecco un altro film che, dopo averlo appena rivisto, mi è parso ancora più notevole di come ricordavo.
Garrison è una cittadina abitata dai poliziotti della vicina New York dove gli sbirri, sentendosi al di sopra della legge in casa propria, fanno il buono e il cattivo tempo. Finché il goffo, impacciato e mezzo sordo sceriffo cittadino smetterà di girarsi dall'altra parte per entrare finalmente in azione.
Un'opera cinematografica corale, con un cast eccezionale: Harvey Keitel, Ray Liotta, Robert De Niro (quando ancora azzeccava grandi ruoli) e un Sylvester Stallone che, per una volta, non sfigura affatto in mezzo al gruppo di grandi attori. Bravo anche il (di solito) mediocre Robert Patrick.
Tutto merito della regia di James Mangold che, oltre a scrivere una solida e perfetta sceneggiatura, dirigete il cast con mano pulita e sicura, senza strafare più di tanto e azzeccando anche la bella scena della resa dei conti finale, "mostrandocela" secondo il punto di vista dello sceriffo assordato e ferito.
L'elegante e mai invasiva colonna sonora di Howard Shore, assieme a un paio di vecchi brani di Bruce Springsteen, completano il tutto.


VOTO: 8-




domenica 11 febbraio 2018

AUTOBAHN-FUORI CONTROLLO -Mini Recensione-

Un giovane americano che vive in Germania accetta l'incarico di rubare un camion carico di droga, così da poter ottenere il denaro sufficiente per far operare la propria fidanzata gravemente malata. Ovviamente si ritroverà in un mare di guai.
Sì, avete letto bene, il plot del film è proprio questo...
E il fatto che la donzella di turno (Felicity Jones) si chiami Juliette, non penso sia un caso, purtroppo.
Ci sono anche un istrionico e sopra le righe Ben Kingsley, che interpreta uno dei due scagnozzi  rivali del film (rimane comunque il personaggio che funziona di più) e un annoiato Sir Anthony Hopkins che rifà l'ennesimo antipatico Boss dai modi apparentemente impeccabili.
Il giovane protagonista è lo sbarbatello Nicholas Hoult, che non recita nemmeno male, ma i grandi problemi di questo film sono proprio la storia e la sua messa in scena.
Non sta in piedi, è risibile e involontariamente comica anche nei momenti che dovrebbero sembrare drammatici. La Jones non sembra certo una ragazza con gravi problemi ai reni, oltre che apparire insopportabilmente tonta e ingenua.
Il giovane ladro e pilota, poi, distrugge un sacco di auto, gli vengono scaricati addosso centinaia di proiettili, ma riesce sempre a cavarsela quasi senza un graffio.
Per non parlare dell'abuso di Deus ex Machina per toglierlo dalle situazioni difficili (non manca nemmeno la classica fuga dall'uscita posteriore di un bar mentre tutta la Polizei si preoccupa di coprire l'ingresso principale!).
Ad un certo punto ti aspetti pure che compaiano quelli di Cobra 11 durante gli inseguimenti sulle autostrade tedesche.
Cambiando un po' di cose, evitando di inserire in quel modo la malattia della donzella di turno per spingere il protagonista a tentare il furto del TIR e scegliendo un cast più adulto (che so, un Jason Statham qualunque ci sarebbe stato benissimo), forse la pellicola non si sarebbe rivelata questo clamoroso flop al botteghino.
Regia molto confusa e immancabilmente fracassona, comunque.
Nonostante tutto, però, ammetto che si lascia guardare senza annoiare, salvandosi in calcio d'angolo.

VOTO: 6-






venerdì 9 febbraio 2018

PRESSURE -Mini Recensione-

Ho letto commenti discordanti riguardo a questo film, ma personalmente continuo a ritenerlo un prodotto molto valido.
4 operai e sommozzatori di una multinazionale petrolifera rimangono intrappolati sul fondo dell'oceano all'interno di una campana di immersione, dopo che la nave alla quale erano agganciati è colata a picco durante una tempesta...
Non avendo familiarità con il mondo delle immersioni non so quanto questo film possa essere accurato (di sicuro i 4 uomini, nella realtà, dovrebbero parlare in modo strano per via della miscela di elio e ossigeno che si respira a quella profondità, ma omettendo questo particolare si è evitato che il tutto risultasse involontariamente comico, a mio modo di vedere) ma ne consiglio vivamente la visione.
E' un bel thriller claustrofobico, anche se lo definirei più un dramma, visto che non ci sono sotto trame paranoiche in stile Hollywood, o tesori da recuperare (tipo il coevo e abbastanza simile, sotto certi aspetti, Black Sea).
Bravi tutti gli attori, Danny Huston su tutti; i personaggi sono anche ben caratterizzati, tralasciando il cliché della presenza del novellino di turno nella squadra di veterani.
La regia è davvero solida, con una fotografia sottomarina che nulla ha da invidiare a grandi produzioni tipo The Abyss di James Cameron.
Forse l'unica pecca sta nel fatto che è piuttosto facile intuire la sorte dei 4 uomini intrappolati nelle profondità degli abissi, ma il film rimane, secondo me, un gioiellino sottovalutato da riscoprire.


VOTO: 7,5






martedì 6 febbraio 2018

THE PHILADELPHIA EXPERIMENT (2012) -Mini Recensione-

Ci sono ricascato: ben sapendo a cosa andavo incontro, mi sono azzardato a guardare questo remake per la TV di un discreto (così dicono) film di fantascienza degli anni '80.
La U.S.S.  Eldridge, una nave scomparsa nel 1943 durante un misterioso esperimento scientifico per scopi militari, ricompare nel 2012 con un solo sopravvissuto a bordo...
C'era davvero bisogno di questo remake?
Ovviamente no.
Qui troviamo una sceneggiatura imbarazzante (siamo quasi ai livelli di Sharknado), con tremende voragini narrative, effetti speciali da After Effects e, probabilmente, la presenza del peggior attore esistente, ovvero un ormai imbolsito e ancor più inespressivo Michael Parè.
Da lodare, almeno per lo sforzo, Nicholas Lea (era il cattivo agente Krycek in X-files) che ce la mette tutta per sembrare serio e credibile nelle molte assurde scene di questo pessimo film.
C'è anche Malcolm McDowell, in una parte praticamente inutile; tra l'altro il suo personaggio, nella storia, dovrebbe avere almeno 90 anni, cosa totalmente implausibile visto il suo aspetto anziano e non propriamente vecchio, ma il tutto viene palesemente ignorato.
La regia non è proprio pessima, è nella media di certi TV movie, ma l'abuso di inquadrature sbilenche è sfiancante, così come la martellante musica di sottofondo che accompagna le immagini praticamente dall'inizio alla fine (davvero, non si interrompe quasi mai).
Dimenticavo di menzionare le bobine di Tesla che permetterebbero alla nave di spostarsi nello spazio e nel tempo, facendola addirittura comparire sul tetto di un grattacielo di Chicago... e va beh!
Un film da evitare come la peste.

VOTO: 4




domenica 4 febbraio 2018

STAR TREK V -L'ultima frontiera -Mini Recensione-

Eccomi con il 5° capitolo della saga di Kirk &co.
Questa volta i nostri eroi, dopo che un misterioso vulcaniano ha preso possesso dell'Enterprise, saranno costretti a recarsi verso il centro della galassia alla ricerca di Dio...
Questo plot in realtà deriva da un soggetto scartato per il primo film (a quanto pare i produttori temevano che il pubblico bigotto si indignasse), qui riadattato per non offendere nessuno. 
Tornando a questo 5° capitolo, secondo me è stato troppo bistrattato all'epoca.
Ha alti e bassi, qualche scena umoristica non va a segno (probabilmente si voleva mantenere il clima da commedia del capitolo IV non riuscendoci) e certi comportamenti del trio Kirk-Spock-McCoy non rispecchiano i caratteri dei personaggi originali.
La battuta "ma perché Dio avrebbe bisogno di un'astronave?" doveva dirla Spock, secondo me, ma ammetto che detta dallo spavaldo Kirk fa molto più effetto.
La regia di Shatner comunque non è male, ci sono anche buone e originali idee che non ho visto negli altri film, ma ci sono anche dei passaggi che non funzionano.
Ad un certo punto, nelle scene ambientate su Nimbus III, pare di essere in un film di Star Wars anziché di Star Trek, forse è anche per questo che la pellicola ha scontentato i fan.
Personalmente, col senno di poi, non lo reputo il peggior capitolo della saga.
E non fu nemmeno quel grande flop al botteghino che alcuni sostengono, anche se in Italia fu distribuito direttamente in Home Video.

VOTO: 6,5



giovedì 1 febbraio 2018

MOMENTI DI GLORIA -Mini Recensione-

Eccomi ancora con un altro classico degli anni '80, forse un pochino invecchiato, ma non più di tanto.
La storia di due grandi atleti della velocità britannici, uno di origini ebree, l'altro scozzese e fervente cattolico, fino alle olimpiadi del 1924...
Storicamente parlando si prende qualche piccola licenza (lo scozzese Liddell sapeva già con largo anticipo che le qualificazioni dei 100 metri si sarebbero svolte di domenica) ma rimane ancora un film avvincente.
Questo MOMENTI DI GLORIA è noto soprattutto per la famosa colonna sonora da Oscar di Vangelis: uno stile elettronico che sulla carta appariva molto anacronistico rispetto all'ambientazione anni '20 del film e che ora risulta ancor più anacronistico perché richiama chiaramente gli 80's.
Nel 1981, però, le composizioni di Vangelis ben si apprestavano alle scene al rallenty dell'elegante regia di Hugh Hudson, magistralmente montate dall'inglese Terry Rawlings, copiate e citate fino allo sfinimento in qualsiasi film sportivo venuto dopo.
Bravi tutti gli interpreti: Ben Cross, Ian Charleson, il simpatico Nigel Havers e Brad Davis, due dei quali moriranno di AIDS proprio in quel decennio. Ian Holm rimane però il migliore di tutti.
Un film epico.


VOTO: 7,5