Era il 1983, quando a 53 anni, Sean Connery tornava a vestire i panni (e parrucchino) di James Bond in un film estraneo alla serie ufficiale, una sorta di remake di Thunderball-Operazione Tuono.
Col senno di poi, come spesso mi accade, credo sia un buon film.
Le atmosfere richiamano quelle da anni '60 dei primi capitoli di 007, comprese alcune ingenuità di sceneggiatura.
Sean Connery, anche se più giovane di 3 anni, rispetto al coevo "Bond ufficiale" Roger Moore, qui appare forse troppo invecchiato per il ruolo (tant'è che nelle scene a torso nudo lo si nota chiaramente trattenere in dentro la pancia), ma l'attore scozzese riesce a rimediare parodiando il suo stesso (giovane) personaggio.
Bravi, ma leggermente sopra le righe per i miei gusti, Klaus Maria Brandauer e Barbara Carrera, mentre la giovane Kim Basinger arranca a tratti.
La regia dello specialista di sequel, Irvin Kershner, è abbastanza solida (ricordavo peggio), comunque.
Da segnalare una piccola parte di un giovane Rowan Atkinson.
Concludendo: uno dei migliori Bond con Sean Connery, che personalmente preferisco sicuramente all'originale (eccessivamente pomposo) Thunderball.
VOTO: 7
Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.
martedì 31 luglio 2018
lunedì 30 luglio 2018
USS INDIANAPOLIS -Mini Recensione-
L'idea di realizzare una pellicola basata sul naufragio della USS INDIANAPOLIS (silurata dai giapponesi dopo aver trasportato parti fondamentali della prima bomba atomica) venne in mente a qualcuno già ai tempi del primo sequel de LO SQUALO.
Ma purtroppo per noi, Mario Van Peebles non è Steven Spielberg (ma sarebbe bastato anche un Jeannot Szwarc qualunque)
Nicolas Cage vecchio, imbolsito e sfigurato dal botox, ha l'aspetto di un sessantenne, anziché un uomo di 50 anni com'era il vero capitano dell'USS Indianapolis all'epoca dei fatti. Nonostante gli sforzi, alla fine la sua perfomance appare involontariamente comica, come ormai immancabilmente gli accade negli ultimi tempi.
Il resto del cast è quasi anonimo, con l'eccezione di uno sprecato e annoiato Tom Sizemore e un Thomas Jane che ho riconosciuto solo guardando i titoli di coda (infatti per tutto il film continuavo a chiedermi dove cavolo fosse finito).
Fotografia da fiction televisiva ed effetti speciali davvero pessimi. Ho visto videogiochi di fine anni '90 con grafica più realistica. Fotograficamente parlando, la differenza tra le scene reali e quelle in CGI è un pugno nell'occhio.
E poi ci sono gli squali, che sembrano fare solo una semplice "comparsata" anziché diventare il fulcro della storia.
Un film sulla carta ambizioso, ma il risultato non vale un decimo del racconto di Quint/Shaw ne LO SQUALO in cui si narra la stessa vicenda dal punto di vista dei marinai in acqua.
Forse non avrebbe sfigurato come prodotto televisivo, magari girato in più parti e incentrato maggiormente sulle singole storie dei personaggi coinvolti.
Ma al cinema è stato un flop clamoroso perfettamente giustificato.
VOTO: 5-
Ma purtroppo per noi, Mario Van Peebles non è Steven Spielberg (ma sarebbe bastato anche un Jeannot Szwarc qualunque)
Nicolas Cage vecchio, imbolsito e sfigurato dal botox, ha l'aspetto di un sessantenne, anziché un uomo di 50 anni com'era il vero capitano dell'USS Indianapolis all'epoca dei fatti. Nonostante gli sforzi, alla fine la sua perfomance appare involontariamente comica, come ormai immancabilmente gli accade negli ultimi tempi.
Il resto del cast è quasi anonimo, con l'eccezione di uno sprecato e annoiato Tom Sizemore e un Thomas Jane che ho riconosciuto solo guardando i titoli di coda (infatti per tutto il film continuavo a chiedermi dove cavolo fosse finito).
Fotografia da fiction televisiva ed effetti speciali davvero pessimi. Ho visto videogiochi di fine anni '90 con grafica più realistica. Fotograficamente parlando, la differenza tra le scene reali e quelle in CGI è un pugno nell'occhio.
E poi ci sono gli squali, che sembrano fare solo una semplice "comparsata" anziché diventare il fulcro della storia.
Un film sulla carta ambizioso, ma il risultato non vale un decimo del racconto di Quint/Shaw ne LO SQUALO in cui si narra la stessa vicenda dal punto di vista dei marinai in acqua.
Forse non avrebbe sfigurato come prodotto televisivo, magari girato in più parti e incentrato maggiormente sulle singole storie dei personaggi coinvolti.
Ma al cinema è stato un flop clamoroso perfettamente giustificato.
VOTO: 5-
giovedì 26 luglio 2018
La città verrà distrutta all'alba -Mini Recensione-
Premettendo subito che non ho visto l'originale di Romero del 1973, passo a parlare di questo remake de La città verrà distrutta all'alba del 2010.
Timothy Olyphant interpreta lo sceriffo di una tranquilla cittadina americana di campagna, che all'improvviso si ritrova a dover fronteggiare una misteriosa epidemia che fa impazzire le persone rendendole molto violente...
L'ho rivisto per la seconda volta e devo ammettere che mi è piaciuto.
La regia di Breck Eisner non è poi così male, a parte qualche scena girata in un modo forse troppo scontato; ma la messa in scena è buona, la fotografia è accattivante (mi sono venute in mente un pochino le atmosfere di Carpenter) e il terzetto di attori principali è semplicemente perfetto.
Olyphant, con quella sua camminata alla Gary Cooper, mi è sempre piaciuto fin dai tempi di Justified, Radha Mitchell interpreta il suo classico ruolo di donna che sa farsi valere (in un contesto thriller/horror) senza apparire mascolina, così pure Joe Anderson nei panni del vice sceriffo sa farsi valere (ruolo comunque non semplice, senza fare spoiler).
Poi ci sono le musiche di Mark Isham, altro compositore che adoro.
Non male come film, davvero!
VOTO: 7+
Timothy Olyphant interpreta lo sceriffo di una tranquilla cittadina americana di campagna, che all'improvviso si ritrova a dover fronteggiare una misteriosa epidemia che fa impazzire le persone rendendole molto violente...
L'ho rivisto per la seconda volta e devo ammettere che mi è piaciuto.
La regia di Breck Eisner non è poi così male, a parte qualche scena girata in un modo forse troppo scontato; ma la messa in scena è buona, la fotografia è accattivante (mi sono venute in mente un pochino le atmosfere di Carpenter) e il terzetto di attori principali è semplicemente perfetto.
Olyphant, con quella sua camminata alla Gary Cooper, mi è sempre piaciuto fin dai tempi di Justified, Radha Mitchell interpreta il suo classico ruolo di donna che sa farsi valere (in un contesto thriller/horror) senza apparire mascolina, così pure Joe Anderson nei panni del vice sceriffo sa farsi valere (ruolo comunque non semplice, senza fare spoiler).
Poi ci sono le musiche di Mark Isham, altro compositore che adoro.
Non male come film, davvero!
VOTO: 7+
sabato 21 luglio 2018
WATERWORLD -Mini Recensione-
Era il 1995, quando i due Kevin (Costner e Reynolds), decidono di girare questo kolossal fantascientifico infrangendo una delle regole fondamentali di Hollywood, ovvero: "mai girare un film in mare!"
E lasciamo stare l'implausibilità del plot di partenza riguardo alla Terra (quasi) completamente sommersa dalla acqua dopo lo scioglimento dei ghiacci polari.
Alla fine costò un mucchio di soldi, ma non andò in perdita come narra la leggenda, anche se però i due Kevin finirono per prendersi a cazzotti sul set. E vinse Costner.
Comunque, questo film che è praticamente MAD MAX 2 in un ambiente acquatico al posto del deserto australiano (il direttore della fotografia è lo stesso, tra l'altro) mi ha fatto una buona impressione, dopo il solito sacco di tempo dall'ultima visione.
Kevin Costner è a tratti insopportabilmente egocentrico e convinto di essere un grande attore (probabilmente nelle scene che ha diretto di sua mano), tant'è che arrivò l'immancabile nomina ai Razzie Awards; mentre Dennis Hopper forse esagera nel caricare il suo personaggio, riuscendo però ad apparire pure simpatico, come cattivo di turno.
Ma non mi sono annoiato nemmeno per un minuto; la regia è fracassona al punto giusto, ci sono buone scene d'azione e gli effetti speciali digitali dell'epoca non risultano troppo invasivi, per fortuna.
Buone anche le musiche, in perfetto stile James Netwon Howard.
Comincio a diventare ripetitivo: un film da rivalutare.
VOTO: 7
E lasciamo stare l'implausibilità del plot di partenza riguardo alla Terra (quasi) completamente sommersa dalla acqua dopo lo scioglimento dei ghiacci polari.
Alla fine costò un mucchio di soldi, ma non andò in perdita come narra la leggenda, anche se però i due Kevin finirono per prendersi a cazzotti sul set. E vinse Costner.
Comunque, questo film che è praticamente MAD MAX 2 in un ambiente acquatico al posto del deserto australiano (il direttore della fotografia è lo stesso, tra l'altro) mi ha fatto una buona impressione, dopo il solito sacco di tempo dall'ultima visione.
Kevin Costner è a tratti insopportabilmente egocentrico e convinto di essere un grande attore (probabilmente nelle scene che ha diretto di sua mano), tant'è che arrivò l'immancabile nomina ai Razzie Awards; mentre Dennis Hopper forse esagera nel caricare il suo personaggio, riuscendo però ad apparire pure simpatico, come cattivo di turno.
Ma non mi sono annoiato nemmeno per un minuto; la regia è fracassona al punto giusto, ci sono buone scene d'azione e gli effetti speciali digitali dell'epoca non risultano troppo invasivi, per fortuna.
Buone anche le musiche, in perfetto stile James Netwon Howard.
Comincio a diventare ripetitivo: un film da rivalutare.
VOTO: 7
giovedì 19 luglio 2018
CODICE UNLOCKED-LONDRA SOTTO ATTACCO -Mini Recensione-
Questa volta la tosta Noomi Rapace (che comunque adoro) è la protagonista di questa Spy Story ambientata a Londra, nella quale interpreta una ex agente della CIA alle prese con un attentato terroristico da sventare...
Ok, il plot di base non pare molto originale, ma la sceneggiatura non è malaccio, infatti c'è un buon intreccio e i colpi di scena sono abbastanza azzeccati, ma c'è pure qualche personaggio troppo stereotipato (il cattivone grande e grosso dai capelli biondo platino, per esempio) oltre a qualche ingenuità che si poteva evitare.
La regia di Michael Apted l'ho invece trovata piuttosto fiacca, forse anche per colpa della fotografia troppo da fiction televisiva e per nulla accattivante (perché usare il formato panoramico 2:35:1 se poi il risultato è così mediocre?); così, alla fine, ne risentono anche gli attori, a tratti svogliati o annoiati, anche se Noomi Rapace è sempre un bel vedere in ruoli da "bad-ass" come questo.
Oltre a Michael Douglas e a un sempre sopra le righe John Malkovich, si rivede anche Orlando Bloom.
Però, senza fare spoiler, non puoi usare un grosso nome per un determinato ruolo, perché è come spoilerare il finale nel primo quarto d'ora...
Nel complesso mantiene abbastanza le promesse, anche se una regia un tantino più movimentata avrebbe sicuramente giovato all'intero film.
VOTO: 6,5
Ok, il plot di base non pare molto originale, ma la sceneggiatura non è malaccio, infatti c'è un buon intreccio e i colpi di scena sono abbastanza azzeccati, ma c'è pure qualche personaggio troppo stereotipato (il cattivone grande e grosso dai capelli biondo platino, per esempio) oltre a qualche ingenuità che si poteva evitare.
La regia di Michael Apted l'ho invece trovata piuttosto fiacca, forse anche per colpa della fotografia troppo da fiction televisiva e per nulla accattivante (perché usare il formato panoramico 2:35:1 se poi il risultato è così mediocre?); così, alla fine, ne risentono anche gli attori, a tratti svogliati o annoiati, anche se Noomi Rapace è sempre un bel vedere in ruoli da "bad-ass" come questo.
Oltre a Michael Douglas e a un sempre sopra le righe John Malkovich, si rivede anche Orlando Bloom.
Però, senza fare spoiler, non puoi usare un grosso nome per un determinato ruolo, perché è come spoilerare il finale nel primo quarto d'ora...
Nel complesso mantiene abbastanza le promesse, anche se una regia un tantino più movimentata avrebbe sicuramente giovato all'intero film.
VOTO: 6,5
martedì 17 luglio 2018
SORVEGLIATO SPECIALE -Mini Recensione-
Altro film che ho rivisto dopo più di 20 anni dall'ultima volta.
Stallone interpreta il classico detenuto che è finito in prigione per una bravata e che vuole soltanto scontare la sua pena per tornare a rifarsi una vita accanto a sua moglie.
Ma il suo vecchio direttore del carcere, con il quale ebbe uno scontro, riesce a farlo trasferire nella sua nuova prigione a pochi mesi dalla scarcerazione, deciso a fargli passare le pene dell'inferno...
Col senno di poi, non mi è sembrato poi tanto male.
Stallone si impegna bene nel risultare credibile nel ruolo da protagonista, mentre Sutherland è perfetto nella parte del direttore sadico. Ottima prova di un giovane Tom Sizemore, invece.
Cliché a parte (tipo i carcerieri più psicopatici di alcuni detenuti, la guardia carceraria che sembra dura e inflessibile ma che poi dimostra di avere una certa umanità), la storia coinvolge.
La regia di John Flynn l'ho trovata però un po' piattina, mentre le musiche di Bill Conti non deludono mai; non manca neppure l'immancabile canzone cantata nei titoli finali.
Da rivedere.
VOTO: 7-
Stallone interpreta il classico detenuto che è finito in prigione per una bravata e che vuole soltanto scontare la sua pena per tornare a rifarsi una vita accanto a sua moglie.
Ma il suo vecchio direttore del carcere, con il quale ebbe uno scontro, riesce a farlo trasferire nella sua nuova prigione a pochi mesi dalla scarcerazione, deciso a fargli passare le pene dell'inferno...
Col senno di poi, non mi è sembrato poi tanto male.
Stallone si impegna bene nel risultare credibile nel ruolo da protagonista, mentre Sutherland è perfetto nella parte del direttore sadico. Ottima prova di un giovane Tom Sizemore, invece.
Cliché a parte (tipo i carcerieri più psicopatici di alcuni detenuti, la guardia carceraria che sembra dura e inflessibile ma che poi dimostra di avere una certa umanità), la storia coinvolge.
La regia di John Flynn l'ho trovata però un po' piattina, mentre le musiche di Bill Conti non deludono mai; non manca neppure l'immancabile canzone cantata nei titoli finali.
Da rivedere.
VOTO: 7-
mercoledì 11 luglio 2018
THOR: RAGNAROK -Mini Recensione-
Non sono un grande fan dei film con i supereroi e il 2° capitolo di questa trilogia mi era parso davvero un brutto film, ma devo ammettere che THOR: RAGNAROK mi ha sorpreso.
Questa volta il dio del tuono dovrà affrontare l'apparentemente invincibile Hela, che in realtà è sua sorella maggiore. Ma prima dovrà sfuggire dal pianeta nel quale è finito per sbaglio...
C'è molto humor in questo film, oltre a un'atmosfera vagamente da anni '80 (con tanto di musica elettronica che ho gradito parecchio) e la regia, per una volta, non è terribilmente ridondante come in molti altri cinecomics degli Avengers.
Ottimi gli effetti speciali, usati in modo giusto anche dal regista neozelandese Waititi, senza nemmeno quegli eccessivi virtuosismi "digitali" di camera che ho sempre odiato.
Benissimo gli interpreti, tutti in splendida forma: da Chris Hemsworth a Tom Hiddleston, passando per Mark Ruffalo nei doppi panni di Banner/Hulk.
E poi c'è lei: Cate Blanchett (e ho detto tutto!).
La pellicola non è nemmeno troppo lunga, la storia funziona e non ci si annoia nemmeno per un istante.
VOTO: 7+
Questa volta il dio del tuono dovrà affrontare l'apparentemente invincibile Hela, che in realtà è sua sorella maggiore. Ma prima dovrà sfuggire dal pianeta nel quale è finito per sbaglio...
C'è molto humor in questo film, oltre a un'atmosfera vagamente da anni '80 (con tanto di musica elettronica che ho gradito parecchio) e la regia, per una volta, non è terribilmente ridondante come in molti altri cinecomics degli Avengers.
Ottimi gli effetti speciali, usati in modo giusto anche dal regista neozelandese Waititi, senza nemmeno quegli eccessivi virtuosismi "digitali" di camera che ho sempre odiato.
Benissimo gli interpreti, tutti in splendida forma: da Chris Hemsworth a Tom Hiddleston, passando per Mark Ruffalo nei doppi panni di Banner/Hulk.
E poi c'è lei: Cate Blanchett (e ho detto tutto!).
La pellicola non è nemmeno troppo lunga, la storia funziona e non ci si annoia nemmeno per un istante.
VOTO: 7+
lunedì 9 luglio 2018
LA MUMMIA (1999) -Mini Recensione-
Era il 1999 quando la Universal decise di riportare in auge il franchise della Mummia nato negli anni '30 del ventesimo secolo.
Ma questo remake è più un film d'avventura dai toni comici (con atmosfere alla Indiana Jones, anche se siamo nel 1923) anziché un horror come le vecchie pellicole. Tutto sommato, però, il film funziona e intrattiene bene nonostante una sceneggiatura a tratti troppo ingenua.
Brendan Fraser (all'epoca) era perfetto per il ruolo, così come tutto il cast di contorno (menzione speciale per John Hannah che spesso ruba la scena a tutti gli altri).
La regia di Sommers non è malaccio anche se, dopo quasi 20 anni, gli effetti speciali digitali risultano molto datati e parecchio naif.
Buona la musica del compianto Jerry Goldsmith.
Un film (come dico spesso) da rivalutare, soprattutto se confrontato con il recente reboot con Tom Cruise.
VOTO: 7-
Ma questo remake è più un film d'avventura dai toni comici (con atmosfere alla Indiana Jones, anche se siamo nel 1923) anziché un horror come le vecchie pellicole. Tutto sommato, però, il film funziona e intrattiene bene nonostante una sceneggiatura a tratti troppo ingenua.
Brendan Fraser (all'epoca) era perfetto per il ruolo, così come tutto il cast di contorno (menzione speciale per John Hannah che spesso ruba la scena a tutti gli altri).
La regia di Sommers non è malaccio anche se, dopo quasi 20 anni, gli effetti speciali digitali risultano molto datati e parecchio naif.
Buona la musica del compianto Jerry Goldsmith.
Un film (come dico spesso) da rivalutare, soprattutto se confrontato con il recente reboot con Tom Cruise.
VOTO: 7-
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