Un cavaliere solitario, dopo aver trovato ospitalità presso una famiglia di agricoltori di una sperduta valle del Wyoming, si ritroverà a dover difendere i contadini della zona dalle minacce dei fratelli Ryker, che vorrebbero impossessarsi definitivamente di tutti i pascoli della vallata...
Una pietra miliare del western americano che finalmente ho potuto apprezzare in versione originale e in alta definizione, con un'incredibile messa in scena per una pellicola che, a detta di molti, ha portato a un'evoluzione del genere. Qui troviamo, infatti, una rappresentazione della violenza più cruda e spettacolare rispetto ai western girati fino ad allora (siamo nel 1953).
Van Heflin sembra nato per interpretare il cocciuto contadino che non vuole mollare la propria terra, mentre il giovanissimo Brandon De Wilde spesso riesce a rubare la scena agli altri attori.
Alan Ladd è sempre stato considerato un attore troppo basso per gli standard di Hollywood di quei tempi, ma qui compensa alla grande la sua mancanza di prestanza fisica con una recitazione asciutta, con movenze lente e ben calcolate. Indimenticabile Jack Palance nei panni del pistolero cattivo, un modello a cui si ispireranno praticamente tutti i film western venuti dopo.
La regia di George Stevens è perfetta, con alcuni notevoli guizzi di montaggio e, come accennato, una certa crudezza durante gli scontri a fuoco. Bravo anche a far percepire l'attrazione fisica tra la bella moglie dell'agricoltore e il pistolero Shane senza mostrare nulla di scabroso.
Non amo particolarmente le vecchie colonne sonore, quasi da "operetta", che andavano per la maggiore in quegli anni, ma devo ammettere che Victor Young è riuscito a comporre un accompagnamento azzeccato, non troppo invadente e a tratti epico.
Grande fotografia, nonostante il rapporto d'aspetto 1,37:1 della versione originale (praticamente un formato 4/3 televisivo).
Omaggiato da Clint Eastwood con Il Cavaliere Pallido, che di fatto ne è un remake non dichiarato.
Capolavoro.
VOTO 8
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