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sabato 30 aprile 2022

DIABOLIK -Recensione-

Nuovo adattamento cinematografico del famoso fumetto creato dalle sorelle Giussani, nel quale assistiamo al primo incontro tra il criminale Diabolik e l'affascinante Eva Kant, diretto dai Manetti Bros.
Premetto subito che conosco abbastanza bene il fumetto originale, che però ho sempre trovato eccessivamente naif e poco coinvolgente, con quei fastidiosissimi nomi italiani accostati a cognomi stranieri dei personaggi.
Detto questo, l'idea che mi ero fatto del film guardando trailer e clip varie si è rivelata, purtroppo, azzeccata. Ritmo lentissimo, ingenuità a non finire (come detto, non è che il fumetto fosse tanto meglio, però...), zero scene d'azione e recitazione a tratti semi amatoriale.
E come cacchio è venuto in mente ai registi di scritturare Luca Marinelli per interpretare Diabolik?
Con quel nasone lì, poi... in certe scene, con quei capelli a V tirati indietro sembrava una parodia di Bela Lugosi nei panni di Dracula. Molto meglio Miriam Leone e Valerio Mastandrea (che almeno nell'aspetto e nell'impostazione mi ha ricordato l'ispettore Ginko dei fumetti).
Com'è che quasi tutti gli attori comprimari, anche se compaiono in una scena di pochi secondi, finiscono per recitare meglio dei protagonisti?
Veniamo alla regia.
Dei Manetti Bros, ho apprezzato altri lavori, quelli girati con pochi mezzi, dove davvero veniva fuori una certa inventiva, ma qui sbagliano quasi tutto. Gli inseguimenti d'auto sembrano girati a 10 km orari (avevano forse paura di ammaccare le macchine d'epoca?), una recitazione imbarazzante (come già evidenziato) e quelle inquadrature del pugnale lanciato in aria da Diabolik a richiamare le vignette del fumetto... solo Sam Raimi è in grado di girare certe cose.
Di positivo c'è che l'atmosfera, in generale, richiama quella della controparte cartacea ma, come hanno già detto altri, non è detto che sia una cosa positiva in un film di questo tipo.
Forse funziona un po' meglio l'ultimo atto, nonostante venga mostrato il più macchinoso, improbabile e brutto colpo a un caveau della storia del cinema, con Diabolik che sfila come niente fosse un blocco enorme di cemento armato dal muro dopo che lo ha "sezionato" usando un anacronistico trapano a batteria (visto che siamo verso la fine degli anni '60) e che reggeva con una sola mano, tra l'altro.
Due ore e passa di questa roba qui sono decisamente troppe.


VOTO: 4,5







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