Brooklyn, 1972.
Tre tipi entrano in una piccola banca con l'intenzione di rapinarla ma il goffo piano da John Wojtowicz, i leader dei rapinatori, inizia subito ad andare a rotoli...
Film tratto da una storia vera, non eccessivamente romanzata, che per motivi inspiegabili non ero ancora riuscito a vedere.
L'interpretazione di un giovane Al Pacino è fenomenale, nemmeno troppo sopra le righe, eppure incredibilmente efficace (consiglio la versione originale, se masticate abbastanza bene l'inglese e avete un buon orecchio per l'accento di Brooklyn).
Ottimi anche tutti i comprimari, con un inquietante e taciturno John Cazale, nel quale fa un'apparizione anche un giovanissimo Lance Henriksen.
Sidney Lumet era un maestro nel girare film ambientati quasi completamente in un unico spazio chiuso e sapeva dirigere benissimo gli attori. Lo stile qui è a tratti quasi documentaristico, con una fotografia molto realistica, tipica degli anni '70.
Mi ha sorpreso, invece, il modo in cui è stata rappresentata l'omosessualità del protagonista: se all'inizio si rimane piuttosto sorpresi nello scoprirlo (grazie a un magistrale trucco di montaggio), il fatto che sia gay o meno non cambia il giudizio che lo spettatore si fa del personaggio. Una cosa incredibile se pensiamo ai tempi in cui il film è stato girato.
Che dire di più?
Un altro capolavoro della storia del cinema che finalmente ho recuperato.
VOTO: 8
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