Mississipi. Un operaio di colore decide di farsi giustizia da solo sparando ai due giovani bianchi che hanno stuprato e quasi ucciso la sua figlia di dieci anni. Toccherà a un giovane e squattrinato avvocato locale cercare di salvarlo dalla pena capitale...
Tratto da un romanzo di John Grisham.
Che dire?
Il soggetto (un nero del sud del profondo sud degli USA che deve affrontare un processo "razziale") non è proprio originalissimo, ma la storia fila a dovere.
Il cast forse è fin troppo scontato, però va alla grande: Matthew McConaughey non poteva che essere l'avvocato difensore, così come chi meglio di Kevin Spacey poteva interpretare il "cattivo" procuratore dell'accusa? E il giudice (almeno in apparenza) di parte? Ma Patrick McGoohan, ovviamente.
C'è pure Kiefer Sutherland nel solito detestabile ruolo di villain, mentre suo padre si ritrova nei panni di un anziano ex-avvocato un tantino "schizzato".
E il padre afroamericano giustiziere? Samuel L. Jackson, nella sua migliore interpretazione, a mio modo di vedere. Ma c'è anche una giovane Sandra Bullock che fa la sua bella figura.
Joel Schumacher è un regista molto, molto discontinuo e anche in questo caso avrebbe potuto fare di più. Salvato probabilmente dall'ottima scelta del cast. Schumacher ha comunque il merito, non so quanto voluto, di non far recitare sopra le righe i soliti Samuel L. Jackson, Kevin Spacey e i due Sutherland (padre e figlio).
Non è un capolavoro, ma rimane un buon film.
VOTO: 7+
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