1985. Dopo gli eventi del primo film, Rambo sta scontando la pena ai lavori forzati, finché gli viene proposto di partecipare a una missione speciale in Vietnam alla ricerca di prigionieri di guerra americani. Ovviamente accetterà, ritrovandosi da solo nella giungla contro un'orda di soldati vietcong e sovietici...
Stallone riveste i panni di Rambo, rimaneggiando (malissimo) una sceneggiatura scritta da James Cameron (da un soggetto di Kevin Jarre) e affidando la regia al mediocre George Pan Cosmatos.
Infatti qui il suo Rambo diventa una macchina da guerra inarrestabile, i traumi psicologici del primo film sono completamente assenti e i cattivi di turno, russi e vietnamiti, sono tutti dei sadici torturatori.
La violenza è gratuita e così esagerata da risultare comica e grottesca. Se nel coevo Commando questo aspetto poteva funzionare per il tono volutamente sopra le righe di quel film, qui proprio non ci siamo.
E la regia di Cosmatos non aiuta. Alcune scene d'azione sono tecnicamente valide, così come la fotografia, ma quando si tratta di far interagire i personaggi, tutto viene fatto in modo sbrigativo e raffazzonato (vedasi la co-protagonista che viene brutalmente uccisa due secondi dopo aver baciato Rambo!).
Per non parlare di bazooka ed enormi elicotteri militari sovietici che spuntano fuori dal nulla.
Il brevissimo monologo finale di Rambo, sempre rivolgendosi a Trautman, assume un significato completamento opposto a quanto visto nel primo capitolo.
Di buono rimane solo la colonna sonora di Jerry Goldsmith, che almeno ha l'accortezza di non calcare ulteriormente la mano con temi musicale pomposi ed eccessivamente "militareggianti".
VOTO: 4,5
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