Nuova riproposizione della storia di Henry Charrière e di come, dopo vari tentativi, riuscì a scappare dalla colonia penale dell'Isola del Diavolo...
Fondamentalmente non sono contrario ai remake di grandi classici del cinema, a patto di azzeccare la formula giusta (cosa comunque molto difficile).
Qui, a mio modo di vedere, si partiva da un grosso presupposto sbagliato, ovvero la scelta di due attori, Charlie Hunnam e Rami Malek, che somigliassero a Steve McQueen e Dustin Hoffman della versione di Schaffner del 1973.
Se Malek, alla fine, mi ha convinto, con Hunnam decisamente non ci siamo.
Nell'aspetto fisico somiglia molto a McQueen, ma ovviamente non buca lo schermo allo stesso modo.
Lo si nota soprattutto nelle scene in cui Papillon si trova in isolamento senza poter parlare; qui il protagonista dovrebbe comunicare quello che sta provando esclusivamente con lo sguardo e McQueen, pur non essendo mai stato un grande attore, ci riusciva alla grande.
Il confronto non regge, dunque.
Forse sarebbe stato meglio cercare un'impostazione diversa del personaggio.
La regia dello sconosciuto danese (per me) Michael Noer non vale un decimo di quella di Franklin Schaffner del film originale. Mi è parsa piuttosto piatta, con qualche spunto originale che però non è stato sfruttato.
Fotografia anonima.
Un remake inutile.
P.S.
A quanto pare, la storia del vero Henry Charrière narrata prima in un libro, poi nei due film, sarebbe in parte inventata, o comunque riporterebbe fatti accaduti ad altri prigionieri dell'Isola del Diavolo.
Ahia, se non è piaciuto a te, chissà a me :D
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