Altopiano di Asiago, 1916.
Fanti italiani vengono mandati ripetutamente al massacro da parte degli alti ufficiali in comando fino a che, uno a uno, i protagonisti della storia proveranno (inutilmente) a ribellarsi...
Probabilmente rischio la blasfemia, ma secondo me questo Uomini Contro di Francesco Rosi è addirittura migliore di Orizzonti di gloria di Kubrick.
Del resto è tratto da Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu, romanzo sul quale lo stesso Kubrick provò ad a gettarsi prima di optare per il libro Orizzonti di Gloria di Humphrey Cobb.
Almeno così ho letto da qualche parte, ma non so se questa storia sia vera o meno.
La regia di Francesco Rosi appare volutamente ruvida, con molta camera a mano, quasi da documentario, anche nelle grandiose e crude scene di battaglia (decenni prima di Salvate il soldato Ryan) che poco hanno da invidiare a quelle di film bellici molto più recenti.
In netto contrasto con quella sofisticata, fotograficamente e stilisticamente perfetta della pellicola di Kubrick.
Ma lo stile di Rosi risulta altrettanto efficace e coinvolgente, se non di più. Qui infatti si tratta di italiani, che parlano con diversi accenti regionali, con un mostruoso Gian Maria Volontè in mezzo a un cast di facce perfette (molti di loro sono stati doppiati).
Musica minimalista, che rimane quasi in sottofondo, riuscendo così a dare ancor di più la sensazione di realismo.
Un film, quello di Rosi, che nel 1970 fu criticato e osteggiato dall'esercito italiano per via dell'irriducibile antimilitarismo e pessimismo che pervade la storia dall'inizio alla fine, tant'è che lo stesso Lussu ne prese le distanze.
Un capolavoro da riscoprire.
VOTO: 8,5
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