Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

domenica 26 ottobre 2025

LA BATTAGLIA DI ALAMO - Mini Recensione

Texas, 1836.
Presso una vecchia missione, conosciuta come Alamo, il colonnello Travis e Jim  Bowie sono al comando di un piccolo di soldati e volontari che lottano per l'indipendenza del Texas,  A loro si aggiunge Davy Crockett e alcuni suoi uomini al seguito, giunti da quelle parti in cerca di fortuna. 
Ma l'esercito messicano, guidati dal Generalissimo Santa Anna (nonché dittatore del Messico), non tarda ad arrivare per porre fine alla rivolta.
Sarà un massacro...
E' il 1960 e John Wayne finalmente riesce a trovare i fondi per girare questo kolossal storico che da tempo desiderava dirigere, finendo per interpretare anche il personaggio di David Crockett.
Con lui, il sempre affidabile Richard Widmark nei panni di Jim Bowie e Laurence Harvey in quelli del colonnello Travis (probabilmente Harvey è quello che, tra i tre, assomiglia maggiormente alla controparte realmente esistita, accento british a parte).
Tecnicamente il film è buono e. sorprendentemente, John Wayne dimostra di saperci fare anche dietro la macchina da presa. Si nota anche una certa influenza del maestro John Ford, soprattutto nel ricalcare certi cliché tipici dei western del grande regista di origini irlandesi (il soldato ubriacone, le scene di ballo, i battibecchi e alle scazzottate tra i personaggi).
Spettacolari le scene di massa, grazie anche al formato panoramico delle riprese, ma forse dallo stile troppo western (il film è ambientato nel 1836) e, quindi, leggermente anacronistico.
Se però si cerca la veridicità storica, è meglio lasciar perdere, non tanto nella ricostruzione della battaglia (anche se le inesattezze si sprecano), quanto ai motivi politici che hanno portato al sacrificio dei coloni americani e ribelli texani ad Alamo, in realtà non del tutto nobili ed eroici come Wayne lascia intendere. Per non parlare di come viene trattato l'argomento dello schiavismo, ovvero in modo completamente edulcorato, quasi revisionista (tipo la scena, totalmente inventata, di quando lo schiavo di Bowie, liberato da quest'ultimo poco prima dello scontro finale, decide di rimanere a combattere al fianco del suo ex padrone).
Colonna sonora di Dimitri Tiomkin sempre di grandissimo impatto.

VOTO: 7











venerdì 17 ottobre 2025

FLIGHT RISK - Trappola in alta quota - Mini Recensione

 L'U.S. Marshal Madolyn Harris, appena rientrata in servizio attivo, riesce ad acciuffare il contabile (in fuga) di un boss della mafia presso una sperduta località dell'Alaska. Dopo averlo convinto a testimoniare contro il suo ex-capo, i due salgono su un piccolo aereo per Anchorage, prima del definitivo trasferimento a New York. Ma un sicario ingaggiato dalla mafia, sadico e senza scrupoli, ha in realtà preso il posto del pilota...
Sebbene fin dal trailer si sapesse in anticipo dove si sarebbe andati a parare, questo thriller diretto con mano sicura da un redivivo Mel Gibson non mi ha affatto deluso.
Azzeccati gli interpreti, con un sorprendente (e parecchio imbruttito) Mark Whalberg nei panni di un cattivo come si deve, che si discorsa dal solito cliché di villain sopra le righe che si atteggia a genio del crimine, oltre a un'ottima protagonista, l'attrice di origini inglesi Michelle Dockery.
E chi meglio di Topher Grace poteva interpretare il petulante testimone scomodo da eliminare?
Il film è bello teso, con un pizzico di paranoia, dall'inizio alla fine e Gibson non sbaglia una sola inquadratura.
Musiche efficaci e mai invadenti.
Peccato per un paio di scene in palese CGI all'inizio, ma è poca cosa.
Bello anche il gioco di parole del titolo originale Flight Risk, che si potrebbe tradurre come "a rischio di fuga".
Consigliatissimo.


VOTO: 7.5