Come anticipato qualche tempo fa, ecco la recensione del
primo thriller di Massimo Polidoro, che ho avuto l’onore di leggere in
anteprima.
Il romanzo esce proprio oggi in tutte le librerie.
Quindi, partiamo subito.
La trama l’avevo già accennata a suo tempo; Bruno Jordan lavora per Krimen, un giornale di cronaca nera. Ultimamente è in conflitto con Linda, il nuovo direttore, che vorrebbe un'impronta diversa per il giornale che, tra l'altro, attualmente non se la sta passando bene con le vendite.
Proprio quella mattina, dopo l'ennesima discussione con la direttrice, riceve una misteriosa lettera che pare essere stata spedita direttamente dal
1982.
Dopo averla letta, decide subito di vederci chiaro, anche perché la lettera gli richiama alla mente la scomparsa di una sua amica d’infanzia,
avvenuta proprio la sera in cui la nazionale italiana di calcio di Bearzot conquistò il titolo mondiale.
Jordan si ritroverà così a dover fare
i conti col proprio passato, deciso a tutti i costi a scoprire la verità sulla misteriosa scomparsa della ragazzina, affrontando vecchi fantasmi e nuovi pericoli, fino
all’imprevedibile colpo di scena finale…
Veniamo alla recensione vera e propria.
Premetto che non sono un grande fan della narrazione in prima persona, ed è forse per questo motivo che ho fatto un po’ fatica ad "entrare" nella storia. Il romanzo è comunque scorrevole, l’ambientazione invernale, con tanto di nevicata, aiuta a mantenere quell’atmosfera rarefatta che pervade tutto il romanzo e si riesce quasi subito ad immedesimarsi in Bruno Jordan.
C’è da dire che ci sono un paio di personaggi di contorno un po’ troppo stereotipati, a mio modo di vedere; altri che avrebbero meritato un po’ più di spazio o di essere maggiormente sviluppati. Ma forse verranno richiamati in causa in un eventuale seguito, spero.
La tensione c'è e, dopo aver ingranato con la storia, scatta quel meccanismo che ti impedisce di staccarti dal libro, quell'irresistibile desiderio di voler leggerne ancora, pagina dopo pagina.
Premetto che non sono un grande fan della narrazione in prima persona, ed è forse per questo motivo che ho fatto un po’ fatica ad "entrare" nella storia. Il romanzo è comunque scorrevole, l’ambientazione invernale, con tanto di nevicata, aiuta a mantenere quell’atmosfera rarefatta che pervade tutto il romanzo e si riesce quasi subito ad immedesimarsi in Bruno Jordan.
C’è da dire che ci sono un paio di personaggi di contorno un po’ troppo stereotipati, a mio modo di vedere; altri che avrebbero meritato un po’ più di spazio o di essere maggiormente sviluppati. Ma forse verranno richiamati in causa in un eventuale seguito, spero.
La tensione c'è e, dopo aver ingranato con la storia, scatta quel meccanismo che ti impedisce di staccarti dal libro, quell'irresistibile desiderio di voler leggerne ancora, pagina dopo pagina.
Altro punto a
favore di Massimo Polidoro, quindi!
A mio modesto parere è un buon romanzo, non privo però di alcune piccole sbavature.
Essendo il suo primo thriller, sono sicuro che Polidoro saprà migliorarsi con quello successivo.
A mio modesto parere è un buon romanzo, non privo però di alcune piccole sbavature.
Essendo il suo primo thriller, sono sicuro che Polidoro saprà migliorarsi con quello successivo.
Consigliato a tutti gli appassionati del genere thriller (e non).
A questo LINK, che porta direttamente al blog di Massimo Polidoro, troverete 10 buoni motivi per acquistare il romanzo IL PASSATO E' UNA BESTIA FEROCE entro l'8 marzo.
BOOKTRAILER UFFICIALE
Buona lettura!
Nessun commento:
Posta un commento