Una nave spaziale da trasporto si schianta su uno sperduto e caldo pianeta con tre soli, dove il tramonto sembra non arrivare mai.
Lo sparuto gruppo di sopravvissuti, tra i quali un pericoloso detenuto, l'agente che lo ha in custodia e il pilota dell'astronave, riesce a raggiungere un piccolo insediamento minerario abbandonato.
Mentre cercano il modo di lasciare il pianeta, scoprono che è in arrivo un'eclisse e che nel sottosuolo vivono terribili creature che aspettano il buio per uscire allo scoperto...
Pitch Black è un riuscitissimo fanta-horror dai toni "carpenteriani" che nel 2000 lanciò la carriera di Vin Diesel.
La sceneggiatura di David Twohy è ben scritta (a parte un paio di ingenuità) e i personaggi principali sono ben caratterizzati.
Se è vero che alla fine è Riddick a risultare il vero protagonista (la sua figura da antieroe, cinico e di poche parole, si avvicina molto a quella di Snake Plissken), Radha Mitchell e Cole Hauser (una garanzia per i ruoli da bastardo) non sfigurano affatto accanto alla presenza fisica di Vin Diesel, che comunque a livello puramente attoriale è meno dotato degli altri due.
La scenografia e l'aspetto tecnologico retrò sono chiaramente da B-Movie, ma funzionano alla grande.
Gli effetti speciali digitali appaiono un po' datati, ma anche questo aspetto rende il film più "genuino", secondo me.
Fotografia notturna davvero claustrofobica.
Probabilmente Twohy è più bravo come sceneggiatore, ma in Pitch Black la sua regia è impeccabile. Sicuramente il suo film migliore sotto questo punto di vista.
Si è anche portato dietro alcune idee che aveva usato per la sua sceneggiatura di Alien3 prima che venisse rimaneggiata (basta confrontare il look di Riddick con uno dei detenuti del film di Fincher).
Menzione speciale per le musiche di Graeme Revell che, oltre a creare un'atmosfera quasi epica, fa ampio uso di percussioni che aiutano a dare ritmo alle scene d'azione.
Una pellicola che, dopo quasi 25 anni dalla sua uscita, mi sembra addirittura migliorata col tempo.
E pensare che la produzione inizialmente aveva già raggiunto un accordo con Steven Seagal per fargli interpretare Richard B. Riddick! Grazie a dio Twohy si impuntò per non averlo e l'ebbe vinta.
Non ne fanno quasi più film come questo, purtroppo.
VOTO: 7.5
LIBRI & CINEMA
martedì 17 settembre 2024
PITCH BLACK - Recensione
venerdì 16 agosto 2024
ALIEN: ROMULUS -Recensione-
Sono passati un paio di giorni da quando l'ho visto al cinema e devo ammettere che non vedo l'ora di poterlo rivedere in lingua originale sulle piattaforme streaming.
Alcune cose mi sono davvero piaciute in questo nuovo capitolo di Alien, tipo il cast (giustamente) multietnico e, soprattutto, i molti riferimenti ai primi due film della saga e al videogioco Alien: Isolation.
La sceneggiatura è "asciutta" e senza fronzoli (tralasciando qualche buco, soprattutto nella primissima parte) con alcune buone e originali variazioni sul tema,
Se, come ho detto, la multietnicità del cast è un punto forte, non lo è l'età dei protagonisti.
Posso capire che probabilmente si voleva attirare il pubblico più giovane, ma chi ormai ha una certa età come il sottoscritto, inizia a far fatica a immedesimarsi con dei personaggi molto al di sotto dei trent'anni.
Bravi comunque i due attori principali, Cailee Spaeney e David Jonsson, che interpreta l'androide Andy, una spanna sopra gli altri.
La regia di Fede Alvarez non mi ha particolarmente impressionato; intendiamoci, il film è girato bene, ma è difficile trovarci un stile che si differenzia da altri film contemporanei di questo genere. Ridley Scott, James Cameron, David Fincher e anche Jean-Pierre Jeunet sono di un altro livello.
L'atmosfera però è claustrofobica al punto giusto.
Ho molto gradito la scelta di usare una tecnologia retro-futurista molto simile a quella del primo Alien anziché tentare di aggiornarla agli standard attuali (vedasi Prometheus e Covenant), Poca CGI e buonissimi effetti "pratici" della vecchia scuola.
Ottima la colonna sonora, con alcuni rimandi a quella di Jerry Goldsmith del film del 1979.
Gli omaggi al videogioco hanno anche il rovescio della medaglia, perché penalizzano chi non ha mai giocato a Alien: Isolation. Inoltre almeno un paio di scene sembrano dei livelli da videogame che i protagonisti devono superare (al primo tentativo), più che cinema vero e proprio.
Il terzo atto, seppur angosciante, non mi ha convinto (non dico di più per non fare spoiler). così come il doppiaggio italiano.
Il gore non manca (del resto il regista è uno come Alvarez) ma a qualcuno potrebbe dar fastidio eppure, nonostante questo, non c'è una vera e propria morte memorabile da parte dei comprimari.
Concludendo: questo Alien: Romulus, difetti compresi, è un degno (nuovo) capitolo della saga di Alien.
domenica 11 agosto 2024
CASABLANCA -Mini Recensione-
1941. Casablanca è sotto il controllo dei nazisti, L'apparentemente cinico e disilluso americano Rick Blaine gestisce un noto locale della città. I suoi traffici poco puliti e gli affari sembrano andare per il meglio finché Isla, il suo vecchio amore, non varca la soglia del suo locale assieme al marito, eroe della resistenza cecoslovacca, in cerca del suo aiuto per riuscire a espatriare negli Stati Uniti...
Il film "classico" per eccellenza e uno dei più citati di sempre.
Non sono mai stato un grande fan di Humphrey Bogart, ma qui è eccezionale, in un ruolo che gli calza come un guanto, e assieme a Ingrid Bergman forma la coppia cinematografica più celebre di sempre.
Ma tutto il cast è grandioso: partendo da un sornione Claude Rains (che spesso finisce per rubare la scena allo stesso Bogart), passando per Paul Henreid e Peter Lorre, fino ai comprimari che compaiono sullo schermo per una sola manciata di secondi.
La sceneggiatura è solidissima e ben scritta (tratta da un'opera teatrale), così come è validissima la regia di Michael Curtiz, con i suoi fluidi e sicuri movimenti di macchina, un'incredibile fotografia in bianco e nero, con un eccellente gioco di luci e ombre che, assieme al fatto di essere stato girato quasi interamente in uno studio, crea un'atmosfera realmente claustrofobica.
Il ritmo è serrato, grazie sia al montaggio che alle numerose (pungenti) battute pronunciate da Rains e Bogart.
Memorabile la scena in cui nel locale di Rick viene intonata la marsigliese in contrapposizione all'inno dei nazisti, ai quali non rimane altro che zittirsi.
Poi c'è la canzone As Time Goes By, con il tema musicale inglobato nella magistrale colonna sonora di Max Steiner (il migliore all'epoca), senza dimenticare i magnifici costumi.
Tutto si incastra alla perfezione.
E pensare che doveva essere solo una delle tante produzioni che la Warner Bros. stava girando in quel periodo.
Forse è anche il miglior film in bianco e nero che sia mai stato realizzato.
CAPOLAVORO!
VOTO: 9
domenica 28 luglio 2024
IL MINISTERO DELLA GUERRA SPORCA -Recensione-
1941, in pieno conflitto mondiale. Churchill in persona affida a un gruppo di agenti segreti ben addestrati, ma pure molto indisciplinati, una missione (che ufficialmente non esiste) nella Guinea Spagnola per porre fine al dominio degli U-Boat tedeschi nell'Atlantico...
Dal Trailer e dal prologo pensavo di trovarmi davanti una specie di Iglorious Basterds in salsa British, del resto Guy Ritchie sembrerebbe il regista più adatto per "scimmiottare" il film di Tarantino, purtroppo poi le premesse non sono state mantenute, perché inspiegabilmente mancano i folli virtuosismi di regia e montaggio, tipici di Ritchie, che avrebbero reso la pellicola spettacolare e divertente.
Sembra quasi che il regista si sia trattenuto per puntare a omaggiare i classici film bellici degli anni '60 (tipo I Cannoni di Navarone nel prologo). La sceneggiatura è deboluccia; i dialoghi non sono abbastanza pungenti e sopra le righe, i colpi di scena latitano, così come i momenti di vera tensione.
Henry Cavill gigioneggia alla grande, non c'è dubbio, e la splendida Eiza Gonzàles fa la sua bella figura ma, a parte un altro paio di personaggi (interpretati da Alan Ritchson e Henry Golding), il resto del gruppo di eroi non ha abbastanza carisma.
Il Churchill di Rory Kinnear è poco più di una macchietta (non ha nemmeno il giusto accento in lingua originale). Bene, come al solito, Cary Elwes.
Il cattivo di turno, a dispetto dell'aspetto truce, non fa mai veramente paura.
Il terzo atto è un semplice susseguirsi di nazisti che cadono stecchiti come mosche sotto i colpi di Cavill e company, senza una scena o una morte memorabile. E sono tutti cattivi e/o idioti, in modo da giustificare la carneficina messa in atto dai protagonisti.
Storicamente inaccurato, partendo dalle divise dei nazisti (la Gestapo che indossa le uniformi della Wehrmacht) fino ad arrivare a far credere che gli americani abbiano potuto entrare in guerra solo grazie al compimento della missione.
Sì perché c'è anche da dire che i protagonisti sopra le righe e i toni esagerati della trama stridono parecchio con i fatti e i personaggi reali (anche in modo irrispettoso, direi). Del resto il film si basa su una storia vera.
Sarebbe stato meglio inventarsi di sana pianta dei nuovi personaggi.
Bene invece le musiche, in stile Tarantino/Morricone.
Alla fine ci si diverte (almeno a tratti), ma si rimane con la sensazione che si poteva fare molto di più.
VOTO: 5.5
giovedì 4 luglio 2024
Un piedipiatti a Beverly Hills - Axel F -Recensione-
Dopo 30 anni Eddie Murphy ci riprova, tornando a vestire i panni dello smargiasso sbirro che lo ha reso famoso.
E colpisce nel segno.
Sì perché sorprendentemente il film diverte, nonostante si bari un po' sull'età dei "vecchi" amici, merito di una sceneggiatura ben scritta, dove nulla è lasciato al caso, che funziona sia dal punto di vista della commedia (ogni battuta va a segno) che quello dell'azione (memorabile il prologo). Senza trascurare i buoni sentimenti e la caratterizzazione di vecchi e nuovi personaggi.
Murphy dimostra di essere ancora in forma, sia dal punto di vista fisico che dello humor, tipo quando prende in giro il politicamente scorretto contemporaneo e, di fatto, riesce ad aggirarlo.
Judge Reinhold, John Ashton e Paul Reiser sembrano sempre gli stessi, pur invecchiati (chi meglio, chi peggio) e le new entry, Joseph Gordon-Levitt e Taylour Paige, sono ottime scelte, anche perché si è pensato bene di affiancare una nuova leva a Foley per le scene action (anziché i vecchietti sopracitati).
Poi c'è Kevin Bacon, deliziosamente sopra le righe, proprio come deve essere un villain per questo genere di film.
Buona la musica, con molte parti al sintetizzatore anni '80 e l'immancabile tema di Beverly Hills Cop.
La regia personalmente non mi è dispiaciuta, ma lo stile e il ritmo di certe scene potrebbero annoiare il pubblico moderno, abituato a montaggi frenetici e ridondanti (non il sottoscritto, ovviamente).
Infatti penso che se fosse uscito al cinema non avrebbe fatto molti soldi.
L'unica nota dolente riguarda la versione doppiata in italiano (io ho visto quella in inglese): senza la voce del compianto (e inarrivabile) Tonino Accolla, che di fatto rendeva Murphy ancor più divertente dell'originale, dubito che il pubblico possa apprezzarlo come meriterebbe.
Consigliato, per nostalgici degli anni '80 e non.
VOTO: 7
sabato 11 maggio 2024
UNA PAZZA GIORNATA DI VACANZA -Mini Recensione-
Il liceale Ferris Bueller elabora un ingegnoso piano per poter saltare scuola e andarsene in giro per Chicago, coinvolgendo la sua ragazza e il suo migliore amico. Ma il preside dell'istituto, convinto di essere stato ingannato, si mette sulle sue tracce...
Vi è mai capitato di guardare un film e trovarvi così a proprio agio da desiderare che non finisca mai?
Ecco, mi è appena accaduto con Una Pazza Giornata di Vacanza che, come per altri film scritti e diretti da John Hughes, sfortunatamente avevo snobbato da ragazzino.
Matthew Broderick è un vero proprio mattatore e dà vita a un personaggio irresistibile e memorabile (che spesso guarda in camera parlando direttamente al pubblico), ottimamente supportato da Alan Ruck e dalla bella (e brava) Mia Sara.
Sceneggiatura che non sbaglia un colpo, regia strepitosa, montaggio frenetico e musiche non originali azzeccatissime.
Era da Un Biglietto in Due che non ridevo così.
John Hughes era un genio, c'è poco da aggiungere.
VOTO: 8
mercoledì 8 maggio 2024
BREAKFAST CLUB -Mini Recensione-
Cinque studenti (un bullo, un secchione, un atleta, una ragazza di buona famiglia e una disadattata) per punizione vengono costretti dal preside a trascorre un intero sabato nella biblioteca dell'istituto, assegnando loro il compito di scrivere un tema su loro stessi...
Da ragazzino ho sempre snobbato film di questo tipo, del quale ho solo un vago ricordo, ma rivedendolo ora, con occhi da adulto, l'ho trovato fantastico, col perfetto mix di commedia e dramma.
I giovani attori (all'epoca), sono tutti perfettamente in parte, alcuni di loro diventarono delle icone degli anni '80 (in retrospettiva penso di aver avuto anche una cotta per la bellissima Molly Ringwald), la sceneggiatura di John Hughes è scritta benissimo, mentre la regia (dello stesso Hughes) è essenziale, a tratti quasi teatrale, perché si concentra esclusivamente sugli attori senza aver bisogno di usare la colonna sonora per enfatizzare le scene drammatiche.
Bravo anche il compianto Paul Gleason nei panni dello scontroso e disilluso preside.
Un film molto nostalgico, che ha retto benissimo il passare del tempo, diventando un "classico".
VOTO: 8