Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

sabato 30 novembre 2019

A 30 SECONDI DALLA FINE -Mini Recensione-

Alaska. Due evasi in fuga. Un treno fuori controllo. 
Un plot piuttosto semplice (un'idea di Akira Kurosawa) per uno dei film action più sottovalutati degli anni '80, da noi anche per colpa del titolo italiano che ci azzecca poco o nulla con la trama.
Grandissima prova d'attore di John Voight assieme a un sorprendente (e giovane) Eric Roberts, entrambi "massacrati" da un doppiaggio da denuncia. In originale, infatti, anche grazie ai rispettivi accenti (credo di New York e dintorni quello di Voight, da Red Neck del profondo sud americano quello di Roberts), si riesce perfettamente a comprende le (umili) origini e le motivazioni dei due personaggi.
Quello di Roberts è un giovane ignorante e ingenuo, mentre Voight interpreta un detenuto che vuole raggiungere la libertà a qualunque costo dopo i tre anni di isolamento trascorsi in carcere. Non a caso ricevettero entrambi una meritata nomination agli Oscar.
Il personaggio femminile (Rebecca De Mornay) sembra messo lì come riempitivo, ma a ben vedere ha il suo perché (ovvero creare tensione tra i due fuggitivi).
E poi c'è il cattivo di turno, il direttore del carcere da cui sono scappati i detenuti: una specie di poliziotto fascista efficacemente interpretato da  John P. Ryan, un tipico caratterista di B movie di quegli anni.
Ottima la regia (qui molto "disimpegnata") dell'eclettico Andrej Končalovskij.

Filmone!

VOTO: 7,5





sabato 23 novembre 2019

I MIEI 5 FILM DI JAMES BOND PREFERITI

Questa volta metto in fila i cinque film di (o con) James Bond che, per un motivo o l'altro, adoro maggiormente.
Partiamo subito...



5° POSTO

MAI DIRE MAI






L'ho decisamente rivalutato dopo le ultime visioni.
Film che non fa parte della saga ufficiale (una sorta di remake di Operazione Tuono), molto anni '80,  con un Connery più efficace rispetto a quello visto in Una Cascata di Diamanti, (probabilmente perché interpreta un Bond invecchiato anche nella finzione) che a tratti gioca a fare la parodia di se stesso.
Grande prova di Klaus Maria Brandauer e Barbara Carrera.



4° POSTO

007 GOLDEN EYE



Esplosivo esordio di Pierce Brosnan nei panni di 007.
Film dal ritmo vertiginoso, con memorabili sequenze d'azione (tipo quella dell'inseguimento di Bond alla guida di un carro armato), diretto da un Martin Campbell in stato di grazia.
Poi c'è Famke Janssen, che è sempre un bel vedere, e Sean Bean (indovinate che fine fa?).
Peccato che Brosnan non si sia stato altrettanto efficace nei film successivi, anche se non fu tutta colpa sua.



3° POSTO

007 ZONA PERICOLO



Il gallese Timothy Dalton andrebbe rivalutato (lo 007 di Craig è semplicemente una versione più rozza del suo Bond, ma stranamente è stato apprezzato) e fu penalizzato, credo, dal brusco cambio di caratterizzazione del personaggio rispetto a Roger Moore.
Ma Zona Pericolo è un buon film.
Il regista John Glen ci introduce direttamente nello stile action di fine anni '80, decisamente più spettacolare dei capitoli precedenti.
Grande pezzo degli A-HA, invecchiato meglio di quello dei Duran Duran di 007 Bersaglio Mobile di un paio di anni prima. Strano ma vero, il compositore John Barry azzecca una colonna sonora adatta ai miei gusti.




2° POSTO

007 MISSIONE GOLDFINGER



Il miglior Bond con Sean Connery.
Non amo particolarmente i film con l'attore scozzese principalmente perché sono ambientati (quasi tutti) negli anni '60, un periodo che non ho vissuto e nel quale non riesco a sentirmi a mio agio, ma questa è una pellicola incredibilmente divertente.
Credo sia anche il primo film di Bond che abbia visto.
C'è probabilmente il miglior Villain dell'intera saga (sua la memorabile battuta: "No, io mi aspetto che lei muoia") ma il merito va soprattutto al tocco ironico del regista Guy Hamilton (che preferisco a Terence Young) e al montaggio di Peter Hunt.




1° POSTO

007 SOLO PER I TUOI OCCHI



Il mio preferito in assoluto, con Roger Moore che per me rimarrà il vero 007 (con buona pace dei fan di Connery) perché quando ero bambino era lui il titolare del ruolo.
Un Bond movie piuttosto "asciutto" (soprattutto rispetto al precedente Moonraker-OPERAZIONE SPAZIO), con gadget praticamente assenti e nessun mega complotto mondiale da sventare.
Moore raggiunge qui l'apice della sua bondiana carriera, ben diretto da John Glen (il miglior regista dell'intera saga assieme a Campbell) e non posso non menzionare la memorabile scena della fuga di Bond a bordo della 2cv color limone.
Bravo anche Topol nei panni di Milos Columbo.
Ottima la colonna sonora di Bill Conti.
Ah, poi c'è Carole Bouquet (più bella che brava, a dire la verità) per la quale ebbi una delle prime "cotte" (la sua presenza è uno dei motivi per il quale adoro questa pellicola).





domenica 17 novembre 2019

INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO -Mini Recensione-

Ambientato verso la fine degli anni '50, in questo quarto capitolo un anziano Indiana Jones dovrà affrontare agenti sovietici interessati a mettere le mani su un misterioso teschio di cristallo che potrebbe dare loro immensi poteri...
I fan del personaggio creato da George Lucas di solito fanno finta che questo quarto capitolo della saga non esista e in effetti non hanno tutti i torti.
Il film è bruttino e non regge assolutamente il confronto con le pellicole precedenti, compreso il tanto bistrattato INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO.
Harrison Ford, seppur qui ancora abbastanza in forma, appare stanco e svogliato. Perfino Shia LeBeouf riesce a oscurarlo in un paio di scene. Delude anche il personaggio di Karen Allen, uno dei punti di forza del primo film. John Hurt è sempre una garanzia, ma anche qui interpreta il (suo) solito tipo stralunato e fuori di testa.
Buona invece la prova di Cate Blanchett; la sua Irina Spalko è un villain con i contro fiocchi, tanto che spesso ho fatto il tifo per lei anziché per Indy.
La sceneggiatura è piena di falle e di situazioni troppo improbabili perfino per un film di Indiana Jones e molte gag non vanno a segno. L'idea di introdurre il figlio del dottore archeologo non era affatto da buttare, secondo me, ma non è stata sfruttata a dovere.
Regia di Spielberg non pervenuta; probabilmente questo è il suo lavoro peggiore.
Gli effetti speciali con i fondali digitali sono un pugno in un occhio, soprattutto se confrontati con gli effetti ottici (quasi) artigianali dei primi tre capitoli. Perfino le musiche di John William risultano fiacche e noiose.
Insomma, una delusione quasi totale, anche se ha incassato bene.

VOTO: 4,5