Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

sabato 9 agosto 2025

TRAP -Mini Recensione

Cooper, un premuroso padre di famiglia, porta la figlia Riley al concerto della cantante preferita di quest'ultima. Ma Cooper è in realtà il serial killer soprannominato "Il Macellaio" e l'FBI, pur non conoscendo la sua vera identità, ha scoperto che lui sarà presente al concerto ed è decisa a catturarlo...
Non mi ha convinto questo TRAP di M. Night Shyamalan. Eppure il plot di partenza mi sembrava accattivante.  
L'atmosfera da concerto è stata ricreata bene (la cantante è Saleka Shyamalan, la figlia del regista) e la giovane attrice che interpreta la figlia di Cooper è bravissima. Anche Josh Harnett ammetto che mi ha sorpreso. Molto meno la già menzionata Saleka quando si tratta di recitare. 
La regia ha un buon ritmo (cosa quasi anomala per Shyamalan) ma nella prima parte ci sono troppo forzature e facilonerie a livello di scrittura.
Inoltre si fa fatica a tifare per il serial killer. Meglio il terzo atto, dove si percepisce davvero una certa tensione (anche perché non siamo più "costretti" a guardare gli eventi dal punto di vista del cattivo).
Finale "telefonato".
Una storia simile, nelle mani di De Palma (vedasi Omicidio In Diretta) o David Fincher, secondo me avrebbe funzionato decisamente meglio.
Peccato.

VOTO: 6





 


domenica 3 agosto 2025

PANIC ROOM - Recensione

Meg, madre fresca di divorzio dal ricco e fedifrago marito, si trasferisce con la figlia Sarah in un esclusivo edificio dell'Upper West Side New York, nel quale è stata costruita una Panic Room. Ma, proprio la prima notte nella nuova abitazione, un trio di malintenzionati fa irruzione nell'edificio, convinti che sia ancora vuoto.
Meg e sua figlia saranno costrette a rifugiarsi nella Panic Room, non sapendo che i tre uomini stanno cercando qualcosa che è nascosto proprio lì dentro...
Non sono mai stato un grande fan di David Fincher, ma questo è uno di quei film di cui ammetto di essere quasi ossessionato, tanto da volerlo recensire di nuovo.
Girato nell'ormai lontano 2002, Panic Room è un thriller fenomenale, grazie anche alla sceneggiatura di David Koepp e ai personaggi ben caratterizzati, una recitazione impeccabile e attori perfettamente in parte (perfino il giovane e quasi irriconoscibile Jared Leto), tra i quali spicca Forest Whitaker, che a tratti riesce a offuscare persino Jodie Foster.
Notevole la regia di Fincher, capace di mettere in scena un thriller teso e claustrofobico senza una minima sbavatura dall'inizio alla fine, usando anche elaborati (e mai gratuiti) movimenti di macchina in stile Hitchcock, quest'ultimo ampiamente citato anche per l'unica location (come ne La Finestra sul Cortile). Un Fincher meticoloso anche nel più piccolo dettaglio (come evidenziato nel Making Of), mentre ho trovato azzeccata la sua scelta di far indossare il passamontagna per 3/4 del film al personaggio di Raoul.
Validissima anche la fotografia, apprezzabile soprattutto nella recente edizione Blu Ray (la versione 4K, che ancora non posso vedere, mi dicono essere ancora meglio), così come la colonna sonora "vecchia scuola" di Howard Shore. 
Film sottovalutato, sicuramente il mio preferito tra quelli diretti da David Fincher.

VOTO: 8




martedì 8 luglio 2025

CIELO D'OTTOBRE -Mini Recensione-

West Virginia, 1957. Homer, un ragazzino che vive in una povera cittadina mineraria, rimane affascinato dal lancio dello Sputnik. Decide così di provare a costruire lui stesso un razzo, scontrandosi però col padre, capo della locale miniera di carbone...
Piccolo (grande) film che racconta una storia che va dritto al cuore dello spettatore.
Merito anche di un'ottima sceneggiatura, anche se indubbiamente un pubblico non americano potrebbe trovare un po' eccessive le parti in cui sentimentalismo e valori made in USA ne fanno da padroni.
Film che fu un trampolino di lancio (parafrasando la trama del film) per il giovanissimo Jake Gyllenhaal, affiancato dal veterano Chris Cooper (perfetto nel ruolo dello scontroso e pragmatico padre) e Laura Dern.
Buonissima la regia di Joe Johnston (regista molto sottovalutato), sia dal punto di vista tecnico che nella direzione degli attori, che qui dimostra di non essere solo un buon mestierante proveniente dal mondo degli effetti speciali. 
Ottime anche le musiche di Mark Isham.
Da recuperare.

VOTO: 7.5






mercoledì 6 novembre 2024

CIVIL WAR -Mini Recensione-

In un futuro molto prossimo, negli USA è in corso una guerra civile. Un gruppo di reporter di guerra vuole raggiungere Washington D,C. per intervistare il Presidente prima che le forze secessioniste arrivino nella capitale. Tra di loro, una giovanissima fotografa alla prima esperienza sul fronte di guerra...
Niente male questo film scritto e diretto dal britannico Alex Garland: infatti solo un europeo poteva girare un'opera su una nuova guerra civile americana in modo così efficace, senza essere di parte, mettendo in luce tutte le contraddizioni del popolo americano.
La regia mette in scena un realismo esasperato, ricalcando a tratti un vero e proprio reportage di guerra anziché enfatizzare lo spettacolo con una fotografia patinata e un montaggio "artificioso" da blockbuster.
Un paio di scene memorabili: quando i giornalisti si imbattono in un gruppo di miliziani americani xenofobi e il finale.
Forse c'è qualche cliché di troppo a livello di sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi, ma sono comunque sfruttati bene. 
E il presidente USA ricorda parecchio Trump...
Bravi tutti gli interpreti, anche se quella che mi ha sorpreso maggiormente è stata la giovane Cailee Spaeny.
Consigliato.

VOTO: 7,5







martedì 17 settembre 2024

PITCH BLACK - Recensione

Una nave spaziale da trasporto si schianta su uno sperduto e caldo pianeta con tre soli, dove il tramonto sembra non arrivare mai.
Lo sparuto gruppo di sopravvissuti, tra i quali un pericoloso detenuto, l'agente che lo ha in custodia e il pilota dell'astronave, riesce a raggiungere un piccolo insediamento minerario abbandonato.
Mentre cercano il modo di lasciare il pianeta, scoprono che è in arrivo un'eclisse e che nel sottosuolo vivono terribili creature che aspettano il buio per uscire allo scoperto...
Pitch Black è un riuscitissimo fanta-horror dai toni "carpenteriani" che nel 2000 lanciò la carriera di Vin Diesel.
La sceneggiatura di David Twohy è ben scritta (a parte un paio di ingenuità) e i personaggi principali sono ben caratterizzati.
Se è vero che alla fine è Riddick a risultare il vero protagonista (la sua figura da antieroe, cinico e di poche parole, si avvicina molto a quella di Snake Plissken), Radha Mitchell e Cole Hauser (una garanzia per i ruoli da bastardo) non sfigurano affatto accanto alla presenza fisica di Vin Diesel, che comunque a livello puramente attoriale è meno dotato degli altri due.
La scenografia e l'aspetto tecnologico retrò sono chiaramente da B-Movie, ma funzionano alla grande. 
Gli effetti speciali digitali appaiono un po' datati, ma anche questo aspetto rende il film più "genuino", secondo me.
Fotografia notturna davvero claustrofobica.
Probabilmente Twohy è più bravo come sceneggiatore, ma in Pitch Black la sua regia è impeccabile. Sicuramente il suo film migliore sotto questo punto di vista.
Si è anche portato dietro alcune idee che aveva usato per la sua sceneggiatura di Alien3 prima che venisse rimaneggiata (basta confrontare il look di Riddick con uno dei detenuti del film di Fincher).
Menzione speciale per le musiche di Graeme Revell che, oltre a creare un'atmosfera quasi epica, fa ampio uso di percussioni che aiutano a dare ritmo alle scene d'azione.
Una pellicola che, dopo quasi 25 anni dalla sua uscita, mi sembra addirittura migliorata col tempo.
E pensare che la produzione inizialmente aveva già raggiunto un accordo con Steven Seagal per fargli interpretare Richard B. Riddick! Grazie a dio Twohy si impuntò per non averlo e l'ebbe vinta.
Non ne fanno quasi più film come questo, purtroppo.

VOTO: 7.5







venerdì 16 agosto 2024

ALIEN: ROMULUS -Recensione-

Rain Carradine è una giovane ragazza che lavora per Wayland-Yutani in uno sperduto e malsano pianeta. Assieme ad alcuni coetanei (e al "fratello adottivo" androide), decide di recarsi su una stazione spaziale alla deriva alla ricerca del combustibile per l'ipersonno che permetterebbe loro di raggiungere un altro sistema solare e lasciarsi la vecchia vita alle spalle. Non hanno la più pallida idea dell'incubo a cui andranno in contro...
Sono passati un paio di giorni da quando l'ho visto al cinema e devo ammettere che non vedo l'ora di poterlo rivedere in lingua originale sulle piattaforme streaming.
Alcune cose mi sono davvero piaciute in questo nuovo capitolo di Alien, tipo il cast (giustamente) multietnico e, soprattutto, i molti riferimenti ai primi due film della saga e al videogioco Alien: Isolation.
La sceneggiatura è "asciutta" e senza fronzoli (tralasciando qualche buco, soprattutto nella primissima parte) con alcune buone e originali variazioni sul tema,
Se, come ho detto, la multietnicità del cast è un punto forte, non lo è l'età dei protagonisti.
Posso capire che probabilmente si voleva attirare il pubblico più giovane, ma chi ormai ha una certa età come il sottoscritto, inizia a far fatica a immedesimarsi con dei personaggi molto al di sotto dei trent'anni.
Bravi comunque i due attori principali, Cailee Spaeney e David Jonsson, che interpreta l'androide Andy, una spanna sopra gli altri.
La regia di Fede Alvarez non mi ha particolarmente impressionato; intendiamoci, il film è girato bene, ma è difficile trovarci un stile che si differenzia da altri film contemporanei di questo genere. Ridley Scott, James Cameron, David Fincher e anche Jean-Pierre Jeunet sono di un altro livello.
L'atmosfera però è claustrofobica al punto giusto.
Ho molto gradito la scelta di usare una tecnologia retro-futurista molto simile a quella del primo Alien anziché tentare di aggiornarla agli standard attuali (vedasi Prometheus e Covenant), Poca CGI e buonissimi effetti "pratici" della vecchia scuola.
Ottima la colonna sonora, con alcuni rimandi a quella di Jerry Goldsmith del film del 1979.
Gli omaggi al videogioco hanno anche il rovescio della medaglia, perché penalizzano chi non ha mai giocato a Alien: Isolation. Inoltre almeno un paio di scene sembrano dei livelli da videogame che i protagonisti devono superare (al primo tentativo), più che cinema vero e proprio.
Il terzo atto, seppur angosciante, non mi ha convinto (non dico di più per non fare spoiler). così come il doppiaggio italiano.
Il gore non manca (del resto il regista è uno come Alvarez) ma a qualcuno potrebbe dar fastidio eppure, nonostante questo, non c'è una vera e propria morte memorabile da parte dei comprimari.
Concludendo: questo Alien: Romulus, difetti compresi, è un degno (nuovo) capitolo della saga di Alien.

Questa volta lascio il voto finale in sospeso, in attesa di guardare la versione in lingua originale.















domenica 11 agosto 2024

CASABLANCA -Mini Recensione-

1941. Casablanca è sotto il controllo dei nazisti, L'apparentemente cinico e disilluso americano Rick Blaine gestisce un noto locale della città. I suoi traffici poco puliti e gli affari sembrano andare per il meglio finché Isla, il suo vecchio amore, non varca la soglia del suo locale assieme al marito, eroe della resistenza cecoslovacca, in cerca del suo aiuto per riuscire a espatriare negli Stati Uniti...
Il film "classico" per eccellenza e uno dei più citati di sempre.
Non sono mai stato un grande fan di Humphrey Bogart, ma qui è eccezionale, in un ruolo che gli calza come un guanto, e assieme a Ingrid Bergman forma la coppia cinematografica più celebre di sempre.
Ma tutto il cast è grandioso: partendo da un sornione Claude Rains (che spesso finisce per rubare la scena allo stesso Bogart), passando per Paul Henreid e Peter Lorre, fino ai comprimari che compaiono sullo schermo per una sola manciata di secondi.
La sceneggiatura è solidissima e ben scritta (tratta da un'opera teatrale), così come è validissima la regia di Michael Curtiz, con i suoi fluidi e sicuri movimenti di macchina, un'incredibile fotografia in bianco e nero, con un eccellente gioco di luci e ombre che, assieme al fatto di essere stato girato quasi interamente in uno studio, crea un'atmosfera realmente claustrofobica.
Il ritmo è serrato, grazie sia al montaggio che alle numerose (pungenti) battute pronunciate da Rains e Bogart.
Memorabile la scena in cui nel locale di Rick viene intonata la marsigliese in contrapposizione all'inno dei nazisti, ai quali non rimane altro che zittirsi.
Poi c'è la canzone As Time Goes By, con il tema musicale inglobato nella magistrale colonna sonora di Max Steiner (il migliore all'epoca), senza dimenticare i magnifici costumi.
Tutto si incastra alla perfezione.
E pensare che doveva essere  solo una delle tante produzioni che la Warner Bros. stava girando in quel periodo.
Forse è anche il miglior film in bianco e nero che sia mai stato realizzato.
CAPOLAVORO!

VOTO: 9