Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

giovedì 26 settembre 2019

CASSANDRA CROSSING -Mini Recensione-

Ginevra.
Un terrorista svedese in fuga, contagiato da un pericoloso virus da laboratorio, sale su un treno diretto a Stoccolma, iniziando a contagiare i passeggeri. Il treno sarà messo in quarantena e dirottato verso una sperduta località della Polonia, dove dovra affrontare il passaggio del traballante ponte che da il titolo al film...

Visto un'unica volta da bambino, ero curioso di conoscere l'impressione che mi avrebbe fatto 30 anni dopo.
Il plot di partenza non sarebbe male (è tratto da un romanzo) ma fin dalla scena del contagio del terrorista si nota un certo pressapochismo generale: abbiamo un virus pericolosissimo custodito in un normale contenitore di vetro in un laboratorio della Sede mondiale della Sanità a Ginevra (ma perché?) dove un qualsiasi estraneo può accedervi sfondando la porta e scappando poi dalla finestra!
Il cast di star del cinema (alcune già in declino all'epoca) comprende un attempato Burt Lancaster, Richard Harris, un'Ava Gardner invecchiata male (con tanto di toy boy al seguito, ovvero un giovane Martin Sheen) e una Sophia Loren totalmente fuori parte (la sua presenza è indubbiamente dovuta al fatto che il produttore della pellicola era suo marito Carlo Ponti).
Per non parlare di un improbabile O.J.Simpson nei panni di un (falso) prete.
Gli unici a salvarsi sono Harris, Lancaster e in parte Sheen, i quali, almeno, riescono a non rendersi involontariamente ridicoli.
La Gardner invece ammise che girò il film esclusivamente per soldi.
La regia di George P. Cosmatos è dozzinale e spesso approssimativa, salvata parzialmente dal montaggio del bravo Roberto Silvi.
Il risultato pare un'involontaria parodia del genere catastrofico che andava tanto di moda negli anni '70, anche se in realtà incassò piuttosto bene.

Consigliato solo a veri appassionati del genere.

VOTO: 4,5






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