Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

domenica 23 dicembre 2018

LA BOCCA DELL'INFERNO

Nuova recensione letteraria.
Questa volta parlerò di questo romanzo storico d'avventura dai toni horror e con un pizzico di spionaggio, scritto a quattro mani da Bill Schutt e J.R. Finch.




Il romanzo inizia con un prologo ambientato sul fronte russo della WW2 nel febbraio del 1944, dove misteriosi contenitori paracadutati dal cielo fanno strage di soldati russi rilasciando una sostanza letale e conosciuta.
Con un salto temporale all'indietro, ci troviamo poi qualche tempo prima dei fatti del prologo, con il protagonista del romanzo, il capitano americano R.J. MacCready, nonché pilota e zoologo, che viene mandato nel bel mezzo della foresta amazzonica a indagare sull'avvistamento di un sommergibile giapponese arenatosi lungo uno dei corsi d'acqua della regione e sulla conseguente scomparsa di una squadra di ranger dell'esercito di cui non si hanno più notizie.
Lo ammetto: il plot mi pareva molto intrigante, almeno per i miei gusti letterari, tanto che avrei voluto avere io un'idea simile per un mio romanzo.
Il libro parte bene ma appena entra in scena il protagonista, iniziano le prima pecche.
Nome che richiama palesemente il personaggio interpretato da Kurt Russell ne film La cosa di John Carpenter a parte (omaggio che feci anche io in uno dei miei romanzi), è la caratterizzazione del protagonista lascia a desiderare: è un gran pilota, infallibile tiratore, soldato pieno di risorse ed è pure uno scienziato (qualche altra dote alla James Bond, già che ci siamo, no?).
E anche il suo passato, che vorrebbe fare di lui un uomo in preda ad alcuni rimorsi, non incide, oltre che risultare poco originale.
I cattivi sono ovviamente i nazisti (con i giapponesi) e anche qui la caratterizzazione risulta molto scontata.
Lo stile di scrittura non è male, il libro scorre abbastanza bene; personalmente, però, non sopporto quando il narratore racconta gli eventi dal punto di vista delle "creature" che infestano quella particolare zona amazzonica (di più non dico, anche perché ho già svelato troppo).
Davvero: odio questa tecnica narrativa, perché la trovo ben poco realistica e coinvolgente.
La trama è molto altalenante; gli elementi horror secondo me non funzionano del tutto, mentre invece ho apprezzato le parti che citano i veri fatti storici e scientifici del secondo conflitto mondiale.
Ritroviamo un paio di personaggi realmente esistiti, come la famosa aviatrice Hanna Reitsch, una delle pochissime donne pilota naziste che si fecero notare da Hitler in persona nel secondo conflitto mondiale. E forse è questo il personaggio più azzeccato, in verità.
Il romanzo, comunque, si lascia leggere piacevolmente. L'ho divorato in poco tempo ma, come ormai è ben chiaro, ha deluso parecchio le mie aspettative.
Non posso fare a meno di pensare a cosa avrebbero potuto tirar fuori gente come Michael Crichton o Clive Cussler con un plot potenzialmente intrigante come quello creato dal duo Schutt & Finch.

Lo consiglio solo ad appassionati del genere, senza però aspettarsi chissà quale capolavoro.





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